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A proposito dell'Islâm

di Tariq Ramadan

Traduzione di Asmae Dachan

Le diverse dimensioni dell’adorazione

L’uomo che ha capito il senso di questo equilibrio può percorrere, in modo individuale,  il  cammino della sua vita con serenità, applicando tutti gli insegnamenti e le regole dettate da Dio, senza mai dimenticare però di essere parte di una comunità, anche quando compie gli atti dell’adorazione. Ognuno dei cinque pilastri essenziali dell’Islâm, favorisce un cammino spirituale che è in rapporto con la comunità di fedeli.

 Molteplici sono le dimensioni nell’adorazione: prima di tutto la purificazione dell’essere attraverso la preghiera (salat), essere con Dio, da soli, cinque volte al giorno, lasciando fuori il mondo per non percepire altro che la Sua Realtà attraverso un’elevazione spirituale. Preghiera che si può fare da soli, perché essa è espressione dell’intimità del cuore che si rivolge al Creatore, ma che è più meritorio fare in gruppo. Ci viene insegnato che una preghiera con altre persone vale ventisette volte una preghiera fatta individualmente. Essere nella solitudine della propria interiorità, ma allo stesso tempo con la comunità rinforzi l’uomo così come l’uomo arricchisce la comunità.  Il musulmano è dunque solo nella propria preghiera, ma ha bisogno degli altri per vivere questa solitudine, nel cuore di un’armonia collettiva.

Il digiuno (sawm) evidenza lo stesso principio, cioè una dimensione che è insieme purificazione del cuore nell’ambito spirituale, ma anche purificazione del corpo, che dura per un mese all’anno, o più (per coloro che aggiungono dei giorni di digiuno volontario o sostitutivo). Questa purificazione si fa da soli, perché ogni  persona soffre la fame personalmente, ma anche collettivamente perché tutte le persone digiunano nello stesso periodo. Lo stesso discorso vale per il pellegrinaggio (hajj), ogni persona sopporta da sola lo sforzo di andare verso la casa di Dio, ma contemporaneamente altre centinaia di migliaia di persone  si dirigono verso lo stesso luogo.

La zakat, imposta sociale purificatrice, consiste nel prelevare dal denaro di ogni persona una certa somma (circa il 2,5% del suo  capitale) che servirà sia come purificazione individuale, che come un gesto di solidarietà sociale nei confronti dei bisognosi. 

 La realtà della purificazione del patrimonio attraverso la zakat, del cuore attraverso la preghiera, del corpo attraverso il digiuno, si riflette in tutti gli atti dell’adorazione, affinché l’uomo possa avvicinarsi sempre di più alla sua natura originaria di adoratore dell’Unico.

Questa sistematica purificazione facilita il cammino dell’uomo verso la libertà, nel modo in cui Dio ha stabilito e nel modo in cui il Suo messaggero ci ha indicato.

     

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