home  Chi siamo  contatti

18° Hadith Nawawi

Con commento di Ibn Rajab al-Hanbali

BismillahirRahmanirRahģm (In nome di Allah, il Compassionevole, il Misericordioso)

Da Abu Dharr Jundub ibn Junadah e Abu Abd ar-Rahmąn Muądh ibn Jabal - che Alląh sia soddisfatto di entrambi - l'Inviato di Alląh - SallAlląhu 'alayhi waSallam - disse:

«Temi Alląh dovunque tu sia e ad una cattiva azione fanne seguire una buona che la cancelli. Agisci nei confronti della gente con il buon comportamento», rif. at-Thirmidi , buono o buono-autentico.

 

ü       Da at-Tufail, da Muądh (r), il Profeta - pace e benedizioni su di lui - lo inviņ ad una tribł, allora egli gli chiese: «O Inviato di Alląh, fammi qualche raccomandazione», rispose (saas): «Saluta la gente, offri da mangiare, abbi pudore di Alląh come hai pudore di un uomo rispettabile della tua famiglia, se fai del male [rimedia e] fai poi del bene e cerca di comportarti bene finché puoi», estr. al-Bazząr.

ü       Da Abdullah ibn Āmr ibn al-Ąss (r), Muądh ibn Jabal (r) stava per mettersi in viaggio, quando disse: «O Inviato di  Alląh, consigliami!», rispose (saas): «Adora Alląh e non associarGli alcunché», disse:«O Inviato di Alląh, ancora!»,  rispose (saas): «Sii retto e comportati bene», estr. at-Tabarąni e al-Hąkim.

ü       Da Abu Dharr (r), il Profeta - che Alląh lo benedica e l'abbia in gloria - gli disse: «Ti raccomando di temere Alląh in segreto ed in pubblico, se hai un cattivo comportamento riscattalo con un altro buono, non chiedere nulla a nessuno, anche se ti cade la frusta, non prendere nulla in deposito e non giudicare tra due», estr. Imam Ahmad.

ü       Abu Dharr (r) chiese: «O Inviato di Alląh, insegnami un'opera che mi faccia avvicinare al Paradiso ed allontanare dal Fuoco», rispose (saas): «Se commetti un peccato, fai poi un bene che vale dieci [peccati]», chiese: « O Inviato di Alląh! [Pronunciare:] la iląh  illa Alląh [non c'č dio tranne alląh] fa parte delle buone azioni?», rispose (saas): «Questo č il migliore dei beni», estr. Imam Ahmad.

ü       Da Anas (r), il Profeta - pace e benedizioni su di lui - inviņ Muądh (r) in Yemen e gli disse: «O Muądh! Temi Alląh e comportati benevolmente con la gente, e se compi un peccato, fallo seguire da un bene», chiese: « O Inviato di Alląh, [dire:] la iląh  illa Alląh  [non c'č dio tranne alląh] rientra nei beni?», rispose (saas): «Č il pił grande dei beni», estr. Ibn Abdel Barr, con discordanze su trasmissione.

ü       In questo significato rientra anche il detto di Abu Hurayrah (r). Domandarono al Profeta - che Alląh lo benedica e l'abbia in gloria: «Cosa fa entrare molta gente in Paradiso?», rispose (saas): «Il timore di Alląh ed il buon comportamento», estr. Imam Ahmad, ibn Mąjjah , at-Thirmidi e autenticato da Ibn Hibbąn.

.   Questa č una raccomandazione concisa, ma fondamentale sia riguardo ai diritti di Alląh - gloria a Lui l'Altissimo - sia riguardo a quelli dei servi. [Appartiene ad] Alląh (SWT) il diritto che i Suoi servi Lo temano come si deve, infatti il timore č la raccomandazione dell'Altissimo ai primi e agli ultimi.

Dice Alląh - subhanaHu waTa'āla:

… «Temete Alląh!», ecco quello che abbiamo ordinato a coloro che ricevettero la scrittura prima di voi. …                                                                                               Corano IV. an-Nisą', 131.

La radice del timore consiste nel porre, tra chi teme e quel che teme, una protezione che lo ripari, e nell'agire con prudenza, allora il timore del servo nei confronti del suo Signore č di mettere tra sé e quel che teme dal suo Signore di ira, collera e castigo, una protezione che lo salvaguardi, e cioč agire obbedendo ed abbandonando i peccati.

A volte la parola timore si accompagna al Nome di Alląh (SWT)  come:

… Abbiate timore di Alląh e sappiate che sarete tutti ricondotti a Lui.         Corano II. al-Baqara, 203,

e:

O voi che credete temete Alląh e che ognuno rifletta su ciņ che avrą preparato per l'indomani. Temete Alląh: in veritą Alląh č ben informato di quello che fate.                    Corano LIX. al-Hashr, 18,

quando la parola timore č riferita a Lui -  subhanaHu waTa'āla -  significa allora temere la Sua collera ed la cosa maggiore da temere, dalla quale nasce il castigo terreno e nell'Aldilą. Dice l'Altissimo:

… Alląh vi mette in guardia nei Suoi stessi confronti. …                                    Corano III. al-Imrąn, 28,

… Alląh vi mette in guardia da Se Stesso. …                                                       Corano III. al-Imrąn, 30,

 e:

… Egli č il pił Degno di essere temuto, č il Detentore del perdono.      Corano LXXIV. al-Muddathir, 56.

Egli (SWT) č il Degno di essere temuto, rispettato, onorato e glorificato nei cuori dei credenti cosģ sarą adorato e obbedito come č necessario con rispetto e venerazione per le Sue descrizioni di Grandezza e Maestą, Forza e Valore.

Da Anas (r), il Profeta - pace e benedizioni su di lui - spiegņ il versetto "Egli č il pił Degno di essere temuto, č il Detentore del perdono." [LXXIV, 56]: «Alląh dice: "Io sono Degno di essere temuto, e sono Degno di perdonare chi Mi teme senza associare nessun dio a Me, "», at-Thirmidi.

Talvolta la parola timore si accompagna al castigo di Alląh (SWT), o ad un luogo come l'Inferno [o il Fuoco], o ad un tempo come il Giorno del Giudizio. Dice l'Altissimo:

Se non lo fate – e non lo farete – temete il Fuoco, il cui combustibile sono gli uomini e le pietre, che č stato preparato per i miscredenti.                                                          Corano II. al-Baqara, 24,

e dice (SWT):

E temete il Fuoco che č stato preparato per i miscredenti.                              Corano III. al-Imrąn, 131,

E temete il giorno in cui sarete ricondotti verso Alląh. Allora ogni anima avrą quello che si sarą guadagnato. Nessuno subirą un torto.                                                                          Corano II. al-Baqara, 281,

e:

E temete il Giorno in cui nessun'anima potrą alcunché per un'altra, in cui non sarą accolta nessuna intercessione e nulla potrą essere compensato. Essi non saranno soccorsi.

                                                                                                                                       Corano II. al-Baqara, 48,

E temete il Giorno in cui nessun'anima potrą alcunché per un'altra, in cui non sarą accolta nessuna intercessione e nulla potrą essere compensato. Ed essi non saranno soccorsi.

                                                                                                                                     Corano II. al-Baqara, 123.

