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I Pilastri Della Fede

di Jaafar Sheikh Idris

A cura di Mostafa A. Refaei

Dio

Muhammad r, fu inviato per invitare gli uomini a Dio e per insegnare loro il compito per il quale essi sono stati creati e cioè l'adorazione di Dio. Molti degli uomini ai quali egli si rivolse avevano una vaga idea di Dio. Alcuni credevano in Lui, ma Gli associavano degli dei minori; solo alcuni di loro erano veri e propri atei o materialisti il cui credo era {viviamo e moriamo; quello che ci uccide è il tempo che passa.}, [surat Al-Jâthiya (La Genuflessa), vers. n. 24].

             Prima di invitare a Dio tali atei bisogna convincerli che un tale essere esista.. "Perché dovresti mai credere che esista un Dio?" Questa è, naturalmente, la prima domanda che una visione ateistica della vita dovrebbe porsi. La risposta coranica a tale domanda è data nelle seguenti parole:

{Sono stati forse creati dal nulla oppure sono essi stessi i creatori? O hanno creato i cieli e la terra?}, [surat At-Tûr (Il Monte), verss. n. 35-36].

Il Corano afferma qui che per tutto ciò che, come l'uomo, ha un inizio nel tempo, ci sono solo tre modi di spiegare come questo sia venuto ad essere:

a-      O esso è creato. O fatto, o causato da niente, cioè viene dal nulla.

b-     O è il creatore stesso.

c-      O ha un creatore, una causa, un agente, al di fuori di se stesso.

 La terza possibilità non viene menzionata nei versetti citati, ma la si comprende perché il versetto si rivolge a quegli uomini che negano l'esistenza di un Creatore e dice loro che se non esiste alcun Creatore, allora vi rimangono solo due possibilità. Ma il Creatore non entra nei dettagli di una dimostrazione dell'inaccettabilità delle prime due posizioni. La chiarezza di un'espressione spesso convince gli uomini della verità o falsità di un'affermazione. Credere o non credere è qui più una questione di acutezza mentale che psicologica. Ricordiamo un evento storico a proposito di queste parole del Corano: Jubayr Ibn Mut'im, fino ad allora non-musulmano, fu mandato dai Quraysh in missione ai musulmani di Medina. Egli racconta che quando fu arrivato udì il Profeta r, che stava compiendo la preghiera della sera, leggere la cinquantaduesima sura del Corano [surat At-Tûr (Il Monte)] e quando egli arrivò ai suddetti versetti "il mio cuore per poco non andò in pezzi". Poco dopo Jubayr abbracciò l'Islam.

             Perché gli successe questo? Probabilmente perché, il versetto gli chiarì tutto per la prima volta. Non è concepibile che qualcosa venga dal nulla o sia fatto dal nulla, pensò, ed è ancora più inconcepibile che esso si sia fatto da se. Quindi la sola conclusione è che esso abbia un creatore esterno a se stesso.

             Quindi la tesi della negazione di qualsivoglia creatore o causa, non è sostenibile. Ma anche ammettendo che debba essere così, ci si potrebbe ancora chiedere perché tale causa o creatore debba proprio essere il Dio al quale Muhammad r invita gli uomini. Perché mai non poteva essere uno dei molti altri dei nei quali credevano gli uomini e perché non poteva essere persino la "materia" dei materialisti? Pressoché l'intero Corano tratta di tale questione, ma faremo comunque del nostro meglio per dare una breve risposta che potrebbe fornire al lettore le basi della posizione coranica. In luce la risposta è la seguente: per spiegare il venire in essere di enti temporali, il creatore (o causa o agente) che stiamo cercando deve (e questa è una necessità logica) avere gli attributi del Dio al quale ci invita Muhammad r. Perché?

             Il creatore deve essere di una natura differente dalle cose create perché, se fosse della stessa natura, dovrebbe essere temporale e quindi avere egli stesso bisogno di un creatore.

Ne segue che {Niente è simile a Lui}, [surat Ash-Shûrâ (La Consultazione), vers. n. 11]. Se il Creatore non è temporale, allora deve essere Eterno. Ma se è Eterno, non può essere causato, e se niente causa il Suo venire ad essere, niente causa il Suo permanere nell'esistenza, il che significa che Egli deve essere autosufficiente. E se Egli non dipende da alcunché per continuare ad esistere, allora tale esistenza non ha fine. Il Creatore è perciò Eterno e Perpetuo:

-         {Egli è il Primo e l'Ultimo.}, [surat Al-Hadîd (Il Ferro), vers. n. 3].

