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La Storia dei Profeti

Mamdouh AbdEl-Kawi Dello Russo

Salomone (Sulaiman)

Salomone (pace su di lui) era il figlio di Davide. Due donne si presentarono davanti a Salomone avevano perso i loro due figli nel deserto, mentre lavavano  i vestiti. Un lupo aveva preso uno di loro, ognuna di loro voleva che il bimbo sopravvissuto fosse il suo. Salomone allora ordinò di tagliare il bambino in due, una accettò, l’altra gridò dallo spavento, allora Salomone disse: “Il bambino appartiene alla donna che piange e rifiuta la menomazione del bambino”. I Jinn, gli animali della terra e gli uccelli del cielo obbedivano agli ordini del Profeta, Salomone, fra i tanti pregi, poteva anche parlare agli animali, Allah dà e toglie il potere a chi vuole.

“Salomone succedette a Davide e disse: O uomini, ci è stato insegnato il linguaggio degli uccelli e ci è stata data abbondanza di ogni cosa: invero questa è grazia evidente!”.

(Sura XXVII, V. 16)

Dopo la morte di Davide, Salomone decise di completare la futura moschea, quando l’edificio fu terminato disse: “Questa dimora è stata elevata unicamente per l’adorazione di Allah, l’Altissimo. Non deve restare una sola ora priva dell’insegnamento dei teologi né della lettura di testi che parlino della felicità dell’altro mondo.

Nel paese di Saba, nello Yemen, che aveva come regina Bilqìs, adoravano il sole, allora Salomone invitò la gente compresa la regina a convertirsi, e le mandò una lettera, la regina gli rispose e poi volle incontrarlo.

La regina Bilqìs disse a Salomone:

“E’ questo il tuo trono?”.

Rispose: “Sembrerebbe che lo sia”.

Le fu detto: “Entra nel palazzo”, ed entrò.

Alcune tradizioni riferiscono che, per impressionare la regina, Salomone fece costruire un palazzo di vetro e sotto il pavimento scorreva acqua, allora la donna tirò su le vesti temendo di bagnarsi e scoprì i piedi, pensando di trovare un’acqua profonda, si accorse che si era sbagliata. Il Profeta volle darle una lezione: mai fidarsi solo dell’apparenza, realtà e apparenza possono essere due cose distanti.

Dopo aver costatato che Salomone aveva i requisiti di un Profeta, si scusò ed in seguito si convertì.

 Disse quella: “Signore! Sono stata ingiusta nei miei stessi confronti. Mi sottometto con Salomone ad Allah, Signore dei mondi”.

(Sura XXVII, V. 44)

In seguito divenne una delle spose del Profeta Salomone.

 Come tutti i Profeti, anche Salomone fu messo a dura prova.

Iblìs architettò un piano contro il Profeta, riuscì a farlo sostituire sul trono da un Jinn.

Esistono Jinn buoni e Jinn cattivi, e questo era uno di loro. Il Signore gli aveva tolto le redini del potere, perciò non insistette e se ne andò. Intanto il Jinn compose alcuni libri di magia e stregoneria e li sigillò con il sigillo di Salomone.

 “Prestarono fede (gli uomini) a quel che i demoni raccontarono sul regno di Salomone. Non era stato Salomone il miscredente, ma i demoni: insegnarono ai popoli la magia”.

(Sura II, V. 102)

 Quando Salomone riprese possesso del suo trono, si fece portare il Jinn incatenato e lo fece gettare in mare.

“Gli assoggettammo (a Salomone) il vento, soffiava al suo comando fin dove voleva inviarlo, e gli asservimmo tutti i demoni, costruttori e nuotatori ‘pescatori di perle’ di ogni specie. E altri ancora incatenati a coppie”.

(Sura XXXVIII, V. 36/38)

 Il Profeta Muhammad ha detto “Negli ultimi tempi i demoni che Salomone aveva gettato in mare verranno a mischiarsi con voi, pretendendo di insegnarvi i precetti della vostra religione, ma voi non ascoltateli”.

 Il Signore gli rivelò che doveva prepararsi a lasciare questo mondo. Allora il Profeta pregò Allah di tener nascosta la sua morte ai Jinn e ai demoni finché non avessero finito i lavori.

Il Profeta morì appoggiato sul suo bastone, e solo molto tempo dopo, forse un anno (Allah ne sa di più) i Jinn si accorsero che era morto, quando il bastone cadde in polvere, rosicchiato da una tarma.

“Quando poi decidemmo che morisse, fu solo la ‘bestia della terra’ che li avvertì della sua morte, rosicchiando il suo bastone. Poi quando cadde, ebbero la prova i demoni che se avessero conosciuto l’invisibile, non sarebbero rimasti nel castigo avvilente”.

(Sura XXXIV, V. 14)

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