Rientra nel timore il compimento degli obblighi, l'abbandono del proibito e delle ambiguitą. Ed anche rientra il esso compiere atti supererogatori ed abbandonare il biasimevole: questo č il livello pił alto del timore. Alląh - gloria a Lui l'Altissimo - dice:

Alif, Lām, Mīm. Questo č il Libro su cui non ci sono dubbi, una guida per i timorati, coloro che credono nell'invisibile, assolvono all'orazione e donano di ciņ di cui Noi li abbiamo provvisti, coloro che credono in ciņ che č stato fatto scendere su di te [Muhammad] e in ciņ che č stato fatto scendere prima di te e che credono fermamente all'Altra vita.             Corano II. al-Baqara, 1-4,

e dice (SWT):

La caritą non consiste nel volgere i volti verso l'Oriente e l'Occidente, ma nel credere in Alląh e nell'Ultimo Giorno, negli Angeli, nel Libro e nei Profeti e nel dare, dei propri beni, per amore Suo, ai parenti, agli orfani, ai poveri, ai viandanti diseredati, ai mendicanti e per liberare gli schiavi; assolvere la saląt e pagare la zakąt. Coloro che mantengono fede agli impegni presi, coloro che sono pazienti nelle avversitą e nelle ristrettezze, e nella guerra, ecco coloro che sono veritieri, ecco i timorati.                                                                                Corano II. al-Baqara, 177.

ü       Muądh ibn Jabal (r) disse: «Nel Giorno del Giudizio verranno chiamati i timorati, si alzeranno e si metteranno a fianco del Misericordioso senza nascondersi», gli chiesero: «Chi sono i timorati?», rispose: Persone che temono il politeismo e l'adorazione degli idoli e che sono sinceri nell'adorazione di Alląh».

ü       Ibn Abbąs (r) disse: «I timorati sono coloro che temono la punizione di Alląh se trascurano quel che sanno di veritą e sperano nella Sua Misericordia credendo in tutto quel che fu portato».

ü       Disse al-Haşan: «I timorati sono coloro che con timore abbandonano quel che Alląh ha reso illecito e compiono quel che Alląh ha imposto».

ü       Disse 'Umar Ibn Abdel Aziz: «Il timore di Alląh non č digiunare di giorno e pregare di notte, ma il timore di Alląh č la rinuncia all'illecito e l'adempimento dei doveri, e, per colui che compie del bene oltre a ciņ, allora č bene su bene».

ü       Disse Tąriq Ibn Habib: «Il timore č agire obbedendo con la luce [che viene] da Alląh e sperare nella buona ricompensa;  e tralasciare con la luce da Alląh le trasgressioni per cui temi il Suo castigo».

ü       Abu ad-Dardą' (r) disse: «Il timore in breve č temere Alląh per il peso di un granello [cioč per una piccolezza], e tralasciare qualcosa che sembra lecita per paura che sia illecita, Alląh dice: Chi avrą fatto [anche solo] il peso di un atomo di bene lo vedrą, e chi avrą fatto [anche solo] il peso di un atomo di male lo vedrą. [XCIX:7-8], perciņ non sottovalutare nulla di bene per farlo e nulla di male per tralasciarlo».

ü       Disse al-Haşan: «Il timore č con i timorati finché abbandonano tante cose lecite temendo l'illecito».

ü       Disse ath-Thawry: «Furono chiamati timorati perché temono quel che [di solito] non si teme».

ü       Disse Muşa ibn A'yun: «I timorati si astengono da cose lecite per paura di cadere nell'illecito, allora Alląh li chiamņ "timorati"».

ü       Il Profeta disse: «Il servo non riesce ad essere timorato finché tralascia quel che non č male temendo quel che contiene di male» ed anche: «Chi teme le ambiguitą preserva la sua religione e il suo onore».

ü       Disse Mimłn Ibn Mahrąn: «Il timorato č pił duro nel [suo] esame di coscienza di uno molto avaro con il proprio socio».

ü       Disse Ibn Maşułd (r): «Con le parole: … temete Alląh come deve essere temuto … [III:102], Alląh dice che deve essere obbedito e non disobbedito, ricordato e non dimenticato e ringraziato senza essere negato». Ringraziare Alląh - subhanaHu waTa'āla - comprende il compiere tutti gli atti di obbedienza, il ricordarLo senza dimenticarLo, cioč ricordare con il proprio cuore i Suoi ordini, nella confusione, e nella tranquillitą e nei discorsi.

.   La radice del timore č conoscere cosa temere per poterlo temere.

ü        Disse Āun Ibn Abdulląh: «Il timore completo č cercare la sapienza di quel che non si sa da coloro che conosci».

ü        Disse Maāruf al-Karkhi che Bakr Ibn Khuneis chiese: «Come si puņ essere timorati senza conoscere cosa temere?».

.   Insomma, il timore č una raccomandazione di Alląh - gloria a Lui l'Altissimo - a tutte le creature e la raccomandazione dell'Inviato di Alląh - pace e benedizioni su di lui - alla sua comunitą.

Quando (saas) inviava un emiro col suo squadrone gli raccomandava di temere Alląh (SWT) per se stesso e per i musulmani con lui.

Il giorno del sacrificio, durante il pellegrinaggio dell'addio [Hujjat al-wadąā] il Profeta - SallAlląhu 'alayhi waSallam - raccomandņ alle persone di temere Alląh (SWT) e di ascoltare e obbedire ai loro emiri.

ü       Abu Dharr (r) chiese al Profeta - che Alląh lo benedica e l'abbia in gloria: «O Inviato di Alląh, consigliami!», disse (saas): «Ti consiglio il timore di Alląh che č il bandolo di ogni azione », estr. da ibn Hibbąn ed altri.

ü       Abu Said al-Kudry disse: «Inviato di Alląh, consigliami», gli rispose (saas): «Ti consiglio di temere Alląh che ciņ č alla base di ogni cosa e non tralasciare il jihąd che č come il ritiro spirituale nell'Isląm», estr. Imąm Ahmad. 

ü       In un altro racconto: «Temi Alląh che ciņ č l'insieme di ogni bene».

ü       Yazid Ibn Salama chiese al Profeta - pace e benedizioni su di lui: « O Inviato di Alląh! Ho ascoltato da te molti discorsi ed ho paura che i primi mi fanno dimenticare gli ultimi, allora dimmi una parola che sia completa», rispose (saas): «Temi Alląh in quel che conosci», at-Tirmidhi.

I pii antenati [as-Salaf as-Sąleh] si raccomandavano a vicenda il timore di Alląh (SWT).

ü       Disse Abu Bakr (r) durante una funzione: «Vi raccomando di temere Alląh e di lodarLo come si deve, di invocarLo con speranza e tremore e di insistere nel farlo, Alląh elogia Zaccaria - su di lui la pace - e la sua famiglia dicendo: … In veritą tendevano al bene, Ci invocavano con amore e trepidazione ed erano umili davanti a Noi. [XXI:90]».

ü       Quando stava per morire, Abu Bakr (r) chiamņ 'Umar (r) e gli fece una raccomandazione, e per prima cosa gli disse: «O 'Umar! Temi Alląh».

