LXXVI

La medicina

Narrò Abu Hurayrah - sia soddisfatto Iddio di lui -:
Il Profeta - Iddio lo benedica e gli dia eterna salute - ha detto:
Dio non ha mai mandato una malattia senza mandare il suo rimedio.



Narrò Rubayyi' figlia di Mu'awwid:
Prendevamo parte alle spedizioni militari insieme coll'Inviato di Dio; portavamo da bere ai combattenti, prestavamo loro servigi e riportavamo a Medina i morti e i feriti.



Narrò Gabir figlio di Abd Allah - sia soddisfatto Iddio di ambedue - che il Profeta - Iddio lo benedica e gli dia eterna salute - aveva detto:
Se in qualcuno dei vostri medicinali c'è del buono, sta nelle ventose, nel bere miele e nelle cauterizzazioni, ma a me non piace essere cauterizzato.



Narrò Anas:
Certi uomini ammalati dissero una volta al Profeta:
O Inviato di Dio, dacci un rifugio e dacci da mangiare.
Una volta guariti dissero che Medina era malsana, e il Profeta li trasferì nella Harrah dove teneva alcune cammelle, dicendo:
Bevete il loro latte.
Guariti che furono, ammazzarono il pastore del Profeta - Iddio lo benedica e gli dia eterna salute - e si po0rtarono via le cammelle.
Furono inseguiti, ebbero tagliate le mani e i piedi e cavati gli occhi. Ho visto uno di loro mordere la terra finché mori.
Al-Haggag domandò una volta ad Anas quale fosse il supplizio più duro inflitto dal Profeta - Iddio lo benedica e gli dia eterna salute -,
e Anas gli raccontò questo. Al-Hasan lo venne a sapere e disse:
Vorrei che non gliel'avesse raccontato.



Narrò Khalid figlio di Sa'd:
Ci mettemmo in cammino e con noi c'era Galib figlio di Abgar, il quale si ammalò in viaggio. Lo riportammo a Medina e venne a visitarlo il figlio di Abu Atiq il quale ti disse:
Avete queste baccarelle nere; prendetene cinque o sette, pestatele poi mettetegliele nel naso da una parte e dal- rana, con qualche goccia d'olio.
Anche A'iscah aveva sentito dire al Profeta - Iddio io benee gli dia eterna salute -: Questa bacca, nera contiene il rimedio di ogni male, fuorché del veleno.
Le domandammo: Quale veleno? Rispose: La morte.



A'iscahsia soddisfatto Iddio di lei - faceva preparare per l'ammalato questa zuppa di latte e crusca e, se l'ammalato moriva, per la sua famiglia afflitta, e diceva:
Ho sentito dire all'Inviato di Dio - Iddio lo benedica e gli dia eterna salute -: Consola il cuore dell'ammalato e in parte da sollievo all'afflizione.



Anas- sia soddisfatto Iddio di lui -, interrogato sul pagamento a chi applica le ventose, disse:
All'Inviato di Dio - Iddio lo benedica e gli dia eterna salute - furono applicste da Abu Taybah, e gli regalò due misure di commestibili. Poi chiamò i suoi che gli mitigaromo il dolore, e disse: I vostri rimedi migliori sono le ventose e il qust marino. Poi disse: Non tormentate con pressioni i vostri bambini malati di udrah(pustola sull'ugola) mentre avete il qust.



Disse Imran figlio di Husayn - sia soddisfatto Iddio di ambedue -:
Non c'è magia se non contro malocchio o puntura.
Queste parole furono riferite a Sa'id figlio di Gubayr, che disse:
Mi ha raccontato il figlio di Abbas che l'Inviato di Dio - Iddio lo benedica e gli dia eterna salute - ha detto:
Mi sono state mostrate le nazioni; passavano un profeta o due profeti con i loro seguaci, e col Profeta nostro non c'era nessuno finché sorse davanti a me un'immensa moltitudine. Esclamai:
Chi sono questi? La mia nazione?
E mi fu detto:
No! invece Mosè col suo popolo. Ma guarda l'orizzonte.
Ed ecco una moltitudine che colmava l'orizzonte. Poi fu detto:
Guarda da questa e da quest'altra parte degli orizzonti celesti.
Ed ecco una moltitudine che li colmava. Fu detto:
Questa è la tua nazione. Ne entreranno in Paradiso, alla rinfusa; 70.000.

Detto questo, il Profeta rientrò in casa senza aver dato nessuna spiegazione ai presenti che si precipitarono dicendo:
Noi siamo quelli che credettero in Dio e seguirono il Suo Profeta! Ma tu hai parlato di noi oppure dei nostri figli nati dall'lslam, mentre noi nascemmo nel tempo dell'ignoranza? Il Profeta - Iddio lo benedica e gli dia eterna salute - li udì, venne fuori e disse loro:
Quelli che entreranno in Paradiso sono coloro che non rubano, non traggono sinistri auspici dagli uccelli, non si cauterizzano e si affidano totalmente a Dio.