-         {Tutto quel che è sulla terra è destinato a perire, [solo] rimarrà il Volto del Tuo signore, pieno di Maestà e di Magnificenza.}, [surat Ar-Rahmân (Il Compassionevole), verss. n. 26-27[1]].

 Ci sono due modi secondo i quali le cause producono i loro effetti: essi li producono o naturalmente o intenzionalmente. L'agente che ha gli attributi che abbiamo enumerato non può essere una causa naturale. Poiché, se le cose di questo mondo venissero da Lui spontaneamente, esse non potrebbero essere che della Sua stessa natura. E se, come tutte le cose naturali, Egli causasse soltanto sotto certe condizioni, allora il Suo potere sarebbe limitato. Ne segue che Egli deve essere un agente volontario. Ma l'intenzione implica la conoscenza, ed entrambe implicano la vita.

Allora quel agente deve essere un agente vivente onnisciente con una volontà che sia assolutamente libera. Così Dio, secondo il Corano, fa ogni cosa con intenzione e con uno scopo.

-         {Ogni cosa creammo in giusta misura.}, [surat Al-Qamar (La Luna), vers. n. 49[2]].

-         {Pensavate che vi avessimo creati per celia.}, [surat Al-Mu'miûn (I Credenti), vers. n. 115].

 {Ché il tuo Signore fa quello che vuole!}, [surat Hûd, vers. n. 107] ed è consapevole di ogni movimento della Sua creazione, {E conosce quello che c'è nella terra e nei mari. Non cade una foglia senza che Egli non ne abbia conoscenza. Non c'è seme nelle tenebre della terra o cosa alcuna verde o secca che non siano [citati] nel Libro chiarissimo. Nella notte è Lui che vi richiama, e sa quello che avete fatto durante il giorno.}, [surat Al-An'âm (Il Bestiame), verss. n. 59-60[3]].

 1-                  Dio è un essere vivente con tutto ciò che questo implica: {Allah! Non c'è altro dio che Lui, il Vivente, l'Assoluto. Non Lo prendono mai sopore né sonno. A Lui appartiene tutto quello che è nei cieli e sulla terra. Chi mai può intercedere presso di Lui senza il Suo permesso? Egli conosce quello che è dinanzi a loro e quello che è dietro di loro: mentre essi non comprendono della Sua scienza, se non ciò che Egli vuole.

Il Suo Kursi è più vasto dei cieli e della terra, e custodirli non Gli costa sforzo alcuno. Egli è l'Altissimo, l'Immenso.}, [surat Al-Baqara (La Giovenca), vers. n. 255[4]].

             Dio non è solo dotato di volontà e potente, Egli è anche Giusto ed Equo nel punire le colpe dei peccatori. Egli è misericordioso e la Sua misericordia nelle parole del Profeta Muhammad r "supera la Sua punizione". Cosicché Egli non ci punisce per ciò che compiamo, ma ci perdona e cancella i nostri peccati e accresce e moltiplica le nostre buone azioni.

 

2-      {Quelli che elargiscono dai loro beni per la causa di Allah, sono come un seme da cui nascono sette spighe e in ogni spiga ci sono cento chicchi. Allah moltiplica [il merito] a chi vuole Lui. Allah è Immenso, Sapiente.}, [surat Al-Baqara (La Giovenca), vers. n. 261].

             Questi e molti altri ai quali si può giungere in maniera simile, sono gli attributi che deve possedere il vero Creatore. Ogni altro essere o oggetto del quale si dichiari la divinità, o del quale si dica che è la causa ultima, e che necessariamente manchi di alcuni di tali attributi, non può effettivamente essere ciò che pensiamo esso sia.

 Agli adoratori di oggetti costruiti dall'uomo viene detto: {"Adorate ciò che scolpite voi stessi mentre è Allah che vi ha creati, voi e ciò che fabbricate".}, [surat As-Sâffât (I Ranghi), verss. n. 95-96].

 {Gli associano esseri che non creano nulla e che anzi sono essi stessi creati, e non possono esser loro d'aiuto e neppure esserlo a loro stessi.}, [surat Al-A'râf, verss. n. 191-192].

