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La Bibbia è la parola di Dio?

Un Confronto tra Cristianesimo ed Islam sul piano delle scritture

di Abdul Gialil Randellini

a cura del Centro Islamico Italiano

Muhammad nella Bibbia

g) Muhammad, Servo, Messaggero ed Eletto di Allah

Secondo il punto di vista islamico, un altro chiaro riferimento alla missione profetica di Muhammad (*) si trova in Isaia 42, di cui andiamo ad analizzare i seguenti versetti:

1. "Ecco il mio servo che Io sostengo, il mio eletto, nel quale si compiace la mia anima; ho effuso il mio spirito su di lui: egli apporterà la giustizia ai popoli."

“Ecco il mio servo..., il mio eletto...”: nell’insegnamento islamico, tutti i Profeti sono servi di Allah, Suoi messaggeri ed eletti, uomini, pii, puri, scelti per essere i portatori del Suo messaggio[1].

“...egli apporterà la giustizia ai popoli.”, si adatta perfettamente alle caratteristiche di Muhammad (*) che non fu inviato ad un solo popolo, come tutti i Profeti che l’avevano preceduto, ma a tutti i popoli della terra, con una missione universale di giustizia e di pace.

2. "Egli non grida, né alza la voce, né la fa udire nelle strade."

Questo descrive il grande pudore del Profeta Muhammad (*), uomo mite, gentile, che ha insegnato il comportamento islamico della riservatezza, della cortesia e della pazienza e che ha affermato che: “il più forte è colui che sa trattenere la sua ira.”[2]

3. "...fedelmente apporterà la giustizia."

4. "Non vacillerà, né verrà infranto fino a che non abbia dato la giustizia alla terra; infatti, le isole attendono il suo insegnamento."

Mantenendosi costantemente fedele all’ordine divino ricevuto, la vittoria che ottenne sui suoi nemici è stata la vittoria della giustizia sullo sfruttamento e sull’oppressione, e della verità sull’oscurantismo della miscredenza e dell’idolatria. Muhammad (*) è stato l’artefice della propagazione del messaggio di liberazione dell’Islam all’umanità intera, atteso da tutti coloro che soffrono, dalla terraferma alle isole[3].

5. ...

6. "Io, il Signore, ti ho chiamato per l'equità, ti ho preso per mano; ti ho formato perché fossi alleanza con il popolo, luce alle genti."

"...ti ho formato...", significa che il Signore ha fatto di lui il Profeta universale, l’ultimo Messaggero, il Sigillo della Profezia. Secondo l’insegnamento islamico, Egli non invierà nessun altro Profeta dopo di lui, avendo Allah, con il messaggio di luce e di pace dell’Islam, completato l’alleanza e concluso la missione profetica verso tutte le genti. Muhammad è inoltre l’unico fra i Profeti, il cui Libro, il Corano, e la cui pratica di vita, sono giunti fino a noi nella versione integra ed originale, a differenza di quanto è avvenuto per le Scritture del Giudaismo e del Cristianesimo.

"...luce alle genti.", perché l’insegnamento dell’Islam si diffuse rapidamente a molti popoli lontani, tanto che la sua propagazione dura tuttora, poiché è destinata all’umanità intera.

7. "Perché tu aprissi gli occhi ai ciechi, perché strappassi alle catene i prigionieri, dalla prigione coloro che dimorano nelle tenebre."

"...gli occhi ai ciechi,..." e "...dimorano nelle tenebre.", stanno a significare la vita della miscredenza, che lascia gli uomini come ciechi, all’oscuro della verità.

"...strappassi alle catene i prigionieri,...", sta a significare l'abolizione della schiavitù, conquistata, per la prima volta nella storia del genere umano, con l'avvento dell'Islam, che insegna che “nessuno è padrone dell’uomo, tranne Dio.”

8. "Io, il cui nome è: "Il Signore", non cederò ad altri la mia gloria, né la lode a me dovuta, agli idoli."

Infatti, l’insegnamento fondamentale dell’Islam, destinato a tutta l’umanità, è il riconoscimento della Unicità del Signore, il Quale non ha consoci nella detenzione del Suo potere divino, ed al Quale solo spetta la lode e l’adorazione ed il riconoscimento della missione profetica di Muhammad (*), che lottò fino alla  sconfitta dell’idolatria e del politeismo.

9. ...

10. "Cantate al Signore un cantico nuovo, cantate la Sua lode dai confini della terra..."

"...un cantico nuovo,...", nell’ottica islamica sta a significare che non può essere in lingua ebrea od aramaica, ma in una nuova lingua, diversa, in questo caso l’arabo. Tramite la rivelazione divina, la lingua araba è diventata il mezzo per cementare ed unire attorno al Corano tutta l’umanità, con le sue diversità[4].

