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Una Rosa Delicata: La Donna nell'Islam

A cura di Mamdouh AbdEl-Kawi Dello Russo

La parola alle donne

“Che cosa provo davanti al modo di vestire delle donne occidentali? Disagio e pena. Io porto l’hijab ma non sono prigioniera di nessuno. Aderisco con gioia alla mia fede e sono serena. Invece mi sembra che le donne occidentali subiscano una costrizione continua. Sono schiave delle convenzioni. I loro riferimenti sono modelli assurdi cui cercano di somigliare a costo di sacrifici incredibili. E sono preda di ossessioni: il peso, la forma fisica, il seno troppo piccolo o troppo grande, la cellulite… Ricorrono addirittura alla chirurgia plastica per modificare parti del loro corpo se non sono come pensano che dovrebbero essere. Non riescono ad essere se stesse, ad accettarsi per come sono. E questo mi sembra un sintomo di degrado morale e sociale. Evidentemente ai valori fondamentali della spiritualità e dell’interiorità ne antepongono altri, esteriori e inutili”.     

DEEQUA SUDI

 “Dopo i fatti dell’11 Settembre a scuola mi chiamano afgana, talebana, terrorista. In metrò solo perché porto il velo, mi guardano con sospetto, quasi fossi un animale.

Hanno cercato di farmi togliere il velo durante la lezione di storia eppure non credo di disturbarvi perché indosso questo hijab”.           ASSMAA GUEDDOUDA

 “Il Corano è il Libro di cui tutti parlano e che nessuno legge. Alcuni passaggi mi hanno sorpreso: si parla di divorzio e di diritti delle donne già dal VII secolo, quando in Gran Bretagna, giusto per fare un esempio, tutto ciò è arrivato solo nell’800!

Con il burka tutti ti rispettano maggiormente, e anche gli uomini si comportano meglio. E’ come se fossero in soggezione”.      

YVONNE RIDLEY

 “La donna che indossa il velo, se è libera di indossarlo, deve essere rispettata”.       

AFEF

 “L’uomo e la donna sono indispensabili l’uno per l’altra, e viceversa, per poter realizzare in un’unione armoniosa il pieno sviluppo della loro personalità; ciascuno dei due, infatti, trova nel matrimonio, responsabilizzandosi verso l’altro e verso la società, tanto completezza fisica quanto completezza spirituale. La moglie è il rifugio per l’uomo e il marito è il rifugio per lei. La donna musulmana sente l’importanza della sua funzione di moglie e di madre. La mercificazione del corpo femminile come avviene in occidente, è il risultato incivile di una forma abominevole di schiavizzazione della donna, realizzato con il suo consenso, fabbricato dalla manipolazione della sua coscienza. Altro che schiavitù della donna musulmana simboleggiata dal velo!”.

AISHAH 

“La donna musulmana è l’asse, intorno al quale gravitano tutti i componenti della famiglia. La donna è metà della realtà umana, di cui l’altra metà è l’uomo”.

FATIMAH

 “Il rapporto coniugale, quando è vissuto in obbedienza al Comandamento divino, è il rapporto più carico di valore umano tra due persone: l’amore e l’affetto, l’intimità e l’amicizia, l’indulgenza e la comprensione, la pace e la serenità che riempiono i cuori dei coniugi, che si amano in Allah, non si possono comprendere nell’ampiezza smisurata della loro dimensione, se non come manifestazione della Grazia divina, in ricompensa dell’obbedienza al codice di vita dell’Islam”.

SUHAYLAH

 “Capisco che portare il velo faccia effetto, ma per me è parte di una regola che seguo e rispetto. Non mi sento frustrata perché mi vesto così, semmai il problema è di chi ti guarda. La gente si sente in diritto di dirti di tutto. Solo stamattina sull’autobus: ‘Puzzona’, ‘Le talebane si stanno togliendo il velo e tu sei ancora qui’, ‘Amica dei talebani’. Io reagisco, mi arrabbio. A quel punto quando capiscono che sono italiana, succede di tutto. E’qualcosa che sconvolge. All’inizio restano perplessi, poi partono le parolacce. Scrivete che i nostri uomini non ci fanno uscire? Se stai in casa non è perché ti obbliga tuo marito, ma per evitare di essere assalita, presa in giro. Non pretendo di essere capita, solo rispettata. Da quando non lavoro sono meno stressata e posso occuparmi personalmente dell’educazione dei miei figli”.

IMAN

 Il Profeta Muhammad (pace e benedizione su di lui) ha detto:

Il migliore dei credenti è colui che ha il carattere migliore e i  migliori di voi sono coloro che trattano meglio degli altri le loro mogli”.

 Vi sembra che la donna musulmana sia una prigioniera?

Non si direbbe dopo aver letto i loro commenti, come ha giustamente spiegato Deequa Sudi, piuttosto lo è la donna occidentale, tutta diete e lifting, prigioniera di un modello perfetto e inesistente allo stesso tempo. Dio ci ha creato così, e dobbiamo accettarci, con pregi e difetti.

 Asssmaa Gueddouda di 16 anni ci ha spiegato il disagio che ha provato dopo l’11 Settembre in metrò e a scuola. Anche l’italiana Iman ha avuto gli stessi problemi, come per molte altre musulmane nel mondo.

 L’ inglese Yvonne Ridley che ha espresso il desiderio di convertirsi all’Islam e che ha provato ad indossare il burka –non dico adesso che  tutte voi dovete indossarlo, il Corano dice di coprirsi solo il capo- per non farsi riconoscere come giornalista, ha costatato che poi andare in giro coperte non è poi così male.

Persino la modella tunisina Afef, che non porta il velo, ha detto che la donna può essere libera con il velo e deve essere rispettata.

 Le tre italiane convertite all’Islam come Aishah, Fatimah e Suhaylah spiegano bene il vero ruolo della donna musulmana: la donna musulmana è importante nella funzione di moglie e di madre, lo ha detto anche l’altra italiana Iman; la donna è la metà della realtà umana e l’uomo l’altra metà; e la coppia è perfetta e felice se segue il codice di vita dell’Islam. La mercificazione del corpo femminile è la vera schiavizzazione della donna, come spiega anche Aishah.

“Una donna se è bella deve farlo vedere”, dicono spesso le occidentali.

 Mi rivolgo a voi donne:

Non avete detto voi stesse che siete stufe di essere considerate “donne oggetto” e che esigete rispetto?

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