ü       'Umar (r) scrisse a suo figlio Abdulląh (r): «Ti esorto a temere Alląh - subhanaHu waTa'āla - Egli protegge chi Lo teme, ricompensa chi in Lui confida e accresce i beni di chi Gli č riconoscente. E metti il timore di Alląh davanti ai tuoi occhi e [fanne la] luce del tuo cuore».

ü       Alģ (r) nominņ un uomo [come comandante] di un battaglione e gli disse: «Ti raccomando di temere Alląh (SWT), Colui che non potrai fare a meno di incontrare, non avrai un fine senza di Lui ed Egli č il Padrone di questa vita e dell'Altra».

ü       'Umar Ibn Abdel Aziz scrisse ad un uomo: «Ti sollecito a temere Alląh (SWT) Colui che non accetta altro e non ricompensa altro [che il timore], molti lo predicano e pochi lo praticano, che Alląh renda me e te dei timorati».

ü       Un uomo chiese a Yunus Ibn Ūbayd qualche consiglio, gli rispose:«Ti raccomando di temere Alląh e di agire bene, perché Alląh č con coloro che Lo temono e con coloro che fanno il bene».

ü       Uno degli avi pii scrisse a suo fratello: «Ti raccomando il timore di Alląh, perché esso č la miglior cosa che ho nascosto, la pił bella che ho mostrato, il risparmio pił proficuo e che Alląh ci aiuti a praticarlo e ci confermi la ricompensa».

ü       Fu detto ad uno degli avi pii in punto di morte: «Consigliaci!», rispose: «Ricordatevi che In veritą Alląh č con coloro che Lo temono e con coloro che fanno il bene. [XVI:128]».

ü       Cosģ un uomo scrisse al fratello: «Sollecito te e me al timore di Alląh, perché č il miglior viatico in questa vita e nell'Altra, fanne il tuo sentiero per ogni bene e la tua fuga da ogni male, in realtą Alląh - subhanaHu waTa'āla - Si č incaricato di salvare le persone che lo praticano da quel che temono e di dar loro il necessario da dove non se l'aspettano».

ü       Raccontņ Shu'ba: «Quando stavo per uscire chiedevo ad al-Hakam: "Mi dai qualcosa?", mi rispondeva: "Ti raccomando quel che il Profeta raccomandņ a Muądh ibn Jabal: Temi Alląh dovunque tu sia e ad una cattiva azione fanne seguire una buona che la cancellerą. Agisci nei confronti della gente con il buon comportamento"».

ü       Fu accertato che il Profeta - pace e benedizioni su di lui - diceva nella sua invocazione: «O Alląh! Ti chiedo di essere ben guidato, il timore, la castitą e la quiete».

ü        Abu Dharr (r) raccontņ: «Il Profeta recitņ questo versetto: A chi teme Alląh, Egli apre una via d'uscita.  [LXV:2], poi disse: "O Abu Dharr, se tutti lo applicassero, sarebbe sufficiente per loro"».

.   Le sue parole (saas): "Temi Alląh dovunque tu sia" significano in segreto ed in pubblico, sia che la gente ti veda o meno.

ü       Da Abu Dharr (r), il Profeta - SallAlląhu 'alayhi waSallam - gli disse: «Ti raccomando di temere Alląh in privato nelle tue questioni, e pubblicamente».

ü       Il Profeta - che Alląh lo benedica e l'abbia in gloria - diceva nella sua invocazione: «Ti chiedo il timore in solitudine ed in compagnia».

.   Temere Alląh - gloria a Lui l'Altissimo - quando si č soli fa parte degli elementi che salvano. E abbiamo gią visto, da Muądh (r), che l'Inviato di Alląh - pace e benedizioni su di lui -  gli disse: "abbi pudore di Alląh come hai pudore di un uomo rispettabile della tua famiglia", questo spiega il timore di Alląh in privato. Per chi sa che Alląh (SWT) lo vede ovunque si trovi e che Lui č ben informato del suo intimo e palese, segreto e pubblico, e poi si ricorda di questo mentre č solo, questo comporta l'abbandono dei peccati nel privato. Di questo significato c'č l'indicazione del Corano, Alląh - Sue la potenza e la lode - dice:

… Temete Alląh …                                                                                                        Corano II. al-Baqara, 2,

… Invero Alląh veglia su di voi.                                                                                  Corano IV. an-Nisą', 1.

ü       Disse un devoto predecessore ai suoi compagni: «Che Alląh faccia rinunciare, noi e voi, all'illecito, come chi rinuncia in segreto e sa che Alląh lo vede ed allora tralascia per timore di Lui», o come disse.

ü       Ash-Shąfģi disse: «Tre sono le cose pił preziose: generositą anche nel poco, timore nell'intimitą e parola di veritą [detta] a colui che si teme o a colui dal quale ci si aspetta un favore».

ü       Disse Abu al-Jild: «Alląh rivelņ ad uno dei Suoi Profeti: chiedi al tuo popolo come mai nasconde i suoi peccati alle Mie creature e li mostra a Me quando sapete che vi vedo, allora siete degli associatori, e se sapete che vi vedo, allora perché Mi rendete il vostro pił critico osservatore?».

ü       Diceva Wahb Ibn al-Ward: «Temi Alląh [tanto] quanto il Suo potere su di te, abbi pudore di Lui [tanto] quanto il Suo avvicinamento a te». Un uomo gli disse: «Dammi un incitamento», gli rispose: «Temi Alląh  e fai che Egli non sia il tuo osservatore pił critico».

ü       Alcuni dissero: «O figlio di Adamo! Se mentre commettevi un peccato nessuno ti ha visto, e quando sei solo con Alląh - l'Unico - osi peccare senza pudore, come sei verso i Suoi servi? Tu sei uno di due: se pensi che Egli non ti veda, allora sei un miscredente e, se sai che Egli ti vede, allora hai commesso un azzardo».

ü       Qualcuno, entrando in bosco, disse: «Se qui commetto un peccato chi mi vede?». Sentģ allora una voce accanto agli alberi del bosco dire:

Non conoscerebbe ciņ che Egli Stesso ha creato quando Egli č il Sottile, il Ben informato?

                                                                                                                               Corano LXVII. al-Mulk, 14.

ü       Qualcuno importunava una contadina e le disse: «Non ci vede [nessuno] se non i pianeti», e lei rispose: «E Chi muove i pianeti?».

ü       Disse al-Hąrith al-Muaşib: «Temere Alląh (SWT) č la sapienza del cuore che avvicina al Signore».

ü       Fu chiesto a al-Juneid a proposito di cosa aiuta ad abbassare lo sguardo, rispose: «Č la tua sapienza: lo sguardo di Alląh verso di te precede quello che tu stai per guardare».

ü       L'Imam Ahmad disse:

Se un giorno riesci a stare tutto solo  Non pensare che Alląh ti trascuri nemmeno per un'ora , non dire che sei solo, ma dģ: "C'č su di me un Guardiano"    o che sia nascosto a Lui ciņ che č invisibile.