             Agli adoratori dei corpi celesti viene citata come monito la storia di Abramo: {Quando la notte l'avvolse, vide una stella e disse: "Ecco il mio Signore!". Poi quando essa tramontò disse: "Non amo quelli che tramontano". Quando osservò la luna che sorgeva, disse: "Ecco il mio Signore!". Quando poi tramontò, disse: "Se il mio Signore non mi guida sarò certamente tra coloro che perdono!". Quando vide il sole che sorgeva, disse: "Ecco il mio Signore, ecco il più grande!". Quando poi tramontò disse: "O popol mio, io rinnego ciò che associate ad Allah! In tutta sincerità rivolgo il mio volto verso Colui che ha creato i cieli e la terra: e non sono tra coloro che associano".}, [surat Al-An'âm (Il Bestiame), verss. n. 76-79[5]].

 E quando, più tardi, il Profeta Muhammad r viene a contatto con gli ebrei ed i cristiani, il Corano condanna le loro credenze nella natura divina di esseri umani.

-         {Dicono i giudei: "Esdra è figlio di Allah"; e i nazareni dicono: "Il Messia è figlio di Allah". Questo è ciò che esce dalle loro bocche. Li annienti Allah. Quanto sono fuorviati!}, [surat At-Tawba (Il Pentimento O La Disapprovazione), vers. n. 30[6]].

-         {Dicono: "Allah Si è preso un figlio". Avete detto qualcosa di mostruoso. Manca poco che si spacchino i cieli, si apra la terra e cadano a pezzi le montagne, perché attribuiscono un figlio al Compassionevole. Non si addice al Compassionevole prenderSi un figlio. Tutte le creature dei cieli e della terra si presentano come servi al Compassionevole. Egli li ha contati e tiene il conto e nel Giorno della Resurrezione ognuno si presenterà da solo, davanti a Lui.}, [surat Maryam (Maria), verss. n. 88-95].

 Quindi il Corano continua a spiegare ai cristiani la vera natura di Gesù.

-         {In verità, per Allah Gesù è simile ad Adamo che Egli creò dalla polvere, poi disse: "Sii" ed egli fu.}, [surat Âl-'Imrân (La Famiglia Di Imran), vers. n. 59[7]].

Allora essi sono servi di Dio e quindi non i Suoi figli.

 Alcuni si prendono come dio un qualsiasi altro oggetto, senza necessariamente riconoscerlo come tale o adorarlo in maniera rituale; basta che seguano obbedientemente i suoi dettami, o gli siano devoti o abbiano per tale oggetto quei sentimenti che dovrebbero essere sentiti solo per Dio. Ci sono molti déi sconosciuti di questo tipo.

-         {Non ha visto quello che ha elevato a divinità le sue passioni? Vuoi forse essere un garante per lui?}, [surat Al-Furqân (Il Descrimine), vers. n. 43].

-         {Hanno preso i loro rabbini, i loro monaci e il Messia figlio di Maria, come signori all'infuori di Allah, quando non era stato loro ordinato se non di adorare un Dio unico. Non vi è dio all'infuori di Lui! Gloria a Lui ben oltre ciò che Gli associano!}, [surat At-Tawba (Il Pentimento O La Disapprovazione), vers. n. 31].

 Quindi per essere un musulmano – i.e. per arrendersi a Dio – è necessario credere nell'unicità divina nel senso che Dio è l'unico Creatore, Conservatore, Colui che dà l'esistenza e concede la fonte di energia per tutte le cose. Ma tale convinzione – detta in seguito Tawhid Ar-Rububiyya [Il Monoteismo della Signoria di Allah] – non è sufficiente. Infatti molti degli idolatri sapevano e credevano che solo il Dio supremo può fare tutto ciò. Ma ciò non era sufficienti a farne dei musulmani. Al Tawhid Ar-Rububiyya occorre aggiungere Tawhid Al-Uluhiyya [Il Monoteismo della Divinità di Allah] i.e. bisogna riconoscere il fatto che è solo questo Dio che merita di essere adorato, e quindi bisogna astenersi dal dirigere alcun atto di adorazione a qualcuno o qualcosa di diverso da Lui.

            Nel Corano l'argomento per il Tawhid Al-Uluhiyya [Il Monoteismo della Divinità di Allah] è basato sul Tawhid Ar-Rububiyya [Il Monoteismo della Signoria di Allah] i.e.: se è Dio da solo che crea e controlla tutto perché e a quale scopo adori altri oltre a Lui?

