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A proposito dell'Islâm

di Tariq Ramadan

Traduzione di Asmae Dachan

Islâm: sottomissione e pace

Il termine Islâm viene dalla radice araba salama che ha due sfumature importanti.

La prima è un atto di sottomissione, ovvero, il riconoscimento, attraverso lo coscienza dell’uomo, di un Essere al di là di tutti gli esseri, di un Creatore, Uno ed Unico, al quale essa riconosce la per-esistenza  su tutte le cose. Egli è Uno, non c’è nessun dio all’infuori di Lui. Egli è al di là di tutto ciò che si può immaginare.

La seconda sfumatura di questo termine, sulla quale, di solito, non si insiste in maniera sufficiente, è legata al senso di accedere alla pace, che è evidente nella parola salama, salima. Nella tradizione musulmana, si ha l’idea di doversi cautelare, proteggere, di dover mettere un limite a tutto ciò che potrebbe turbare l’accesso allo stato di pace interiore.

Queste due sfumature sono legate intimamente e definiscono nel giusto modo e in pianezza il termine Islâm. L’uno accompagna l’altra, si completano, edificando l’uomo nella sua dimensione essenziale, cioè come essere di cuore, d’interiorità. Il riconoscimento di Dio procura all’uomo la pace interiore. La consapevolezza della relazione alla trascendenza riavvicina l’uomo alla vita interiore e gli procura la pace immediata.

Una tradizione islamica dichiara che Dio ha novantanove nomi, anche se, di fato, sono ben più numerosi. Tra di essi si trova As-Salam, la Pace. Dio è la Pace e attraverso questo attributo in forma completa, totale e perfetta, ci invita a camminare verso lo stato di pace interiore. L’uomo arriva a questa pace solo quando è in grado di ascoltare l’essenza della sua anima, quando è in sintonia totale col suo essere originario, attraverso il riconoscimento del divino.

     

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