.   Il senso č che quando il Profeta - SallAlląhu 'alayhi waSallam -  raccomandņ a Muądh (r) il timore di Alląh, sia in ciņ che č celato che in quello che č palese, lo consigliņ come aiutarsi, paragonando il pudore di Alląh (SWT) a quello che si prova nei confronti di un uomo rispettabile della famiglia, e cioč sentire di continuo col proprio cuore la vicinanza di Alląh e la Sua conoscenza, e cosģ si prova pudore verso Alląh - gloria a Lui, l'Altissimo!

Infatti, Muądh (r) mise in pratica le esortazioni dell'Inviato di Alląh - pace e benedizioni su di lui. 'Umar (r) lo incaricņ di una missione ed egli tornņ senza portare nulla con sé, allora sua moglie lo rimproverņ ed egli le rispose: «Con me c'era un Guardiano [che mi stringeva e non mi lasciava prendere nulla]».

Muądh (r)  intendeva Alląh - l'Altissimo - mentre sua moglie pensņ si trattasse di 'Umar (r) ed andņ a lamentarsi di lui con la gente. Questo č il caso sempre, o quasi sempre, di chi cerca la perfezione adorando Alląh - Sue la potenza e la lode - come se Lo vedesse e dei migliori che evitano i peccati gravi e le perversitą e commettono solo colpe lievi.

Insomma, colui che teme Alląh (SWT) nel privato dą segno di completezza della fede e questo ha grande influenza in quanto l'Altissimo pone nei cuori dei credenti il rispetto per questo credente pio. Infatti l'hadith dice: «Il servo non puņ nascondere un segreto se Alląh gli fa vestire pubblicamente l'abito del bene, se č un bene, del male se č un male», elevato.

ü       Disse Abu ad-Dardą' (r): «Che uno di voi tema Alląh prima che i cuori dei credenti lo maledicano senza che egli se ne renda conto, commette peccati quando č nascosto ed allora Alląh istilla l'avversione per lui nel cuore dei credenti».

ü       Sulayman at-Taimmi disse: «In veritą l'uomo compie il peccato in segreto, ma poi la sua umiliazione si vede su di lui ».

ü       Un altro disse: «In veritą il servo compie un peccato, ed č tra lui ed Alląh, poi incontra i suoi fratelli [nella fede] ed essi ne vedono le tracce. E questa fa parte delle pił grandi prove dell'esistenza del Vero Dio che ricompensa per azioni microscopiche in questa vita e nell'Altra e non Gli sfugge l'operato di nessuno e per la Sua Potenza non servono né ostacolo né dissimulazione. Quindi felice č chi sana quel che č tra lui ed Alląh, cosģ Alląh bonifica quel che č tra lui e la gente. E per chi cerca l'elogio della gente nella collera di Alląh, l'elogio della gente diventa biasimo per lui».

ü       Disse Abu Sulayman: «Il perdente č quello che mostra le sue opere buone alla gente ed appare con le cattive a Colui che gli č pił vicino della sua vena giugulare».

ü       E tra i pił bei racconti, Abu Jaāfar as-Sąih narrņ: «Habģb Abu Mohamed era un commerciante che prestava denaro. Un giorno passņ vicino a dei ragazzini che giocavano, allora alcuni dissero agli altri: "Č arrivato il consumatore di usura", abbassņ la testa e mormorņ: "Dio mio, hai rivelato il mio segreto ai bambini?". Tornato a casa, prese tutti i soldi e disse: "Mio Dio, sono prigioniero, comprerņ me stesso da Te con questi soldi per liberarmi".

Il mattino seguente diede in elemosina tutto il suo denaro e si mise ad adorare Alląh. Poi, un giorno ripassņ vicino a quei bambini, quando lo videro, alcuni dissero agli altri: «Zitti, č arrivato Habib, il devoto", allora egli pianse e disse: "O Alląh! Tu biasimi una volta ed elogi una volta e tutto proviene da Te"».

.   Le sue parole (saas): "ad una cattiva azione fanne seguire una buona che la cancelli". Per quanto il servo abbia l'obbligo di essere timorato, in privato ed in pubblico, e lo rispetti, talvolta trascura il timore o abbandonando un'obbedienza, o infrangendo un divieto, allora bisogna compiere quel che cancella il peccato, cioč bisogna farlo seguire da una buona azione. Alląh - gloria a Lui l'Altissimo - dice:

Esegui la saląt alle estremitą del giorno e durante le prime ore della notte. Le opere meritorie scacciano quelle malvagie. Questo č un ricordo per coloro che ricordano.          Corano XI. Hłd, 114.

ü       Da Ibn Maşułd (r): «Un uomo ricevette un bacio da una donna, poi andņ a dirlo a Profeta. Ed il Profeta restņ in silenzio, finché scese questo versetto, allora lo recitņ per lui, un uomo chiese: "Č riservato ą lui?", rispose (saas): "Non č per tutta la gente"», nei Sahihayn.

.   Nel Suo Libro Alląh - subhanaHu waTa'āla - raccomanda ai timorati quel che ha raccomandato il Profeta - pace e benedizioni su di lui. Dice l'Altissimo:

Affrettatevi al perdono del vostro Signore e al Giardino vasto come i cieli e la terra che č preparato per i timorati, quelli che donano nella buona e nella cattiva sorte, per quelli che controllano la loro collera e perdonano agli altri, poiché Alląh ama chi opera il bene, e quelli che, quando hanno commesso qualche misfatto o sono stati ingiusti nei confronti di loro stessi, si ricordano di Alląh e Gli chiedono perdono dei loro peccati – e chi puņ perdonare i peccati se non Alląh? – e non si ostinano nel male consapevolmente.

Essi avranno in compenso il perdono del loro Signore, e i Giardini in cui scorrono i ruscelli e vi rimarranno in perpetuo. Che bella ricompensa per coloro che ben agiscono!

                                                                                                                               Corano III. al-Imrąn,132-136.

Egli (SWT) presenta i timorati ed il loro buon comportamento verso gli altri: dare in elemosina, reprimere la propria collera, perdonare. Nella descrizione affianca il donare con generositą, al sopportare le malvagitą e questo č l'apice del buon comportamento, quello che il Profeta - SallAlląhu 'alayhi waSallam - consigliņ a Muądh; poi li ritrae come quelli che, quando hanno commesso qualche misfatto o sono stati ingiusti nei confronti di loro stessi, si ricordano di Alląh e Gli chiedono perdono dei loro peccati… [III:135] e non insistono in essi.

Questo dimostra che qualche volta puņ succedere ai timorati di compiere peccati gravi, cioč azioni malvagie e peccati pił lievi come l'essere ingiusti verso se stessi, ma i timorati non persistono in essi, anzi ricordano Alląh (SWT) subito dopo e si pentono immediatamente e Gli chiedono perdono, [in questo caso] il pentimento si esprime con la rinuncia a proseguire nel male.

Il significato delle Sue Parole: "si ricordano di Alląh", cioč ricordano la Sua Maestą , la Sua Severitą , la Sua Punizione e quel che promette come castigo per i peccati e questo comporta l'immediato ritorno, il chiedere perdono ed il rinunciare a persistere.

Alląh - gloria a Lui l'Altissimo - dice:

In veritą coloro che temono [Alląh], quando li coglie una tentazione, Lo ricordano ed eccoli di nuovo lucidi.                                                                                                               Corano VII. al-A'rąf, 201.