Disse Ukkasah figlio di Mihsan:
O Inviato di Dio, io sarò uno di loro?
Rispose:
Sì.
Si fece avanti un altro e disse
E anch'io?
Ukkasah ha la precedenza su di te.

Narrò Sa'id figlio di Zayd: Ho sentito dire dal Profeta: Il tartufo è una delle manne e il suo succo è una medicina per l'occhio.



Narrò A'iscah sia soddisfatto Iddio di lei -:
Quando la malattia dell'Inviato di Dio - Iddio lo benedica e gli dia eterna salute - si aggravò e il dolore fu più forte, chiese alle sue mogli di essere curato in casa mia, e gli fu concesso. Usci in mezzo a due uomini, al-'Abbas e un altro, posando i piedi in terra.
Quando uno dei tradizionisti riferì ciò al figlio di Abbas questi disse:
Sai chi era il secondo uomo che A'iscah non ha nominato?
No - rispose l'altro.
Era Alì.
Continuò A'iscah:
Disse il Profeta - Iddio lo benedica e gli dia eterna salute- che era venuto in camera mia e aveva dolori forti: versatemi addosso sette otri colmi d'acqua a cui non siano state sciolte le bocche, così potrò forse occuparmi della gente.
Lo mettemmo a sedere in una tinozza, appartenente a sua moglie Hafsah, e cominciarmno a versargli acqua da quegli otri finché ci fece ceno: Basta così. Uscì fra gli uomini, eseguì la preghiera e predicò.



Narrò Sahl figlio di Sa'd al-Sa'idi:
Nella battaglia di Uhud, quando si ruppe l'elmo sulla testa dell'Inviato di Dio - Iddio lo benedica e gli dia eterna salute - che aveva la faccia insanguinata e un incisivo rotto, Alì andava e veniva portando acqua nello scudo e Fatimah asciugava il sangue. Vedendo che sull'acqua il sangue aumentava, presa una stuoia, la bruciò e l'applicò alla fronte dell'Inviato di Dio - Iddio lo benedica e gli dia eterna salute -, facendo ristagnare il sangue.



Narrò il figlio di Umar - sia soddisfatto Iddio di ambedue - che il Profeta - Iddio lo benedica e gli dia eterna salute - aveva detto:
La febbre è un rigurgito della calura infernale; spegnetela con l'acqua.



Narrò Usamah figlio di Zayd che il Profeta - Iddio lo benedica e gli dia eterna salute - aveva detto:
Se udite che in una terra c'è la peste, non vi entrate. E se la peste appare in una terra dove siete, non ne uscite.



Narrò Abd Allah figlio di Abbas:
Umar figlio di al-Khattab - sia soddisfatto Iddio di lui - mosse verso la Siria, ma quando arrivò a Sarg incontrò Abu Ubaydah, figlio di al-Garrah e i suoi compagni d'armi, i quali gli comunicarono che la peste si era manifestata in Siria.
Umar ordinò:
Convocatemi i primi Emigrati:
Li chiamarono, e chiese loro consiglio informandoli della peste. Non si trovarono d'accordo: alcuni dicevano: Siamo usciti per un'impresa e non pensiamo che tu debba tornare indietro, altri dicevano: Hai con te gli uomini e i Compagni dell'Inviato di Dio - Iddio lo benedica e gli dia eterna salute -; non pensiamo che tu debba portarli verso questa pestilenza.
Disse Umar:Via da me!, poi ordinò:
Chiamami gli Ansar. Li chiamai; domandò loro consigli, e seguirono l'esernpio degli Emigrati, discordi come loro.
Umar disse: Via da me!
Chiamami quegli anziani dei Coreisciti emigrati a Medina l'anno della presa della Mecca. Li chiamai, e non vi furono neppure due dissenzienti. Dichiararono:
Pensiamo che tu torni indietro con i nostri uomini e che tu non vada avanti verso la pestilenza.
Urnar disse allora a tutti: Io, all'alba, monterò sul mio cammello e voi fate lo stesso.
A questo punto Abu Ubaydah parlò:
Allora voi sarete fuggitivi da quel che Dio ha destinato.
Disse Umar:
Oh, se una persona diversa da te avesse detto questo, Abu Ubaydah. ..! Sì, noi fuggiremo da quel che Dio ha destinato andando verso quel che Dio ha destinato. Che cosa pensi? Se tu avessi dei cammelli che scendono fra i due declivi di una valle, uno erboso e l'altro secco non potrebbe essere forse che pascessero sull'erba per decreto di Dio, o che pascessero sul secco per decreto di Dio? Giunse allora Abd al-Rahman figlio di Awf che era stato assente per qualche suo motivo.
Sono sicuro, disse, di essere informato in proposito.
Ho udito l'Inviato di Dio -Iddio lo benedica e gli dia eterna salute - che diceva:
Se venite a sapere che in una terra c'è la peste, non ci andate; e se la peste avviene nella terra dove vi trovate, non ve ne uscite dandovi alla fuga.
Umar lodò Iddio e tornò indietro.