-         {O uomini, adorate il vostro Signore Che ha creato voi e quelli che vi hanno preceduto, cosicché possiate essere timorati. [Egli è] Colui Che ha fatto per voi della terra un letto e del cielo un edificio, e Che dal cielo fa scendere l'acqua con la quale produce i frutti che sono il vostro cibo. Non attribuite consimili ad Allah ora che sapete.}, [surat Al-Baqara (La Giovenca), verss. n. 21-22[8]].

 Avendo conosciuto il vero Dio, l'uomo ha il dovere di affermare ciò che conosce i.e., di credere ed avere fede in Dio, e non lasciare che alcun ulteriore motivo lo induca a negare un fatto che egli sa essere vero.

-         {Coloro che [invece] hanno ricevuto la scienza sanno che questa è la Verità che viene da tuo Signore, credono in essa e i loro cuori vi si sottomettono umilmente.}, [surat Al-Hajj (Il Pellegrinaggio), vers. n. 54].

-         {Quando poi giunsero loro i Nostri segni evidenti, dissero: "Questa è magia evidente!" Ingiusti e orgogliosi li negarono, anche se intimamente ne erano certi. Guarda cosa è accaduto ai corruttori!}, [surat An-Naml (Le Formiche), verss. n. 13-14[9]].

 Quando la fede entra nel cuore di una persona, essa causa stati mentali, che risultano in certe azioni manifeste, ed entrambi sono prova della vera fede.

             Primo tra tutti quegli stati è il sentimento di gratitudine verso Dio, che può ben dirsi l'essenza della "ibada" [l'adorazione di Dio].

 Tale sentimento di gratitudine è così importante che un non-credente viene chiamato "kafir" che significa "colui che nega la verità" ma anche "colui che è ingrato". Si può capire perché sia così quando si legge nel Corano che il motivo principale per negare l'esistenza di Dio è l'orgoglio ingiustificato.

Una persona così orgogliosa non può ammettere di essere creato o governato da un essere del quale egli dovrebbe ammettere di essere più grande che lui stesso ed al quale egli deve essere grato.

-         {Coloro che polemizzano sui segni di Allah, senza aver ricevuto nessuna autorità [per farlo], non hanno altro che invidia nei loro petti: non raggiungeranno il loro scopo.}, [surat Ghâfîr (Il Perdonatore), vers. n. 56].

 Insieme al sentimento di gratitudine c'è quello dell'amore:

-         {E fra gli uomini vi sono coloro che prendono al posto di Allah consimili e li amano come dovrebbero amare Allah. Ma coloro che credono rivolgono ad Allah un amore ben più grande.}, [surat Al-Baqara (La Giovenca), vers. n. 165].

 Un credente ama Dio e Gli è grato per la Sua bontà, ma essendo consapevole dl fatto che le sue buone azioni, sia mentali che fisiche, sono ben lungi dall'essere commensurate ai favori divini, egli teme sempre che a causa delle proprie colpe Dio debba privarlo di qualcuno dei Suoi favori o punirlo nell'aldilà. Quando egli Lo teme, si arrende a Lui e Lo serve con grande umiltà.

-         {Il vostro Dio è un Dio unico. A Lui sottomettetevi.}, [surat Al-Hajj (Il Pellegrinaggio), vers. n. 34].

 Non si può permanere in tale stato mentale, senza ricordare Dio in ogni momento. Ricordare che Dio è così la forza vitale della fede, senza il quale essa si oscurerebbe e potrebbe perdersi, allora:

-         {Che in piedi, seduti o coricati su un fianco ricordano Allah.}, [surat Al-'Imrân (La Famiglia Di Imran), vers. n. 191].

 Il Corano quindi, prescrive e descrive, in grande dettaglio, modi e mezzi per aiutare l'uomo a ricordare Dio e a tenere viva la propria fede. Tutte le ingiunzioni e proibizioni coraniche e del Profeta Muhammad r che si estendono a tutti gli aspetti della vita umana – atti di adorazione e questioni personali, relazioni sociali, ordine politico, ecc. ecc. – hanno lo scopo di mettere l'uomo in uno stato che lo conduca al ricordo di Dio. I dettagli di questo modo di vivere islamico andarono espandendosi nel periodo medinese[10], e quindi non ce ne occuperemo ora. Ma i nuovi principi di tale nuovo ordine erano già stati decretati durante il periodo meccano, e saranno riassunti alla fine di questo capitolo. Adesso continueremo la nostra trattazione degli altri pilastri della fede. Essi sono la fede nella Vita oltre la morte, negli Angeli di Dio, nei Suoi libri, nei Suoi Messaggeri e nel Suo Qadar (il destino), per dimostrare i quali si deve presupporre la fede in Dio.


