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Le Donne nell'Islam e le Donne nella Tradizione Giudeo-Cristiana

Mito & Realtà

Dott. Sharief Abdel Azeem

Traduzione di AbdEl Kawi M.Dello Russo

Le proprietà della moglie?

Le tre religioni ripartiscono una credenza irremovibile nell'importanza dell'unione e della vita di famiglia. Inoltre acconsentono alla guida del marito sulla famiglia. Tuttavia, le differenze vistose esistono fra le tre religioni riguardo i limiti di questa guida. La tradizione giudeo-cristiana, diversa dall’Islam, virtualmente estende la guida del marito nella proprietà della sua moglie. La tradizione ebraica per quanto riguarda il ruolo del marito verso sua moglie proviene dalla concezione che la possiede come possiede il suo schiavo. 19 questa concezione è stata la ragione dietro il doppio standard nelle leggi sull’adulterio e dietro la capacità del marito sui voti annuali di sua moglie. Questa concezione inoltre è stata la responsabile per proibire alla moglie tutto il controllo sulla sua proprietà o sui suoi guadagni. Non appena una donna ebrea si sposa, perde completamente tutto il controllo sulle sue proprietà ed i guadagni che vanno al marito. I rabbini ebrei hanno dato ragione al marito sulle proprietà di sua moglie come corollario sul possesso di lei: " Il Talmud descrive la situazione finanziaria di una moglie come segue: "come può una donna avere qualche cosa; qualsiasi cosa sua appartiene al suo marito? … Se invita un ospite in casa sua e lo nutre, è come stesse rubando da suo marito... " (San. 71a, Git. 62a)

 Il fatto che la proprietà di una donna ebrea ha valore per il pretendente. Una famiglia ebrea assegnerebbe alla loro figlia una parte della proprietà di suo padre da usare come dono di nozze. Era questo la dote che rese una figlia ebrea una difficoltà non accettata dai padri. Il padre ha dovuto crescere sua figlia per anni e prepararsi con un grande dono per il matrimonio. Quindi, una ragazza in una famiglia ebrea era un obbligo per nessun patrimonio. 21 questa responsabilità spiega perchè la nascita di una figlia non è stata celebrata con gioia nella società ebrea anziana (vedi il capitolo "le figlie della vergogna?"). La dote era il regalo di nozze presentato al governo sotto i termini di possesso. Il marito fungerebbe da proprietario pratico della dote ma non potrebbe venderla. Perderebbe tutto il controllo sulla dote al momento del matrimonio. Inoltre, lei pensava di lavorare dopo il matrimonio e che tutti i suoi guadagni sarebbero andati al marito in cambio della sua manutenzione che era il suo obbligo. Potrebbe riguadagnare la sua proprietà soltanto in due casi: la morte del marito o divorzio. Se muore in primo luogo, erediterebbe la sua proprietà. Nel caso della morte del marito, la moglie potrebbe riguadagnare la sua proprietà prematrimoniale ma non è stata autorizzata ad ereditare alcuna parte nella proprietà del marito defunto. Bisogna aggiungere  che il governo anche ha dovuto presentare un regalo di nozze, ancora una volta finchè il proprietario di questo regalo si sia sposato. 22

 CRISTIANITA’. Fino a poco tempo fa, ha seguito la stessa tradizione ebraica. Entrambi le autorità religiose civili nell'impero romano cristiano (dopo Constantino) hanno richiesto un accordo della proprietà come circostanza per riconoscere l'unione. Le famiglie hanno offerto le loro figlie che aumentano le doti e, di conseguenza, gli uomini tendono a sposarsi più presto mentre le famiglie non offrivano più tardi al matrimonio delle loro figlie. 23 secondo la legge del diritto canonico, una moglie è autorizzata alla restituzione del suo dono se l'unione fosse annullata a meno che fosse colpevole di adulterio. In questo caso, le è stata privata la dote che è rimasta nelle mani del marito. 24 secondo il diritto canonico e la legge civile cristiana, una donna sposata in Europa ed in America aveva perso in ritardo i suoi diritti di proprietà fino al diciannovesimo e inizi del ventesimo secolo. Per esempio, i diritti delle donne secondo la legge inglese sono stati compilati e pubblicati nel 1632. Questi diritti includono: "quello che il marito ha è suo. Quello che è della moglie è del marito." 25 la moglie non soltanto ha perso la sua proprietà sull'unione, ha perso pure la sua personalità. Non c'era nessun utile atto legale di lei. Il marito potrebbe rinnegare tutte le vendite o regali fatti da lei non essendo utile all’obbligo legale. La persona con la quale ha avuta il contratto è stata mantenuta come criminale per partecipare ad una frode. Inoltre, non potrebbe citare o essere citata col suo proprio nome, né potrebbe citare il suo proprio marito. 26 una donna sposata è stata praticamente trattata come un infante secondo la legge. La moglie semplicemente è stata proprietà del marito e quindi ha perso la sua proprietà, la sua personalità giuridica e il suo nome di famiglia. 27

 L’ISLAM dal settimo secolo D.C., ha assegnato alle donne sposate la personalità indipendente che l’occidente giudeo-cristiano aveva privato fino ai tempi recenti. Nell'Islam, la sposa e la sua famiglia non sono sotto alcun obbligo di presentare un regalo al governo. La ragazza in una famiglia musulmana non è responsabile. Una donna è dignitosa nell’Islam che non ha bisogno per presentare i regali per attrarre i potenziali mariti. È il governo che deve presentare la sposa con un regalo di nozze. Questo regalo è considerato la sua proprietà e nè il governo nè la famiglia della sposa ha la parte o il controllo su di esso. In alcune società musulmane oggi, un regalo di nozze di cento mila dollari in diamanti non è insolito. 28 La sposa mantiene i regali del matrimonio anche se dopo è divorziata. Al marito non è concessa alcuna parte nella proprietà della sua moglie tranne che gli offre con il suo libero consenso. 29 il Corano ha dichiarato in modo abbastanza chiaro la relativa posizione su questo: "E date alle vostre spose la loro dote . Se graziosamente esse ve ne cedono una parte, godetevela pure e che vi sia propizia."(4:4)

 La proprietà ed i guadagni della moglie sono sotto il suo controllo completo e per il suo solo uso poiché lei ed i bambini mantenuti sono responsabilità del marito. 30 non importa come la moglie possa essere ricca, non è obbligata a fungere da co-fornitore per la famiglia a meno che lei stessa scelga volontariamente di fare così. Gli sposi ereditano l'un l'altro. Inoltre, una donna sposata nell'Islam mantiene la sua personalità giuridica indipendente ed il suo nome di famiglia. 31 un giudice americano ha commentato una volta i diritti delle donne musulmane: "una ragazza musulmana può sposarsi dieci volte, ma la sua individualità non è assorbita da quella dei suoi vari mariti. È un pianeta solare con un nome e personalità giuridica dei suoi beni." 32

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