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La Bibbia è la parola di Dio?

Un Confronto tra Cristianesimo ed Islam sul piano delle scritture

di Abdul Gialil Randellini

a cura del Centro Islamico Italiano

Il Dialogo fra Cristianesimo ed Islam

Assistiamo oggi ad un crescente interesse dei mezzi d’informazione sull’Islam, specialmente nell’Occidente cristiano, dopo secoli di reciproche diffidenze ed incomprensioni, sfociate persino in guerre di religione. Sono sempre più frequenti, infatti, i contatti, gli incontri ed i convegni fra Cristiani e Musulmani. La ragione più evidente è che Cristianesimo ed Islam, le due più grandi religioni della terra, hanno parecchie cose in comune: entrambi credono in Dio, il Creatore, che ha parlato agli uomini per mezzo dei Profeti, dando i Suoi precetti e le Sue leggi, ed in Gesù, figlio di Maria Vergine, Verbo di Dio, il Messia non riconosciuto dagli Ebrei.

L’importanza che assumono la figure di Gesù e di Maria nell’Islam viene evidenziata da Dio stesso, nel Corano, l’ultimo Suo Libro rivelato:

Corano, Surah 3:45 : "Quando gli angeli dissero: "O Maria, Allah ti annuncia la lieta novella di una Parola da Lui proveniente: il suo nome è il Messia, Gesù figlio di Maria, eminente in questo mondo e nell’Altro, uno dei più vicini (ad Allah)".

Sulla base di punti in comune così importanti, e nel desiderio comune di approfondire la conoscenza fra le due grandi religioni, sono sempre più frequenti gli incontri che si tengono fra teologi Cristiani e studiosi Musulmani, fino ai recenti convegni interconfessionali sulla pace e sui problemi del mondo.

Ci si può chiedere come mai, se il Cristianesimo ha quasi duemila anni e l'Islam più di quattordici secoli, questi incontri siano stati promossi solo in tempi così recenti. La ragione va soprattutto ricercata nel fatto che solo negli ultimi tre o quattro secoli, i paesi musulmani asiatici ed africani, sono potuti entrare in contatto diretto col Cristianesimo, con la colonizzazione da parte di Gran Bretagna, Francia, Olanda, Belgio, Spagna e Portogallo. I missionari, al seguito dei colonizzatori, vi portarono il Cristianesimo con l’intento di convertire i Musulmani. Alla fine, coloro che l’abbracciarono, lo fecero seguendo per lo più il pregiudizio che solo con il Cristianesimo essi avrebbero conquistato il grado di progresso e di conoscenza dei loro colonizzatori. La storia insegna invece che il progresso scientifico non dipese affatto dal Cristianesimo, che storicamente vi si oppose, ma fu raggiunto solo dopo la separazione fra stato e chiesa, soprattutto con l’avvento delle teorie dell’Illuminismo.[1]

Negli ultimi decenni, si assiste invece ad un nuovo importante evento in contro tendenza: molti Musulmani, dai paesi asiatici ed africani, emigrano in Occidente, come studenti, lavoratori e professionisti, entrando sempre più in contatto coi Cristiani dei paesi in cui si stabiliscono, portando il messaggio dell’Islam proprio nel cuore dell’Occidente.[2]

Ma altre ragioni spiegano il perché solo oggi vengano promossi con tanta assiduità questi incontri fra Cristianesimo ed Islam. Si avverte, a differenza del passato, come la distanza fra le due fedi, nonostante alcune inconciliabili divergenze teologiche, stia diventando sempre più piccola, perché ognuno è forse più tollerante. Infatti l’Islam obbliga i Musulmani a rispettare i Cristiani, ad essere loro amici, a proteggere loro e la loro libertà di religione dall’intolleranza, soprattutto perché si sentono molto vicini a loro, come insegna l’Altissimo:

Corano, Surah 5:82 :  “Troverai che i più acerrimi nemici dei credenti sono i Giudei ed i politeisti e troverai che i più prossimi all’amore per i credenti sono coloro che dicono: “In verità siamo Cristiani” perché fra loro ci sono uomini di alto studio che non hanno alcuna superbia”.

