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Sulla Storia dell'Espansione Islamica

di Abdullah Paolo Gonzaga


Nel Nome di Allah, il Compassionevole, il Misericordioso

L’espansione islamica avvenne principalmente in modo pacifico, la prima zona in cui si avventurarono gli arabi fu la Siria , al tempo dominata dall’impero Bizantino. A questo proposito scrivono gli studiosi Leonardo Capezzone e Claudio Corvino “Possiamo dire che ovunque risiedessero Semiti, il governo Bizantino era fieramente avversato e quindi, non appena cessato il timore di Eraclio, gi Arabi furono salutati come liberatori. L’imperatore infatti, vessato da giganteschi debiti, costringeva i sudditi ad enormi esborsi fiscali e la sua politica ecclesiastica era divenuta una persecuzione per i monofisiti e per gli ebrei. Inoltre, bisogna considerare anche la reazione naturale dell’elemento semitico contro il governo straniero dei Greci, e il fatto che gli Arabi concedessero una completa libertà di religione e anzi, per ragioni di opportunità politiche e fiscali, perlomeno in un primo momento, non vedessero di buon occhio le conversioni, limitandosi all’esazione da cristiani ed ebrei del tributo testatico e fondiario.[1]

Per quanto riguarda il passo successivo, cioè l’invasione dell’Egitto, i musulmani furono accolti dalla popolazione cristiana monofisita come liberatori. Sempre Capezzone e Corvino scrivono “ La Valle del Nilo, fertilissima e ricca di granaglie, non era un miraggio per gli Arabi. La sua intrinseca debolezza politica, dovuta alla decadenza dell’Impero Bizantino che ne deteneva il dominio, andava di pari passo con le problematiche religiose che la rendevano irrequieta e il malcontento diffuso, dovuto soprattutto all’oppressone fiscale di Bisanzio. Ad aggravare la situazione, Ciro, patriarca di Alessandria e governatore civile d’Egitto, era una di quelle figure fosche che sembrano abbondare nella storia bizantina e, più ancora, c’erano i dissensi religiosi con Bisanzio.Clero e popolazione copta, i cristiani egizi monofisiti (sostenitori della natura solo divina di Cristo), non accettavano le conclusioni del monoteismo (coesistenza in Cristo di volontà divina e umana, quest’ultima subordinata alla prima) promulgate da Eraclio. Quando ‘Amr ibn el ‘As giunse sul Delta con il suo piccolo esercito, l’Egitto era pronto per cambiare padrone:la resistenza che incontrò fu poca cosa (…) nel frattempo, caduta Babylon il 6 aprile, ‘Amr pose l’assedio ad Alessandria che depose le armi e pagò un tributo agli invasori, assicurandosi così la salvezza dei cittadini e la libertà di culto[2].

Riguardo la conquista islamica di Gerusalemme così scrivono gli autori:”Nella sua lunga e spesso tragica storia, mai nessuna conquista della città si svolse in maniera più pacifica di quella musulmana.”[3]

Ed ancora più importante, durante il dominio islamico, Gerusalemme godette di una libertà religiosa senza precedenti, Cristiani, Ebrei e Musulmani eseguivano i propri culti in pace e convivenza. Sempre Capezzone e Corvino riportano: ...nella Città Santa, anche negli anni successivi alla conquista, persone di fedi diverse coabitarono in relativa armonia. In una Gerusalemme che dal punto di vista urbanistico portava ancora i segni delle ferite inflitte dalla conquista persiana, le tre comunità religiose si disposero spontaneamente intorno ai propri lughi di culto, dando origine a quei quartieri in cui è attualmente suddivisa la parte antica della città. I Cristiani, che costituivano la maggioranza della popolazione, rimasero sul colle occidentale e continuarono a frequentare e a organizzare processioni e funzioni religiose nei loro edifici sacri. Alla comunità ebraica espulsa dalla città dopo la conquista bizantina, fu consentito di far ritorno e costruire una sinagoga nota come "la grotta". (...) Ai piedi dell' "Haram", in una delle zone meno salubri di Gerusalemme, si stabilirono invece i musulmani." [4]


[1] Leonardo Capezzone e Claudio Corvino ” Maometto, le radici dell’Islam per capire la nostra storia” pp.54-55 ed. De Agostini Rizzoli Periodici s.r.l. Milano

[2] ibidem pp.55-56

[3] ibidem p.69-70

[4] ibidem p.70

 

 


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