[1] "[solo] rimarrà il Volto del Tuo signore": nel senso dell'eternità della realtà divina.

"Tutto perirà eccetto il Suo Volto" – [surat Al-Qasas (Il Racconto), vers. n. 88]: questa è una forma tipica dell'arabo in cui la menzione del "Volto di Allah" sta per Allah Stesso (gloria a Lui l'Altissimo).

[2] Allah (gloria a Lui l'Altissimo) ribadisce l'ordine del Creato, la sua meravigliosa distribuzione delle risorse, in una parola il suo perfetto equilibrio ecologico. Ogni fenomeno naturale ha la spiegazione all'interno della logica scientifica contingente o epocale. L'equilibrio apparentemente infranto si ristabilisce incessantemente ad un livello diverso. Le uniche modificazioni strutturali capaci di mettere in crisi l'ecosistema sono quelle prodotte dall'avidità, dall'ignoranza, dalla miopia dell'uomo, che si pone conflittualmente con la Legge di Allah cui obbedisce la natura.

[3] "Vi richiama": il sonno viene considerato come una specie di stato in cui l'anima dell'uomo torna ad Allah. È molto nota l'invocazione che l'Inviato di Allah r pronunciava al mattino al momento del risveglio: "Lode ad Allah che ci fa rivivere dopo averci fatto morire …".

[4] Questo è il celeberrimo versetto chiamato "ayat al-Kursi", conosciuto a memoria da moltissimi musulmani; contiene una splendida sintesi di alcuni Attributi di Allah l'Altissimo. Questo versetto afferma le radici del Tawhid [il monoteismo], le basi della corretta adorazione, circoscrive la meta delle azioni dell'uomo che deve essere verso Allah, richiama alla mente il presentimento della Sublime Magnificenza di Allah e la Sua onniscienza. Tra le questioni particolari inclusi in questo versetto c'è l'attributo "al-Qayyûm", che significa: "Colui che esiste di per Se Stesso e per il Quale tutto sussiste",  che in mancanza di migliori termini equivalente in lingua italiana è stato usato il termine "l'Assoluto. Altra questione è il termine "Kursi", che significa: "sedia, seggio, piedistallo", ma quando si tratta di qualcosa che riguarda Allah l'Altissimo, allora accettiamo il concetto di principio e senza entrare nei particolari o nelle qualità, visto che sono questioni trascendentali che Allah solamente conosce di quali entità si tratta. E sul termine "Kursi" è stato riferito che è il luogo dove si appoggiano i piedi di Allah e nessuno conosce il modo o la qualità se non solo Lui.

Questo versetto gode d'immenso riguardo, come è stato riferito nei hadith del Profeta r, che è il miglior versetto nel Libro di Allah e contiene il Sublime Nome di Allah – "Ismullah al-'Adham", come ha detto il Profeta: "Il Sublime Nome di Allah, col quale se venga invocato, Lui esaudisce, si trova in tre in sure, che sono la Giovenca, la Famiglia di Imran e Taha". È stato riferito che i versetti indicati delle tre sure sono: la Giovenca n. 255, la Famiglia di Imran n.. 1 e 2, Taha n. 111. Disse Ibn Kathir: "Ayat Al-Kursi, include dieci frasi indipendenti, che riguardano l'Entità Divina e la Glorificazione dell'Unipersonale Assoluto".

