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La mia strada verso l'Islam

A cura di Mamdouh AbdEl-Kawi Dello Russo

La mia strada

Era la quarta volta che succedeva, avevo ascoltato il Corano e mi ero emozionato. Questa volta è stato davvero qualcosa di...indescrivibile, una sensazione bellissima, più forte delle precedenti. Ero solo, a casa di Sayed, ho pianto tanto in ginocchio, per me era giusto stare così, anche se non capivo molto le parole, sentivo che il Corano entrava dentro al cuore. Ho pregato molte volte Dio che mi aiutasse a trovare la strada giusta, a trovare me stesso, a conoscerlo meglio. Molte volte mi ero posto la domanda chi fosse realmente Dio? Qual’era la vera religione? ero consapevole però che Dio esiste. Ho letto molti libri su ogni religione, anche sull’Islam, le traduzioni in italiano del Corano. Conoscevo bene il Vangelo e anche la Bibbia.  Dio ALLAH mi ha aiutato molto, erano anni che glielo chiedevo, e lui mi ha mostrato finalmente la strada. Ho fatto il confronto fra tutte le religioni ed ho scelto (grazie ad Allah) quella giusta, ormai ero convinto. Quando Sayed tornò dal lavoro gli raccontai tutto e lui mi chiese “E’ successo ancora?” e io “Si Sayed, andiamo, ho deciso”. E’ stato proprio un miracolo, Allah mi ha scoperto gli occhi tenendo aperto il mio cuore. Mi dicevo “Sarà lui a decidere per me, come ha sempre fatto, anche adesso. Sono completamente nelle sue mani”. Il Corano può emozionare anche chi non capisce la lingua araba, com’è successo a me, e sicuramente a molti altri. Mi è stato spiegato che il Corano da noi non arabi è ascoltato con il cuore, al contrario degli arabi e di quelli che sanno l’arabo perfettamente che lo ascoltano sia con il cuore che con la mente. Ero consapevole che convertendomi avrei dovuto affrontare difficoltà, farlo capire ai genitori, alla gente, agli amici. Da ragazzino non pregavo tanto, mi riavvicinai a Dio verso i 20 o 21 anni, quando ero disoccupato da 4 anni, senza più ragazza. Perché vivevo? Qual’era lo scopo più importante nella mia vita? Pregavo di più, andavo in chiesa, scrivevo testi per canzoni, o semplici osservazioni. Ero un cattolico quasi praticante convinto, pur non approvando certe cose…Quando andai con Sayed verso il Centro Culturale Islamico, luogo di preghiera come la Moschea mi passò davanti proprio quell’italiano che mi aveva venduto la traduzione del Corano -non lo trovò molto interessante, peccato- non si accorse di me, forse. Sayed mi disse “E’ il destino. Ma perché non aspettiamo di andare con gli altri?”, “No Sayed” gli risposi “non stiamo andando in vacanza, questa è una cosa importante e devo farla adesso”. Parlai con lo Sheikh di tutto, di quello che mi era successo, che cosa significava tutto questo, gli amici mi dissero che dovevo diventare ormai musulmano, lo Sheikh disse “E chi lo sa, i misteri sono tanti e solo Allah li conosce”. Mi ero presentato da lui con il Corano dei miei amici egiziani in mano. “E’ l’ora della preghiera- mi disse- puoi assistere stando seduto”, in un angolo osservai tutto, era tutta un’altra cosa. Niente musica, niente differenza tra ricco e povero, arabo e italiano, africano e indiano, eccoli i musulmani, tutti in fila scalzi a pregare, e davanti a loro nessuna foto di santi o profeti, nessun prete che dice di assolverti dai peccati, l’uomo si trova solo davanti ad Allah. Lo Sheikh è uno come tanti, che prega insieme con gli altri. Quando finì gli dissi “Si ho deciso” feci la Shahada “giuramento” davanti a lui e a Sayed e mi raccomandò “Sarebbe meglio che ti presentassi davanti agli altri fratelli musulmani questa sera, è importante farsi una doccia”.

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