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             Saddiq Magni (Milano) 
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             In nome di Allah, il Compassionevole, il Misericordioso Mi
            chiamo Saddiq. Il mio racconto è una testimonianza che potrebbe
            dare uno spunto di riflessione ai fratelli o alle persone che
            dell’Islam non conoscono niente o se lo conoscono è per motivi
            non esatti, perché gli viene spiegato in un modo non giusto, dalla
            televisione o da persone che vogliono dare il loro punto di vista
            islamico occidentale non conoscendo le vere fonti. Il
            mio ritorno all’Islam è avvenuto 6 anni fa, a 31 anni,
            precisamente nel Novembre del 2000. Mi trovavo a Milano e mi telefonò
            un fratello musulmano italiano che adesso vive a Torino e che
            conosco da più di 20 anni, perciò è sempre stata un’amicizia
            grande, forte. Mi disse “Vengo a Milano, ci dobbiamo vedere”,
            gli risposi “Va bene, quando arrivi nella mia zona fammi sapere
            che ti raggiungo”. Il giorno dopo arrivò e ci incontrammo ed era
            da parecchio tempo che non ci vedevamo, così ci raccontammo tante
            cose come due persone che non si vedono da tanto tempo.
            Improvvisamente, dopo aver parlato della nostra vita, 
            cominciò a raccontarmi dell’Islam, la mia prima risposta
            fu “No! Non mi parlare dei musulmani perché non mi piacciono”,
            gli risposi così per ignoranza, perché non conoscevo niente
            dell’Islam, perché ciò che vedevo in TV pensavo fosse tutto
            vero. Così era successo anche ad Omar ibn Al Khattab, a Washi, a
            Khalìd bin Walìd e ad Abu Sufyan, che da avversari dell’Islam ne
            erano divenuti acerrimi sostenitori. Subito dopo però, nel suo
            raccontare, mi incuriosì e gli dissi “Va bene, raccontami ciò
            che sai dell’Islam” e rimasi ad ascoltarlo per più di tre ore
            sulla Religione, sul Profeta Muhammad (pace e benedizione su di
            lui), sul Corano e su tutte le nozioni che io ritenevo valide.
            Allora gli proposi di andare a casa mia per mangiare qualcosa e
            fermarsi a dormire. Lo portai nella casa dove abitavo prima e
            continuò a raccontarmi e ad incuriosirmi, fino al momento in cui
            andammo a dormire. Il giorno dopo, come aprii gli occhi, la prima
            cosa che gli chiesi era di andare al Masjed, cioè alla
            “Moschea”, per prendere la traduzione del Corano. Andammo allora
            nel luogo di preghiera dove incontrai dei musulmani religiosi
            davvero gentili, con barba ed abito tradizionale islamico, quelli
            che sono descritti “estremisti”. Il musulmano praticante è una
            persona squisita, di alto pregio, veramente eccezionali, che non ha
            nulla a che fare con i musulmani fuorviati che puoi trovare per le
            strade con i tagli sulla faccia, che spacciano droga o bevono
            alcool, che guardano ed e infastidiscono le donne, o che dicono le
            parolacce. Mi feci dare così la traduzione del Corano, arrivai a
            casa e come ogni sera, poiché a me piace molto leggere iniziai la
            lettura di questa traduzione, per cercare di capire ci impiegai
            sette mesi, il tempo che impiegai per leggere l’intera traduzione
            del Corano. Dall’introduzione alla prima Sura e a tutto il resto,
            c’era un grande interesse da parte mia, così percepii, con
            l’intelletto donato da Allah (swa) la Verità in questa lettura e
            mi chiesi che fosse impossibile che queste parole l’avesse scritte
            un uomo e il commentario del Corano fa comprendere molte cose. Ogni
            sera, da mezz’ora a due ore, iniziavo a leggere e chiedevo
            informazioni a chi ne sapeva più di me, chiedevo dei pareri al
            fratello musulmano italiano, alla moschea, riflettevo su quello che
            avevo letto, finché dopo circa due mesi mi capitò l’esperienza
            più bella della mia vita fino allora, feci un sogno indescrivibile,
            è stato sublime, magnifico. Ho sognato tanta luce, una luce
            incredibile che non è la luce naturale del sole, o
            dell’elettricità, bensì una luce che mi acquietava l’anima e
            l’intensità è difficile spiegarla, era di un’intensità
            veramente più che notevole, io in questo sogno sentivo il mio