[Il versetto] Allah, e nessuno all'infuori di Lui può avere alcun attributo di divinità o venerazione, Lui è il Vivente, che non muori mai, che a Lui appartiene ogni significato di vita, come merita la Sua Sublime Magnificenza, Al-Qayyûm, Colui che sussiste per Se Stesso e per il Quale tutto sussiste, Lui non può essere mai colto da sonno o dormiveglia in alcun modo, ogni cosa che esiste nei cieli o sulla terra o ovunque che ci sia, a Lui appartiene, tutti sono Suoi servi e sottomessi alla Sua onnipotenza, nessuno può mai permettersi d'iniziare l'intercessione per qualcun altro presso di Lui senza il Suo permesso, la Sua conoscenza include ogni cosa, ogni essere ed ogni esistenza, Lui sa il presente delle creature, quello che operano, quello che hanno commesso nel passato ed il passato d'ogni cosa, Lui sa ciò che ci sarà nel future delle creature, nessuno può essere a conoscenza di qualcosa della Sua conoscenza, se non di ciò che Lui ha concesso di fargli sapere. L'immensità del Suo Kursi è più vasta dei cieli e della terra, nulla Gli può costare sforzo per mantenere in perfetto equilibrio ed armonia, Lui è l'Altissimo di Se Stesso, dei Suoi Attributi Sublimi, non può essere mai paragonato con gli attributi dei Suoi servi, a Lui appartengono tutte le caratteristiche e gli attributi della Sublime Maestosità, Magnificenza, l'assoluta Eccellenza e Superbia.

[5] La ricerca di Abramo è paradigmatica del percorso seguito dall'umanità alla riscoperta della vera fede. Attraverso l'osservazione del creato l'anima pura giunge ad intuire la presenza di un Creatore, che al di sopra della caducità di ogni creatura, regge e governa tutto l'universo.

[6] "Esdra" o Esra: nel testo del Corano ‘Uzayr, che dormì per cento anni e poi ripristinò la Bibbia i cui esemplari erano stati distrutti da Nabuccodonosor.

[7] "Per Allah Gesù è simile ad Adamo": Gesù è una creatura anche se la sua natura è del tutto particolare. Adamo non ebbe né padre né madre, Eva non ebbe madre, Gesù non ebbe padre.

[8] È un richiamo da parte di Allah per avvisare tutti gli uomini di: "adorare Allah, Colui che ha creato, quelli che c'erano prima di voi, che ha dato esistenza a tutti dal nulla, ha colmati tutti di doni e grazie, temete solo Lui e non rinnegate il culto puro della Sua adorazione, Lui è il vostro Signore, sottomettete a Lui col desiderio del Suo compiacimento e della Suo ricompensa. È il vostro Signore che ha fatto per voi della terra un luogo comodo, adatto alle vostre esigenze, accogliente come fosse un letto ordinato, un tappeto esteso, una culla che vi riceve da piccoli, un giaciglio riceve i vostri corpi, una dimora adeguata alla vostra vita terrena, che con la sua immensa grandezza a voi sembra quasi piatta, nonostante è di forma sferica. Mentre il cielo è di perfetta costruzione che sovrasta la terra.

* NB: L'affermazione della forma sferica della terra è stata riferita nei testi dei commentatori classici, di cui, vedi il commento chiamato "Le luci della Rivelazione ed i segreti dell'interpretazione - Annuar al-tanzyil wa asrar at-ta'wil", di Al-Baydawy, morto nel 685 dell'Egira.

Allah è Colui che ha fatto scendere dalle nuvole le piogge, che è acqua dolce che fa germogliare ogni genere e colore di frutta e vegetazione, che sono un sostentamento per voi. Perciò non scambiate questi doni con l'ingratitudine e l'attribuire a Lui dei soci di alcun tipo, di rivolgere l'adorazione unicamente a Lui, perché lo sapete già che è Lui: il Creatore, Colui che elargisce il sostentamento ed è unicamente Lui che merita d'essere adorato.

[9] Molti di quelli che non accettarono il messaggio di Muhammad r erano convinti della sua veridicità. Negarono per interesse personale e stolido orgoglio nel caso dei corasciti pagani, per malafede e prevaricazione nel caso dei rabbini ebrei.

[10] Il Periodo Meccano, era quello prima dell'emigrazione del Profeta r da Mecca a Medina, che durò 13 anni, mentre il Periodo Medinese era quello dopo l'arrivo a Medina e che durò 10 anni, durante i quali, fu rivelato gran parte del Corano.

Da notare la differenza che il Corano rivelato durante il periodo meccano, curava quasi esclusivamente i concetti del credo e del monoteismo [Al-Aqida ua Al-Tawhid], mentre il periodo medinese aggiunse agli stessi concetti molti altri aspetti della vita sociale e la strutturazione della società islamica.

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