Narrò A'iscah - sia soddisfatto Iddio di lei -:
Il Profeta - Iddio lo benedica e gli dia eterna salute - soffiava su sé stesso durante la malattia di cui mori, recitando le due sure apotropaiche e quando il male si aggravò, soffiavo io. Disse il narratore del Hadit:
Io domandai ad al-Zuhri come soffiasse il Profeta, e rispose:
Si soffiava sulle mani e poi se le passava sulla faccia.



Narrò Abu Hurayrah sia soddisfatto Iddio di lui -:
Il Profeta - Iddio lo benedica e gli dia eterna salute - ha detto: Il malocchio è verità , ma ha proibito il tatuaggio.



Narrò Abd al-'Aziz: Andai da Anas figlio di Malik insieme con Tabit che gli disse:
Soffro. Rispose Anas:
Vuoi che ti reciti l'incantesimo dell'Inviato di Dio - Iddio lo benedica e gli dia eterna salute -? Allora di:
Mio Dio, Signore degli uomini, tu che mandi via il male, guariscimi Tu che sei il Risanatore; non c'è risanatore al di fuori di Te, guarigione che non lascia malattia.



Narrò Abu Hurayrah che l'Inviato di Dio - Iddio lo benedica e gli dia eterna salute - giudicò fra due donne della tribù di Hudayl.
In una rissa l'una aveva lanciato all'altra un sasso,colpendola al ventre; era gravida, e la creatura morì. Portarono la lite al Profeta - Iddio lo benedica e gli dia eterna salute - che decise:
Il pezzo del sangue dovuto è uno schiavo o una schiava di prima qualità.
Il rappresentante della donna condannata obiettò:
Come puoi chieder d'esser pagato per uno che non ha nè bevuto né mangiato, nè vagito, né parlato? Un essere simile va trascurato!
Disse il Profeta:
Costui è della razza degl'indovini.



Disse Abu Mas'ud: Il Profeta - Iddio lo benedica e gli dia eterna salute -ha proibito il prezzo del cane, il mahr alla prostituta e la mancia all'indovino.



Narrò A'iscaH - sia soddisfatto Iddio di lei -:
L'Inviato di Dio - Iddio lo benedica e gli dia eterna salute - fu stregato da un uomo dei Banu Zurayq chiamato Labid figlio di al-A'sam, al punto che gli sembrava d'aver fatto una cosa che non aveva fatto. Finché, un certo giorno, o una certa notte, lui era con me e pregava, pregava. Poi mi disse:
Sai, A'iscah, che Dio mi ha dato la risposta che gli avevo chiesto? Sono venuti due uomini si sono seduti, uno pressò la mia testa e l'altro ai miei piedi. Uno ha detto all'altro: Che con affligge quest'uomo?
È stregato. Chi l'ha stregato?
Labid figlio di al-A'sam.
Con che cosa?
Con un pettine, un groviglio di capelli e una spata di palma maschio.
Dove si trova questo?
Nel pozzo di Darwan.
L'Inviato di Dio- Iddio lo benedica e gli dia eterna salute - vi andò con qualcuno dei suoi compagni, e al suo ritorno disse:
«A'iscah l'acqua di quel pozzo era rossa come un decotto di henna, e i rami delle palme, intorno, sembravano ceffi di diavoli.
Non hai tirato fuori quell'oggetto?
No! Dio mi aveva guarito e mi ripugnava di procurare guai ad altri per questo.
Poi ordinò che il pozzo fosse interrato.



Narrò Abu Hurayrah - sia soddisfatto Iddio di lui - che Il Profeta - Iddio lo benedica e gli dia eterna saiute - aveva detto:
Chi si precipita giù da un monte per uccidersi, sprofonderà nel fuoco della Gèhenna per tutta l'eternità.
Chi s'è ucciso col veleno s'innabisserà, tenendolo in mano, per tutta l'eternità.
Chi si uccide con una lama, tertà in mano la sua arma e se la conficcherà nel ventre, dentro il fuoco della Geheena sempre, per tutta l'eternità.



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