            spirito gioire, trovare felicità, goduria, ciò che non ho mai
            provato in altri sogni o da sveglio. Il mio corpo, il mio spirito
            anche da sveglio non ha mai percepito questa bellissima sensazione,
            questa eccezionale sensazione. In questo sogno io mi prostravo con
            la fronte che toccava il terreno, è stato un atto naturale, non mi
            chiesi il perché, nessuno me lo ordinò durante il sogno, è stato
            un gesto naturale, com’è scritto nel Corano ed anche nella Bibbia
            i profeti si prostravano, è l’atto naturale che l’uomo rivolge
            al suo Creatore durante le sue richieste di perdono e durante tutte
            le sue manifestazioni di ringraziamento. Dopo
            essermi svegliato capii che questo era un Segno di Allah, un Segno
            del nostro Creatore ed allora chiamai questo fratello di Torino, gli
            spiegai il sogno e tornò a Milano, nel Novembre del 2000, girammo
            tutta la notte per Milano e mi offrì la sua ospitalità a casa sua
            per circa un mese, venne con suo fratello. Dato che dovevamo
            prendere il treno per Torino, e se ricordo bene era tra le 6 o le 7
            della mattina, dopo aver notato una fontanella pensammo di fare
            subito l’abluzione. A novembre a Milano fa freddo, ma quella
            mattina non sentii alcun freddo ed allora gli dissi di sentirmi
            pronto per tornare all’Islam, per fare la Testimonianza di fede,
            la “Shahada” e facemmo la preghiera del Fajr. La mattina
            partimmo dalla stazione centrale di Milano per raggiungere Torino.
            Arrivati a Torino, verso metà mattina andammo alla moschea dove il
            fratello italiano che si chiama Mohammed mi presentò ai fratelli
            della moschea e disse che volevo abbracciare l’Islam, fare la
            Shahada, che consiste: non avere padroni all’infuori del nostro
            Creatore, il messaggio dell’Islam è che nessuno ha diritto di
            essere padrone dell’uomo tranne Dio (Allah). La testimonianza è
            così “Non c’è altra divinità all’infuori di Allah e
            Muhammad è il suo Messaggero e Profeta”. Così è stato il mio
            ritorno all’Islam, dopodiché ho comprato libri, frequentato
            diverse moschee e conosciuto molti fratelli. Sono in debito con Dio
            il Creatore, Lo ringrazio, perché ho notato nella sua chiamata
            all’Islam una Sua benevolenza nei miei confronti perché io
            rifiutavo l’Islam ed invece Lui mi ha detto “Vieni, entra nella
            Mia misericordia entra nell’Islam e ti farò vedere quello che 
            prima rifiutavi. Per cui io sono in debito, devo continuare a
            ringraziare il Creatore per il ben che mi ha voluto nel farmi
            ritornare. Lui mi ha prescelto. Questa è stata la mia esperienza.  Vorrei dire alcune cose ai musulmani che vivono in Italia e a quelli che non vivono nel nostro paese, sia praticanti o non, affinché la mia storia, il mio ritorno all’Islam possa essere anche per loro un motivo di gioia e di riflessione, per tornare a praticare la Retta Via “Serat-l-mustaqìm”, affinché Allah (swa) Guidi le persone che si sono smarrite e rafforzi le persone che già sono abbastanza impegnate sulla Retta Via, affinché possa guidare entrambi, tutti noi. E volevo dire anche, mi rivolgo soprattutto a quei cristiani monoteisti, che non seguono la trinità, coloro che praticano veramente il Messaggio affinché anche loro possano trovare un punto di riflessione nell’Islam per poter avere delle informazioni più veritiere, per poter apprendere delle nozioni affinché possano essere d’aiuto per loro. Quando ci fu inizialmente il Messaggio di Abramo, Mosè e Gesù (pace su di loro) e degli altri messaggeri, in particolare loro due, il loro messaggio era quello del puro monoteismo, cioè il messaggio monoteistico, successivamente tramutato poi nell’innovazione, nel messaggio trinitario e mi rivolgo anche a questi cristiani trinitari, cioè coloro che seguono la trinità, affinché il nostro Creatore, il Sommamente Misericordioso Possa guidarli alla Verità, affinché possano informarsi tramite delle fonti certe e non sviate, ed informarsi tramite i libri sull’essenza del Messaggio dei Profeti del Creatore nostro. Questo è l’augurio che faccio a tutti quanti i credenti delle varie fedi. Su di voi tutti la pace. 
 Lode ad Allâh, Signore delle creature.  | 
		
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