Sull’onda di questo crescente interesse per l’approfondimento della conoscenza reciproca e della verità, in anni recenti, da parte dei Cristiani si è finalmente evidenziato e dato risalto al fatto che Muhammad (*) discende da Ismaele, figlio di Abramo, tramite il suo secondo figlio Kedar, progenitore degli Arabi.[3]

E’ chiaro che una mentalità più aperta ed un desiderio di verità più accentuato marcano oggi la società moderna e fanno sì che certi pregiudizi, da ambo le parti, possano venire superati con l’approfondimento e la conoscenza reciproca. Solo la conoscenza elimina la diffidenza verso colui che è diverso, soprattutto in campo religioso, quando per secoli si è assistito all’intolleranza, alle guerre di religione ed al diffondersi della menzogna e dell’errore.

In Europa ed in America, molti occidentali stanno ritornando all'Islam. Usiamo il verbo “ritornare” e non “convertirsi”, perché nell’insegnamento islamico ogni uomo nasce in una condizione di totale sottomissione ed obbedienza (in arabo, “Islam”) a delle leggi naturali stabilite da Dio, il Creatore. Queste leggi che concernono il concepimento, l’inizio della vita, la gestazione, ed il parto, sono fissate da Dio e l’uomo non può derogare da esse, manifestando quindi l’esistenza di una condizione naturale comune ad ogni nuovo essere che viene al mondo. Poi i suoi genitori, o la società in cui crescerà, ne faranno un Musulmano, oppure lo convertiranno al Giudaismo, al Cristianesimo, all’ateismo, o ad altre fedi.

E’ però un obbligo preciso del Musulmano far conoscere il Messaggio dell’Islam a coloro che lo ignorano, soprattutto con l’esempio ed il comportamento.


[1] L’Illuminismo rappresentò quel lungo periodo storico dell’evoluzione del pensiero, della cultura e soprattutto dell’atteggiamento generale dello spirito, a seguito della Controriforma, oltre la quale esso si ricollegherebbe allo spirito di rivendicazione terrena e laica della ragione umana  proprio dell’Umanesimo e del Rinascimento. Ne derivò l’idea del “diritto naturale” che acquistò importanza primaria nella concezione illuministica che sorregge quella dottrina  dei diritti fondamentali di libertà di tutti i cittadini del mondo, cui più tardi si legarono in tanta parte le rivoluzioni farncese ed americana, aprendo la via all’idea di una religione staccata da ogni legame con una tradizione confessionale e con una disciplina ecclesiastica. Dell’Illumismo furono importanti esponenti in Francia, il Voltaire, il Diderot, il d’Alembert, in Germania, il Lessing, in Italia il Genovesi, il Beccaria ed altri.

 [2] Nel mondo, gli immigrati Musulmani non hanno portato solo la loro mano d'opera, ma anche la loro religione, tanto che l’Islam, vi si sta diffondendo, sempre più rapidamente. Infatti, mentre la popolazione mondiale è aumentata del 136% dal 1934 al 1984, il Cristianesimo è aumentato del 47% e l'Islam del 235%. (Vedi The Plain Truth, Febbraio 1984, nel numero del 50° anniversario, che cita da The World Almanac and Book of Facts 1935  e da The Reader's Digest Almanac and Yearbook 1983).

 [3] Il Smith's Bible Dictionary, trattando l'argomento, riporta quanto segue: "Kedar (moro). Secondo figlio di Ismaele (Gen. 25:13)... Le origini di Muhammad risalgono ad Abramo attraverso la famosa tribù dei Koreish, che derivava da Kedar. Gli Arabi nella Hejaz sono chiamati Beni Harb (Uomini di guerra), ed erano Ismaeliti fin dalle loro origini. Palgrave dice che la loro lingua è oggi pura come quando il Corano discese (610 d.C.), essendo rimasta invariata per oltre 1200 anni, una bella prova della stabilità dell'Islam."

The International Standard Bible Encyclopedia cita, di A.S.Fulton, quanto segue: "...Delle tribù Ismaelite, quella di Kedar deve essere stata una delle più importanti, tanto che negli ultimi tempi il nome venne applicato a tutte le tribù selvagge del deserto. E' attraverso Kedar (in arabo, Keidar) che i genealogisti Musulmani fanno discendere Muhammad da Ismaele."

Anche il Davis Dictionary of the Bible, 1980, sponsorizzato dal Board of Christian Education of the Presbiterian Church in the USA, riporta alla voce Kedar: "...Tribù discendente da Ismaele (Gen. 25:13)... Il popolo di Kedar..., e dalla loro tribù alla fine nacque Muhammad."

      

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