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I Pilastri Della Fede

di Jaafar Sheikh Idris

A cura di Mostafa A. Refaei

IL QADAR[1]

(La giusta misura)

             Il significato originario della parola "Qadar" è una misura specifica o un ammontare vuoi di quantità che di qualità. Tale parola ha loti altri usi che derivano da questo nucleo di significato. Così "yuqaddir" significa, tra le altre cose. "misurare o decidere la quantità, la qualità o la posizione, ecc., di qualcosa prima di realizzarlo materialmente". Ed è quest'ultimo senso che ci interessa qui.

{Ogni cosa creammo in giusta misura}, [surat Al-Qamar (La Luna), vers. n. 49[2]].

 Prima di creare ogni cosa, Egli sa già che la creerà e che tale cosa sarà di una certa grandezza, qualità o natura, ecc., e specifica il tempo in cui questa verrà in essere e perirà, e il luogo che occuperà. Quindi, chiunque creda nel vero Dio, dovrebbe credere che in natura non esistano accidenti. Se ci capita qualcosa di spiacevole, dovremmo dire "Dio lo ha ordinato ed ha fatto ciò che ha voluto" e non dovremmo struggerci nel desiderio che ciò non fosse accaduto o preoccuparci che possa accadere. Se d'altro canto ci accade qualcosa di piacevole, non dovremmo vantarcene troppo, ma ringraziare Dio per questo.

{Non sopravviene sventura né alla terra né a voi stessi, che già non sia scritta in un Libro prima ancora che [Noi] la produciamo; in verità ciò è facile per Allah. E ciò affinché non abbiate a disperarvi per quello che vi sfugge e non esultate per ciò che vi è stato concesso. Allah non ama i superbi vanagloriosi.}, [surat Al-Hadîd (Il Ferro), verss. n. 22-23].

 Se Dio compie il verbo "yuqaddir" (cioè predestina, predetermina, ecc.) su ogni cosa, allora ciò include anche le nostre cosiddette libere azioni. Ma se è così, in che senso possiamo dire che le nostre azioni sono libere; e in che senso siamo responsabili delle nostre azioni? Questa domanda ha dato origine all'apparire, ai primordi della storia dell'Islam, di due scuole teologiche diverse. Una di esse, chiamata "Qadariya" (ossia "misura stabilita", la scuola del "libero arbitrio"), affermava il libero arbitrio dell'uomo e la sua responsabilità sino a negare la presapienza divina e asserendo che Dio conosce le nostre azioni liberamente compiute solo dopo che le abbiamo in atto. L'altra, chiamata "Jabriyya", fece l'opposto e affermava che non c'è differenza tra il movimento degli oggetti animati e i nostri movimenti nel compiere le cosiddette libere azioni, e che quando noi usiamo un linguaggio intenzionale ci esprimiamo solo in senso metaforico.

             Ma non c'è bisogno di spingere a tali estremi, poiché non è difficile conciliare la divina "misura stabilita" (Qadar/ predestinazione) e la responsabilità umana. Dio decise di creare l'uomo come agente libero, ma Egli sa (e come potrebbe non saperlo?) prima di creare ogni uomo, come questi userà la propria libera volontà; quale sarà, per esempio, la sua reazione quando un profeta gli chiarirà il messaggio di Dio. Tale pre-conoscenza e il fatto che questa sia iscritta in un "Libro", viene chiamato "Qadar". "Ma se noi siamo liberi di usare la nostra volontà", potrebbe dire qualcuno della scuola Qadariyya, "potremmo usarla in modo che contraddicono il volere di Dio, e in tal caso non potremmo dire che tutto è voluto o decretato da Dio". Il Corano risponde a tale domanda ricordandoci che è stato Dio a volere che noi fossimo liberi e responsabili ed è Lui stesso che ci permette di usare il nostro arbitrio.