11. "Levate la voce, deserto e città, luoghi dove dimora Kedar; cantino gli abitanti delle rocce, dalla cima dei monti risuonino voci acclamanti!"

Se ne deduce dunque, che questa profezia, riferita in Isaia, 42, non potrà mai essere applicabile ad un profeta israelita, in quanto Kedar è il secondo figlio di Ismaele, progenitore degli arabi, dal quale discende appunto il Profeta Muhammad (*)[5].

“...dalla cima dei monti risuonino voci acclamanti!”: si riferisce al fatto che durante i giorni del Pellegrinaggio alla Sacra Ka’aba, dal Monte Arafat, nei pressi di Mecca, ogni anno i Pellegrini si riuniscono, secondo il rituale[6].

12. "Tributino gloria al Signore e nelle isole annuncino la Sua lode!"

Questo è un altro segno della universalità dell’Islam, la religione scelta da Allah, che insegna che la lode e l’adorazione va tributata solo a Lui. Infatti, esso si è propagato dalla terraferma fino alle isole dell’Indonesia e del Mar dei Caraibi, segno dell’universalità del suo messaggio e del suo insegnamento, destinato alla diffusione all’umanità intera.

13. "...contro i Suoi nemici manifesta la Sua forza."

In breve tempo, soprattutto con l’accettazione dell’Islam da parte dei suoi più acerrimi nemici, Muhammad (*) stabilì in Arabia il primo Stato Islamico della terra, governato dalla Legge di Dio.

Nell’ottica islamica, questa profezia di Isaia, 42 si adatta dunque in maniera stupefacente alle caratteristiche del Profeta Muhammad (*), come a nessun altro Profeta, così come risulta dai riscontri obiettivi evidenziati dall’analisi appena proposta.


[1] Tuttavia, nessun Profeta oggi viene chiamato universalmente, come Muhammad (*), con questi specifici titoli, "il Suo Servo e il Suo Messaggero eletto", in arabo: "Abduhu wa Rasuluhul Mustafa". Addirittura nella Testimonianza di Fede Islamica è ribadito questo concetto relativo al Profeta Muhammad (*): "Rendo testimonianza che non c'è divinità all'infuori di Allah, che non ha consoci, e rendo testimonianza che Muhammad è Suo Servo e Messaggero."

Questa stessa formula viene ripetuta cinque volte al giorno dai minareti, nella chiamata alla preghiera, poi ancora cinque volte al giorno, immediatamente prima dell'inizio di ciascuna preghiera, e nove volte al giorno nel Tashahhud per le preghiere obbligatorie, ma parecchie volte di più quando il Musulmano esegue delle preghiere volontarie superrogatorie e quando rende la testimonianza di fede, come invocazione a Dio.

[2] Da parte di tutti i Musulmani, pure il messaggio islamico deve essere portato a coloro che non lo conoscono, soprattutto con l’esempio, ed in forma chiara e persuasiva. Inoltre, il Profeta Muhammad (*) ci insegna ad essere rispettosi soprattutto della libertà altrui, in quanto, come afferma Dio stesso, non deve esserci obbligo alcuno nella religione:

Corano, Surah 2:256 : “Non c’è costrizione nella religione...”

[3] Gesù, a differenza di Muhammad (*), non prevalse in terra sui suoi nemici, e dovette patire sofferenze a causa del rifiuto dei figli di Israele ad accettare il messaggio divino.

[4] Infatti, la lettura del Corano viene fatta solo in lingua araba, cioè nella lingua in cui Allah l’ha rivelato al Profeta Muhammad (*). Inoltre, dai minareti delle moschee sparse in tutto il mondo, viene elevata, cinque volte al giorno, per la chiamata alla preghiera, la lode ad Allah, in lingua araba. La preghiera stessa, è recitata, sempre in lingua araba, da tutti i musulmani del mondo, così come il Profeta Muhammad (*) l’ha insegnata.

[5] Vedere la Nota 4. Riguardo alla genealogia di Kedar, così si legge nella Bibbia: Genesi, 25:13 : “Ecco i nomi dei figli d’Ismaele...: Nebaiot, primogenito d’Ismaele, Kedar...”

[6] In quell’occasione l’acclamazione che essi senza sosta alzano ad Allah è: "Eccomi al Tuo comando, o Allah, eccomi al Tuo comando. Tu non hai consoci. Eccomi a Te. In verità, Tua è la lode, le benedizioni e il regno. Tu non hai consoci al tuo fianco."

      

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