ü       Il Profeta - pace e benedizioni su di lui - disse: «Quando il servo commette un peccato e dice: "O Signore mio! Ho peccato, perdonami!", Alląh risponde: "Il Mio servo sa di avere un Signore che perdona i peccati e che li punisce? Gli perdono", poi se compie un altro peccato, invoca: "O Signore! Ho peccato, perdonami!", allora Alląh dice: "Il Mio servo sa di avere un Signore che perdona i peccati e che li punisce? Gli perdono", se pecca di nuovo, dice: dice: "O Signore mio! Ho peccato, perdonami!", Alląh risponde: "Il Mio servo sa di avere un Signore che perdona i peccati e che li punisce? Gli perdono", ad un nuovo peccato chiede: "O Signore! Ho peccato, perdonami!", Alląh dice: "Il Mio servo sa di avere un Signore che perdona i peccati e che li punisce? Ho gią perdonato tre volte il Mio servo, che faccia dunque quello che vuole"», nei Sahihayn, "che faccia dunque quello che vuole", perché poi si pente quando commette peccato.

ü       Da Abu Bakr (r), il Profeta - che Alląh lo benedica e l'abbia in gloria - disse: «Non ha insistito nel chiedere perdono anche se torna [a peccare] 70 volte al giorno», at-Tirmidhi.

ü       Da 'Uqba Ibn 'Amer, un uomo si recņ dal Profeta - SallAlląhu 'alayhi waSallam - e disse: «O Inviato di Alląh! Uno di noi commette un peccato", gli disse (saas): «Gli verrą iscritto», disse: «Ma poi si pente e chiede perdono», rispose (saas): «Gli sarą perdonato e sarą ricompensato [col bene] ed Alląh non si stanca finché non sarete voi ad essere stanchi», estr. al-Hąkim.

ü       Raccontņ 'Aisha (r): «Venne Habģb Ibn ak-Hąrith dal Profeta e gli disse: "O Inviato di Alląh, sono un peccatore", gli rispose: "Chiedi perdono ad Alląh", replicņ: "Mi pento, ma poi torno", e (saas): "Ogni volta che commetti il peccato pentiti", chiese: "O Inviato di Alląh! Allora i miei peccati saranno tanti?", rispose (saas): "Il perdono di Alląh č pił grande dei tuoi peccati"», estr. at-Tabarąni, detto debole.

ü       Da Abdullah ibn Āmr (r), il Profeta - pace e benedizioni su di lui - disse: «A colui che, ricordando un peccato gią commesso, trema il cuore e chiede perdono ad Alląh, il suo peccato sarą cancellato», estr. at-Tabarąni.

ü       Da Ali (r), il Profeta - che Alląh lo benedica e l'abbia in gloria - disse: «Il migliore di voi č il peccatore che si pente», fu detto: «E se ricade?», rispose (saas); «Chiede perdono ad Alląh e si pente», gli fu chiesto: «E se ci casca [di nuovo]?», disse (saas); «Chiede perdono ad Alląh e si pente», gli fu detto: «E se ricade?» , rispose (saas); «Chiede perdono ad Alląh e si pente», fu detto: «E fino a quando?», disse (saas): «Finché sarą Satana a disperarsi».

ü       Da Ibn Maşułd (r), il Profeta - SallAlląhu 'alayhi waSallam - disse: «Chi si pente di un peccato č come chi non ha peccato», Ibn Mąjjah, detto elevato.

ü       Chiesero ad al-Haşan: «Uno di noi chiede perdono dei suoi peccati, poi ci ricade, poi si pente poi li commette di nuovo, ma non ha vergogna del suo Signore?». rispose: «Quando Satana cerca di attirarvi, non vi basti mai il chiedere perdono ad Alląh». E si raccontņ che [al-Haşan] disse: «Non vedo altro comportamento per i credenti» e cioč l'affrettarsi nel pentimento ogni volta che il credente cade nel peccato, come gią detto, il credente č "il peccatore che si pente".

ü       Disse 'Umar Ibn Abdel Aziz nel suo sermone: «Chi si comporta bene ne deve ringraziare Alląh, e chi si comporta male che chieda perdono ad Alląh e si penta, perché nessuno puņ far a meno di compiere alcune azioni che Alląh gli ha posato sulle spalle e gli ha prescritto», in un'altra versione: «O gente! Chi commette un peccato che si penta e chieda perdono ad Alląh e se ci ricade che si penta e chieda perdono, questi sono i peccati che stanno sulle spalle degli uomini e la rovina sta nell'insistere a compierli».

.   Tutto questo significa che il servo non si esime da quel che gli fu decretato di peccati, come disse il Profeta - pace e benedizioni su di lui: «Fu prescritta al figlio di Adamo la sua parte di fornicazione, la compirą senza dubbio alcuno», ma Alląh - gloria a Lui l'Altissimo - ha dato al servo una via d'uscita dai suoi peccati: li cancella con il pentimento ed il chiedere perdono, cosģ facendo [il credente] si sbarazza del male di quei peccati, ma se persiste in essi si rovina.

ü       Da Abdullah ibn Āmr (r), il Profeta - pace e benedizioni su di lui - disse: «Siate misericordiosi riceverete misericordia e perdonate [gli altri] sarete perdonati, guai a [quelli che fanno come] gli imbuti con le parole, guai a coloro che, pur sapendo, insistono in quel che fanno [di male]»;  l'espressione "gli imbuti con le parole" venne spiegata in riferimento a colui le cui orecchie sono come imbuti: ascolta discorsi saggi e buoni sermoni, ma gli entrano da un orecchio ed escono dall'altro, senza che tragga alcun beneficio da quel che ha sentito.

.   Le sue parole: "e se compi un peccato, fallo seguire da un bene"  possono significare il pentimento del peccato commesso, infatti quando il Profeta (saas) inviņ Muądh (r) nello Yemen, gli disse: « O Muądh! Temi Alląh pił che puoi, impegnati per Alląh con tutta la forza che possiedi, e ricorda Alląh ad ogni albero e ad ogni pietra, se commetti un peccato in privato chiedi subito perdono in privato, e se [lo commetti] in pubblico, pubblicamente», estr. Abu ad-Dunya.

ü       Disse Qatąda: «Sulayman raccomandņ: "Se compi un peccato in segreto, fai un bene in segreto e se commetti un peccato in pubblico, fai pubblicamente un bene, cosģ resterą questo e non quello"», con "un bene" si puņ intendere il pentimento o qualcosa di pił generale.

Alląh -  subhanaHu waTa'āla - dice:

Alląh accoglie il pentimento di coloro che fanno il male per ignoranza e che poco dopo si pentono: ecco da chi Alląh accetta il pentimento. Alląh č saggio, sapiente.    Corano IV. an-Nisą', 17,

e:

In veritą il tuo Signore č perdonatore e misericordioso nei confronti di quelli che commisero il male per ignoranza e poi si pentirono e si corressero.                                     Corano XVI. an-Nahl, 119,

e:

a meno che non si penta, creda e operi il bene, ché a costoro Alląh cambierą le loro cattive azioni in buone. Alląh č perdonatore, misericordioso;                                    Corano XXV. al-Furqąn, 70,

e:

In veritą Io sono Colui che assolve chi si pente, crede, compie il bene e poi segue la retta via.

