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Muhàmmad Messaggero di Dio

A cura di al-Shàykh 'Abdu-r-Rahmàn Pasquini

Qualità del Profeta

Un giorno fu chiesto ad al-Hàsan, Dio si compiaccia di lui, nipote del Profeta, di parlare dell’aspetto del Nonno.

Egli disse:

“Anch’io ho fatto la stessa domanda a mio zio Hind a proposito dell’aspetto dell’Apostolo di Dio e lui mi ha risposto così:

‘L‘Apostolo di Dio aveva un aspetto Imponente e maestoso. Il suo viso era luminoso, di una luminosità paragonabile a quella della luna piena. La sua statura era un po’ più alta di quella media e un po’ più bassa di quella che si definisce di solito alta. La sua testa era ben proporzionata alla corporatura e i suoi capelli non erano de crespi de lisci; erano divisi in due parti da una riga nel mezzo e, quanto al/li loro lunghezza, non andavano mai più giù dei lobi delle sue orecchie. La sua carnagione era delicata e la sua fronte alta; aveva folte le due sopracciglia e con un esiguo spazio tra esse. Una vena c’era in quello spazio, che quando era in collera si ingrossava. Il naso era lungo e c‘era su esso una linea di luce, che qualcuno, senza pensarci, avrebbe potuto scambiare per il suo naso. La sua barba era folta. i suoi occhi avevano le pupille nere; le sue guance creino solide, la sua bocca era grande e i suoi denti erano bianchissimi e con degli intervalli. I peli sul suo petto formavano una linea sottile. il suo collo era simile a quello di una statua di argento puro. Il suo fisico era ben proporzionato. La sua corporatura era solida e piena. Le dimensioni del torace e quelle dell’addome erano uguali. Il suo petto era largo e ampia era la distanza tra le sue spalle; i suoi polpacci erano solidi e pieni. Era luminoso. Come ho già detto, tra il collo e l’ombelico c’era una linea di peli, ma il resto del suo torace ne era privo; ne aveva, invece, sugli avambracci e sulle spalle e sulla parte superiore del petto. I suoi polsi erano robusti: larghi i palmi delle sue mani, che erano folti e solidi erano i suoi piedi, i quali avevano la pelle così liscia che l’acqua ci scivolava sopra, Le sue dita erano lunghe e la sua muscolatura eccellente. Quando camminava, la sua andatura era come se stesse scendendo da una collina. Camminava in modo dignitoso e tranquillo. ma con decisione, come chi scende da un pendio. Quando per strada doveva rivolgersi a qualcuno, si girava con tutto il suo corpo. Teneva gli occhi bassi e guardava più verso il basso che verso l’alto. Egli controllava il silo sguardo. Parlava per primo ai suoi Compagni e salutava per primo chiunque incontrasse.

Quando ebbe finito di parlare, chiesi ancora: ‘O zio, dimmi come era il suo comportamento!’

E Ibn Abi Hala rispose:

‘L’Apostolo di Dio, a causa della sua sollecitudine per la salvezza dell’uomo dal fuoco era continuamente preoccupato ed era sempre riflessivo. Non parlava se non quando era necessario e passava lungo tempo in silenzio. Il suo temperamento era mite. Apprezzava molto un dono, anche se piccolo. Non si curava di assicurarsi di ottenere quanto dovutogli né andava in collera. Quando indicava, lo faceva con tutta la mano. Quando era sorpreso di qualcosa girava il palmo della mano su e giù. Quando parlava, portava il suo pollice destro nel palmo della mano sinistra. Quando era in collera, se ne andava e girava la sua faccia. Quando era contento guardava verso terra. In generale la sua risata consisteva in un leggero sorriso, sicché si potevano vedere i suoi denti, che erano bianchi come chicchi di grandine”.

Fu chiesto, ancora, ad al-Hàsan di dire, se ne era a conoscenza, del comportamento dell’Apostolo di Dio quando era in casa sua. Rispose al-Hàsan:

“Lo chiesi, un giorno, a mio padre (‘Alī ibn Abi Talib), il quale mi disse:

‘Quando era in casa divideva il suo tempo in tre parti: una parte per Dio, una parte per la sua famiglia e una parte per se stesso. Del tempo che usava per la causa di Dio la maggior parte lo dedicava alla gente comune e non riservava niente a se stesso in particolare, escludendone gli altri, Della sua condotta nella parte che riservava a se stesso preferiva stare con persone meritevoli e dedicava loro una quantità di tempo corrispondente alla loro eccellenza nella linea di condotta islamica, Egli si preoccupava di loro e li teneva occupati nel far cose buone per loro e per la comunità. Era solito dire: ‘Chi è presente dovrà riferire le cose a quelli che sono assenti e dovete farmi sapere di che cosa hanno bisogno tutti quelli che non hanno la possibilità di essere loro a farmelo sapere’.