{In verità questo è un Monito. Chi vuole, intraprenda dunque la via che conduce al suo Signore. Ma voi lo vorrete solo se Allah lo vuole. Allah è sapiente e saggio.}, [surat Al-Insan (L'Uomo), verss. n. 29-30[3]].

 "Se è così", direbbe uno della scuola Qadariyya, "Egli avrebbe potuto impedirci di compiere il male". Certo che potrebbe farlo:

{Se il tuo Signore volesse, tutti coloro che sono sulla terra crederebbero. Sta a te costringerli ad essere credenti? Nessuno può credere, se Allah non lo permette. Egli destina all'abominio coloro che non ragionano.}, [surat Yûnus (Giona), verss. n. 99-100].

{Se Allah avesse voluto, non Gli avrebbero attribuito alcun consimile. Non ti abbiamo nominato loro custode e neppure sei loro difensore.}, [surat Al-An'âm (Il Bestiame), vers. n. 107].

 Ma Egli ha voluto che gli uomini fossero liberi specialmente in fatto di fede e incredulità:

{Di': "La verità [proviene] dal vostro Signore: creda che vuole e chi vuole neghi".}, [surat Al-Kahf (La Caverna), vers. n. 29[4]].

 Ma gli uomini non sarebbero così liberi se, ogniqualvolta uno di loro volesse compiere il male, Dio glielo impedisse e lo costringesse a compiere il bene.

            "Se le nostre azioni sono volute da Dio", potrebbe dire qualcuno, "allora esse sono in realtà Sue azioni". Questa obiezione è basata su di una confusione. Dio vuole ciò che noi vogliamo nel senso che Egli ci garantisce la volontà di scegliere e ci dà la possibilità de eseguire la nostra volontà. Egli cioè crea tutto che ci rende questo possibile. Ma non è che è Dio voglia una nostra azione nel senso che è Egli stesso a compierla, altrimenti sarebbe come dire che, quando beviamo, o mangiamo, o dormiamo, per esempio, allora Dio le crea, Egli non le compie o fa. Un'altra obiezione, basata su di un'altra confusione, è che Dio ci permette di compiere il male, quindi Egli approva il male ed esso gli piace. Ma volere qualcosa nel senso di permettere a una persona di comportarsi in quel determinato modo, è una cosa e approvare la sua azione e ordinarla è tutta un'altra cosa. Non tutto quello che Dio "vuole", in questo senso, Gli piace. Egli ha, come abbiamo appena letto nel Corano, garantito all'uomo la scelta tra la fede e l'incredulità, ma Egli, naturalmente, non ama che gli uomini non credono e non siano riconoscenti.

 {Se siete miscredenti, [sappiate che] Allah è Colui che basta a Se Stesso, ma non accetta la miscredenza dei Suoi servi. Se invece siete credenti Se ne compiace.}, [surat Az-Zumar (I Gruppi), vers. n. 7].


[1] Qadar deriva da "qadara" che vuol dire: stabilire, determinare, ordine qc. (Dio). In questo caso significa "la giusta misura".

[2] Allah (gloria a Lui l'Altissimo) ribadisce l'ordine del Creato, la sua meravigliosa distribuzione delle risorse, in una parola il suo perfetto equilibrio ecologico. Ogni fenomeno naturale ha la sua spiegazione all'interno di una logica scientifica contingente o epocale. L'equilibrio apparentemente infranto si stabilisce incessantemente ad un livello diverso. Le uniche modifiche strutturali capaci di mettere in crisi l'ecosistema sono quelle prodotte dall'avidità, dall'ignoranza, dalla miopia dell'uomo, che si pone conflittualmente con la Legge di Allah cui obbedisce la natura.

[3] L'unica volontà reale è quella di Allah (gloria a Lui l'Altissimo) e solo quelli che Lui guiderà potranno intraprendere e percorrere il cammino che a Lui conduce.

[4] La fede è una libera scelta dell'uomo o è un dono di Allah a coloro che la desiderano? Ma chi mette nel cuore il desiderio di fede se non Allah Stesso (gloria a Lui l'Altissimo)?

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