                                                                                                                                           Corano XX. Tą-hą, 82,

e:

Coloro che invece si pentono, credono e compiono il bene, entreranno nel Giardino e non subiranno alcun torto,                                                                                               Corano XIX. Mariam, 60,

e:

e quelli che, quando hanno commesso qualche misfatto o sono stati ingiusti nei confronti di loro stessi, si ricordano di Alląh e Gli chiedono perdono dei loro peccati – e chi puņ perdonare i peccati se non Alląh? – e non si ostinano nel male consapevolmente. Essi avranno in compenso il perdono del loro Signore, e i Giardini in cui scorrono i ruscelli e vi rimarranno in perpetuo. Che bella ricompensa per coloro che ben agiscono!                                   Corano III. al-Imrąn, 135-136.

ü       Anas (r) disse: «Mi č stato riferito che quando scese l'ayah: e quelli che, quando hanno commesso qualche misfatto o sono stati ingiusti nei confronti di loro stessi, si ricordano di Alląh e Gli chiedono perdono dei loro peccati – e chi puņ perdonare i peccati se non Alląh? – e non si ostinano nel male consapevolmente. [III:135], Satana pianse».

ü       Fu raccontato che Ibn Maşułd (r) disse: «Questo versetto č meglio per le persone dei peccati di questa vita e di quel che essa contiene».

ü       Disse Ibn Sirģn: «Alląh ci dą questo versetto, invece ai Figli d'Israele diede il castigo per i loro peccati».

ü       Da Abu al-Āliya, un uomo domandņ al Profeta - pace e benedizioni su di lui: «O Inviato di Alląh! Se il nostro castigo fosse come quello dei Figli d'Israele?», rispose il Profeta (saas): «O Alląh! Non lo vogliamo, non lo vogliamo, non lo vogliamo! Quel che Alląh ci dą č meglio di quel che ha dato loro, se uno dei Figli d'Israele compie un peccato lo trova scritto sulla sua porta insieme alla sua pena, se la sconta sarą per lui un'umiliazione in questa vita e se non lo fa, sarą un'umiliazione nell'Altra vita. Allora quello che Alląh ci dą č meglio di quel che ha dato ai Figli d'Israele. Alląh dice: Chi agisce male o č ingiusto verso se stesso e poi implora il perdono di Alląh, troverą Alląh perdonatore, misericordioso. [IV:110]».

ü       Disse  Ibn Abbąs (r) a proposito del versetto ... e non ha posto nulla di gravoso nella religione... [XXII:78]: «Č la Grandezza dell'Isląm quella che ha dato alla comunitą di Muhammad il pentimento come diritto nell'Isląm, perché l'Isląm cancella le colpe quando Alląh accetta il pentimento, come le cancella accettando l'Isląm di chi da miscredente diventa musulmano autentico». E su questo – disse Ibn Abdel Barr – gli Ulema sono unanimi. 

.   E si puņ intendere con le sue parole (saas): "e ad una cattiva azione fanne seguire una buona" qualcosa di pił ampio del pentimento, come dice Alląh - Sue la potenza e la lode:

Esegui la saląt alle estremitą del giorno e durante le prime ore della notte. Le opere meritorie scacciano quelle malvagie. Questo č un ricordo per coloro che ricordano.          Corano XI. Hłd, 114.

ü       Fu riferito, dal detto di Muądh (r): «Il Profeta ordinņ all'uomo per il quale scese il versetto, di fare l'abluzione e pregare».

ü       Da Abu Bakr (r), « il Profeta - SallAlląhu 'alayhi waSallam - disse: "Non c'č uomo che commetta peccato e faccia poi l'abluzione, preghi e chieda perdono ad Alląh che Alląh non lo perdoni", poi recitņ: e quelli che, quando hanno commesso qualche misfatto o sono stati ingiusti nei confronti di loro stessi, si ricordano di Alląh e Gli chiedono perdono dei loro peccati – e chi puņ perdonare i peccati se non Alląh? – e non si ostinano nel male consapevolmente. [III:135]», estr. Imam Ahmad, Abu Dawłd, at-Tirmidhi, an-Nissąi e Ibn Mąjjah.

ü       Nei Sahihayn, 'Utmąn (r) fece l'abluzione, poi disse: «Ho visto il Profeta fare l'abluzione come me e poi dire: "A chi fa questa mia abluzione, poi prega due rakaąt senza pensare ad altro saranno perdonati i suoi peccati precedenti».

ü       Abu ad-Dardą' (r) disse: «Ho sentito l'Inviato di Alląh dire: "A chi fa l 'abluzione e la fa bene, poi si alza a pregare 2 o 4 rakaąt, durante le quali s'inclina bene e in buon raccoglimento, poi chiede perdono ad Alląh, gli sarą perdonato"», estr. Imam Ahmad.

ü        Anas (r) disse: «Ero con il Profeta quando venne un uomo e disse: "O Inviato di Alląh! Ho commesso un peccato che comporta una punizione, allora dammela", il Profeta non gli chiese quale peccato, all'ora della preghiera e [l'uomo] pregņ con il Profeta, quando terminarono, quello si alzņ e disse: "O Inviato di Alląh! Ho commesso un peccato che comporta una punizione, perciņ applica su di me il Libro di Alląh", chiese (saas): "Ma non hai pregato con noi?", rispose: "Sģ", disse (saas): "Allora Alląh ti ha perdonato il tuo peccato", oppure disse: "la tua punizione"», nei Sahihayn.

ü        In un'altra versione da Abu Umąma: "… Sei [pulito] dal tuo peccato come tua madre ti ha partorito, allora non ricadere!", estr. Ibn  at-Tabari, Muslim. Allora Alląh - gloria a Lui l'Altissimo - fece scendere l'ayah:

Esegui la saląt alle estremitą del giorno e durante le prime ore della notte. Le opere meritorie scacciano quelle malvagie. Questo č un ricordo per coloro che ricordano.

Corano XI. Hłd, 114.

ü       Da Abu Hurayrah (r), il Profeta - che Alląh lo benedica e l'abbia in gloria - disse: «Avete visto mai che se un fiume scorre davanti alla porta di uno di voi ed egli vi si lava cinque volte al giorno, che gli resti qualcosa di sporco?», risposero: «Non ne rimane nulla», disse (saas): «Lo stesso vale per le cinque preghiere [obbligatorie]: con esse Alląh cancella i peccati», nei Sahihayn.

ü       Da 'Utman (r), il Profeta - pace e benedizioni su di lui - disse: «Colui che fa un'abluzione accurata, i suoi peccati usciranno da tutto il suo corpo, fin da sotto le unghie», Muslim.

ü       Da Abu Hurayrah (r), il Profeta - SallAlląhu 'alayhi waSallam - chiese: «Volete che vi mostri per mezzo di cosa Alląh cancella i peccati ed eleva di grado?», risposero: «Certo, Inviato di Alląh!», disse (saas): «Fare le abluzioni nonostante le difficoltą, moltiplicare i passi per andare in moschea e l'attesa della preghiera [successiva] dopo la preghiera [appena eseguita], questo per voi č come montare di guardia [ai confini]», Sahih Muslim.