Allora, domandai come si comportava quando andava fuori. E mio padre rispose:
‘L’Apostolo di Dio era cauto con la gente, ma faceva senza darlo a divedere, guardando da un‘altra parte o trattando in modo scortese. La sua linea di condotta era equilibrata, senza cambiamenti. Non era negligente per timore che la gente diventasse negligente, né era pressante per timore che la gente si stancasse. Era preparato per ogni eventualità. Non trascurava un diritto, né si indebitava ai punto di essere costretto a chiedere l’aiuto degli altri per adempiere agli impegni presi. Le persone che egli stimava maggiormente erano quelle che avevano per tutti un buon consiglio. Quelli, poi, per i quali aveva la massima stima erano coloro che lo avevano sostenuto e aiutato’.

Chiesi. ancora. del suo comportamento nelle riunioni.

Mio padre mi rispose:

‘L‘Apostolo di Dio non si sedeva o non si alzava mai senza menzionare nel farlo il nome di Dio; non si riservava mai un posto speciale e aveva proibito clic altri lo facessero. Se qualcuno si sedevo vicino a lui, o stava in piedi vicino a lui per /fargli delle domande, gli accordava il suo tempo fino a quando la persona se ne andava. Quando qualcuno gli chiedeva qualcosa di cui lui stesso aveva bisogno, se poteva e ne disponeva, spartiva la cosa con chi gliel’aveva chiesta e, se non poteva, lo consolava con buone parole. Aveva un comportamento ottimo e gentilissimo, comportandosi con una affettuosità paterna nei confronti di tutti. Il suo atteggiamento nelle assemblee era caratterizzato da indulgenza, moderazione, pazienza e confidenza. In quelle a cui partecipava egli aveva disposto che non si alzassero le voci, né venissero resi pubblici i difetti di qualcuno o che qualcuno parlasse delle trasgressioni da lui stesso compiute. Quelli che vi partecipavano erano affezionati gli uni agli altri in grazia del loro timore di Dio e si comportavano con umiltà. Le persone anziane godevano di grande rispetto e verso i giovani c’era compassione e clemenza. I bisognosi ricevevano da essi aiuto e così pure erano trattati con ospitalità gli stranieri’.

Chiesi allora come si comportava con i suoi Compagni.

E mio padre affermò:

‘Con i suoi Compagni l’Apostolo di Dio era sempre sorridente, il suo tono era sempre rassicurante e i suoi modi erano gentili. Non imprecava mai né usava un linguaggio impudico. Non trovava difetti a qualcuno né lo lodava eccessivamente, Ciò che non era essenziale ai fini della salvezza dal fuoco non lo prendeva nemmeno in considerazione, ritenendolo cosa superflua. Tre cose gli erano in impossibili: l’ipocrisia, l’accumulazione di beni materiali, la curiosità per cose che non lo riguardavano. Tre cose riguardo agli altri erano estranee alla sua personalità: il biasimo, il rimprovero e il cercare di scoprire i segreti. Quando parlava, non diceva se non cose per l’aver detto le quali si aspettava una ricompensa da Dio. Quando parlava, gli ascoltatori seduti con lui erano immobili come se ci fossero degli uccelli accovacciati sulle loro teste. Quando lui taceva, allora gli altri parlavano, ma senza fare discussioni in sua presenza. Quando qualcuno stava parlando con lui, tutti gli altri stavano in silenzio fino a quando chi parlava aveva finito. Le loro conversazioni, poi, non avevano come argomento, se non i temi del discorso che era stato intavolato. Lui rideva per quelle cose di cui gli altri ridevano e mostrava sorpresa per le cose per le quali gli altri si sorprendevano. Era paziente con un estraneo che usava un linguaggio volgare. Disse: ‘Se c’è qualcuno che chiede qualcosa di cui ha bisogno, dategliela’. Egli non interrompeva mai uno che stava parlando, ma aspettava sempre che quello avesse finito. O per prendere la parola, o per andarsene”.

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