ü       Da Abu Hurayrah (r), il Profeta - che Alląh lo benedica e l'abbia in gloria - disse: «A colui che digiuna il mese di Ramadan con fede e certezza della ricompensa, saranno perdonati i suoi peccati precedenti, e chi compie [il digiuno di] Ramadan con fede e convinzione della ricompensa avrą il perdono dei suoi peccati precedenti, e chi esegue il rito d'adorazione della notte del destino con fede e certezza della ricompensa, gli saranno perdonati i suoi peccati precedenti», Sahih Muslim.

ü       Da Abu Hurayrah (r), il Profeta - pace e benedizioni su di lui - disse: «Chi compie il pellegrinaggio senza discutere, né corrompere, si libera dei suoi peccati ed č come il giorno in cui sua madre l'ha partorito», nei Sahihayn.

ü       Da Āmr ibn al-Ąss (r), il Profeta - che Alląh lo benedica e l'abbia in gloria - disse: «In veritą l'Isląm demolisce ciņ che l'ha preceduto, l'emigrazione [a causa dell'Isląm] azzera quel che era prima ed il pellegrinaggio annulla quel che era prima», Sahih Muslim.

ü       Da Abu Qatąda, il Profeta - SallAlląhu 'alayhi waSallam - disse a proposito del digiuno di Āshurą' [giorno 10 di Muharram]: «Conto su Alląh per il perdono dell'anno che lo precede», Sahih Muslim.

ü       E disse (saas) per il digiuno nel giorno di 'Arafah [9 Dhu-l-Hijjah]: «Spero in Alląh che per esso accordi il perdono dell'anno che lo segue e di quello che lo precede».

ü       Da 'Uqba Ibn 'Amer, il Profeta - pace e benedizioni su di lui - disse: «Chi commette i peccati e poi buone azioni, č paragonabile a colui che č stretto in un'armatura che lo strangola, poi compie un'opera buona e si apre un anello, poi agisce ancora bene e se ne apre un altro, e cosģ finché se ne libera», estr. Imam Ahmad.

.   Tra le cose con le quali Alląh - gloria a Lui l'Altissimo - perdona i peccati, c'č il ricordo di Alląh (SWT), come abbiamo gią visto quando fu chiesto al Profeta (saas) se la iląh  illa Alląh [non c'č dio tranne alląh] facesse parte delle buone azioni, rispose (saas): «Č il pił grande dei beni».

ü       Da Abu Hurayrah (r), il Profeta - che Alląh lo benedica e l'abbia in gloria - disse: «A colui che dice cento volte ogni giorno: subhanalląh wa bihamdih [Gloria e lode ad Alląh] saranno perdonati i peccati anche fossero come la schiuma del mare», nei Sahihayn.

ü       Da Abu Hurayrah (r), il Profeta - SallAlląhu 'alayhi waSallam - disse: «Chi dice 100 volte ogni giorno: La iląh illa alląh wahdahu la sharģka lahu , lahul mulk wa lahul hamd, yuhyi wa yumģt wa huwa āla kulli shay'in qadir [Non c'č Dio all'infuori di Alląh, l'Unico senza associati, a Lui appartiene il Regno, a Lui appartiene la Lode , dą la vita e la morte ed Egli ha potere su ogni cosa], questo varrą per lui come la liberazione di dieci schiavi e gli saranno iscritte cento buone azioni e cancellati cento peccati e sarą per lui una protezione da Satana per quel giorno fino alla sera, e nessuno agirą meglio di lui, tranne chi fa di meglio».

ü       Da Umm Hani (r), il Profeta - pace e benedizioni su di lui - disse: «[Dire:] La iląh illa alląh cancella ogni peccato e non lo supera nessuna opera [buona]», nella trasmissione di Imam Ahmad e nel libro di Ibn Mąjjah.

ü       Da Anas (r), [un giorno] il Profeta - che Alląh lo benedica e l'abbia in gloria - passņ vicino ad un albero con le foglie secche, allora lo colpģ con un bastone finche le sue foglie caddero e disse: «In veritą [dire] : al-hamdulilląh wa subhanalląh wa La iląh illa alląh wa alląhu akbar [Lode ad Alląh e gloria ad Alląh e non c'č dio tranne Alląh e Alląh č Grande] fa cadere i peccati dal servo come le foglie cadono da quest'albero», estr. da at-Tirmidhi.

ü       Da Anas (r), il Profeta - SallAlląhu 'alayhi waSallam - disse: «In realtą [dire]: subhanalląh wa-l-hamdulilląh wa La iląh illa alląh wa alląhu akbar elimina i peccati come l'albero elimina le sue foglie», estr. Imam Ahmad, sahih.

ü       Fu chiesto ad al-Haşan di un uomo che si tiene alla larga dai peccati, mentre la sua lingua non smette di ricordare Alląh, rispose: «Questo č un buon aiuto».

ü       Fu chiesto all'Imam Ahmad a proposito di un uomo che ha guadagnato del denaro in modo ambiguo, se la sua preghiera ed il suo glorificare Alląh [at-Tasbģh] gli valgono qualche perdono, rispose: «Se prega e glorifica Alląh con la specifica intenzione, spero rientri in quel che Alląh dice: Altri riconoscono i loro peccati, mescolando opere buone e cattive. Forse Alląh accoglierą il loro pentimento. Alląh č perdonatore, misericordioso. [IX:102]».

ü       Disse Mąlik Ibn Dinąr: «Piangere sul peccato allontana i peccati come il vento fa cadere le foglie».

ü       Disse Āta': «Un incontro per ricordare [Alląh (SWT)] cancella i peccati di dieci incontri per futili motivi».

ü       Disse Shwaysh al-Ādwiq che era uno dei primi predecessori: «L'angelo di destra comanda sull'angelo di sinistra, quando il figlio di Adamo commette un peccato e l'angelo di sinistra lo vuole scrivere, l'angelo di destra gli dice: "Non affrettarti! Puņ essere che faccia una buona azione!" e ad ogni bene gliene sarą cancellato uno, e gli verranno iscritti nove beni, allora Satana dice: "Peccato! Chi riuscirą a raggiungere la moltiplicazione[dei beni] del figlio di Adamo?"».

.   Le sue parole: "Agisci nei confronti della gente con il buon comportamento", ciņ fa parte degli elementi del timore ed il timore non č completo senza l'agire bene. Ricordņ (saas) il buon comportamento da solo per la necessitą di evidenziarlo, infatti tanta gente pensa che il timore sia nel rispetto dei diritti di Alląh (SWT), dimenticando quelli delle persone, allora (saas) diede a Muądh l'ordine di comportarsi e convivere bene con la gente. Lo inviņ in Yemen come insegnante, sapiente e giudice, chi ricopre questi incarichi deve senz'altro agire con il bene verso la gente, cosa della quale altri non hanno bisogno.

Si vede spesso che chi pratica i diritti di Alląh (SWT) e si dą al Suo Amore, Timore ed Obbedienza, trascura i diritti dei servi per intero, o in parte. Infatti praticare i diritti di Alląh (SWT) ed insieme quelli dei servi č veramente impegnativo e riesce solo a coloro che hanno una fede completa, come i Profeti ed i sinceri.

ü       Disse al-Hąrith al-Muaşib: «Tre cose sono preziose e rare: la bontą del viso con la riservatezza, il buon comportamento con la religione e la vera amicizia con la fedeltą».

ü      Disse qualche pio antenato: «Dawłd [Davide] stava appartato, allora Alląh gli disse: "Come mai stai da solo?", rispose: "Ho abbandonato la gente per Te, O Signore dei mondi", gli disse: "O Dawłd! Ti mostro come frequentare la gente ed incontrare il Mio compiacimento? Agisci con le persone secondo il loro comportamento e riserva la fede tra Me e te". Infatti Alląh nel Suo Libro ricorda il comportarsi bene con gli altri fra gli elementi del timore, anzi inizia con esso dicendo: … per i timorati, quelli che donano nella buona e nella cattiva sorte, per quelli che controllano la loro collera e perdonano agli altri, … [III:133-134]».

ü       Said al-Maqbari disse: «Abbiamo saputo che un uomo andņ da Gesł, figlio di Maria - su entrambi la pace - e gli chiese: "O, maestro di bene! Come faccio ad essere timorato di Alląh nel modo giusto?", gli rispose: "Con poche cose, ama Alląh con tutto il tuo cuore, con la tua forza datti daffare come riesci, abbi pietą del prossimo come ne hai verso te stesso", chiese ancora: "O, maestro di bene! Chi č il mio prossimo?", rispose: "Il figlio di Adamo, quel che tu non ami per te, non farlo a nessuno, e cosģ sarai timorato di Alląh come si deve"».

.   Il Profeta - che Alląh lo benedica e l'abbia in gloria - fece del buon comportamento il miglior componente della fede.

ü        Da Abu Hurayrah (r) il Profeta (saas) disse: «Il migliore dei credenti č il migliore nel comportamento», estr. Imam Ahmad e Abu Dawłd. In un'altra versione: «In veritą un uomo [fra voi] puņ essere credente ed avere nel proprio comportamento qualcosa che degrada la sua fede», estr. Mohammad Ibn Nasr al-Marusi.

ü        Da 'Usama Ibn Sharģk: «Chiesero: "O Inviato di Alląh! Qual č la miglior cosa data ad un uomo musulmano?", rispose (saas): "Il buon comportamento"», estr. Imam Ahmad, Abu Dawłd, an-Nissąi e Ibn Mąjjah.

ü       Il Profeta - pace e benedizioni su di lui - ci informņ: «Colui che possiede il buon comportamento raggiunge grazie ad esso il livello di chi digiuna e di chi prega la notte. Chi desidera il timore con il digiuno e la preghiera si disinteressa del buon comportamento, pensando che ciņ gli faccia conseguire il timore».

ü        Da 'Aisha (r), il Profeta - SallAlląhu 'alayhi waSallam - disse: «In realtą il credente con il buon comportamento  raggiunge  il livello del digiunatore che prega [a notte fonda]», estr. Imam Ahmad e Abu Dawłd.

ü       Il Profeta - che Alląh lo benedica e l’abbia in gloria - spiegņ: «Invero il buon comportamento č l’opera pił pesante sulla Bilancia e chi lo possiede č la persona pił amata da Alląh e sarą seduta pił vicina ai profeti [nell’Ultimo Giorno]».

ü       Da Abu ad-Dardą (r),  il Profeta - pace e benedizioni su di lui - disse: «Non c'č nulla che si mette sulla Bilancia del servo di pił pesante del buon comportamento, chi lo possiede raggiunge il livello di chi pratica il digiuno e di chi pratica la preghiera», estr. Imam Ahmad, Abu Dawłd e at-Thirmidi.

ü       Da Abdulląh Ibn Āmr, il Profeta - SallAlląhu 'alayhi waSallam - chiese: «Volete che vi dica chi Alląh amerą di pił fra voi e chi sarą pił vicino a me nel Giorno del Giudizio?», risposero: «Oh, sģ!», disse (saas): «Il migliore di voi nel comportamento», estr. Ibn Hibbąn, nel suo Sahih.

ü       E gią abbiamo visto nel detto di Abu Hurayrah (r), il Profeta - che Alląh lo benedica e l'abbia in gloria - disse: «Le cose che fanno entrare pił gente in Paradiso sono il timore di Alląh ed il buon comportamento».

ü        Da Abu Umąma, il Profeta - pace e benedizioni su di lui - disse: «Sono il responsabile di una casa nell'alto del Paradiso destinata a chi rende buono il suo comportamento», estr. Abu Dawłd.

I pii antenati [as-Salaf as-Sąleh] riportarono l'interpretazione del buon comportamento:

ü       Disse al-Haşan: «Il buon comportamento sono la generositą, il dare e la pazienza».

ü       Disse ash-'Shaābi: «Il buon comportamento sono il dono generoso, l'offerta e l'allegrezza» e ash-'Shaābi era proprio cosģ.

ü       Disse Ibn al-Mubąrak: «Č la gaiezza, lo spendere con bontą ed il trattenere il proprio male».

ü       Fu chiesto a Saląm Ibn Abu Mutąī del buon comportamento ed egli allora recitņ una poesia che diceva:

Esso č il mare : da ogni parte lo raggiungi                `             il suo agitarsi č il bene e la generositą č la sua costa.

ü       Disse l'Imam Ahmad: «Il buon comportamento č non andare in collera e non portare rancore», e disse anche: «Il buon comportamento č pazientare in quel che ti arriva dagli altri».

ü       Disse Ishaq Ibn Rąbawaih: «Č il buon umore, il non adirarsi e simili».

ü       Dissero alcuni sapienti: «Il buon comportamento č reprimere la propria collera per Alląh (SWT), essere amabili e di buon umore, tranne che verso l'eretico ed il dissoluto, perdonare i peccatori, ma non nell'educazione e nella punizione, trattenersi dal male nei confronti di ogni musulmano ed alleato, con l'eccezione del porre rimedio ad un male e del riprendere dagli ingiusti il diritto di chi č trattato ingiustamente, [ma si fa] senza abusarne».

ü       Da Muądh Ibn Anas al-Jahniy, il Profeta - che Alląh lo benedica e l'abbia in gloria - disse: «Le migliori azioni sono preservare il legame di parentela con chi lo rompe, donare generosamente a chi ti priva e perdonare chi ti insulta», estr. Imam Ahmad.

ü       'Uqba Ibn 'Amer al-Jahni raccontņ: «L'Inviato di Alląh mi disse: "O 'Uqba ti informo del miglior comportamento della gente di questa vita e dell'Altra? Mantieni il buon legame con chi lo rompe, dona con generositą a chi non ti dą e perdona chi č stato ingiusto con te"», estr. al-Hąkim.

ü       Da Ali (r), il Profeta - SallAlląhu 'alayhi waSallam - chiese: «Volete conoscere i migliori comportamenti di questa vita e dell'Altra? Mantenere il legame con chi lo spezza, donare a chi vi ha negato e perdonare a chi si č comportato ingiustamente verso di voi», estr. at-Tabarąni. 

 

Alhamdulillah č terminata la traduzione del 18° detto!

Ad Alląh appartengono la lode ed il dono!

 

a cura di

Isląmiqra'

Libri Islamici

huda.it All rights reserved.© 2006