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I Pilastri Della Fede

di Jaafar Sheikh Idris

A cura di Mostafa A. Refaei

Gli Inviati

Gli inviati sono esseri umani scelti da Dio i quali hanno l'onore di recapitare il messaggio di dio ad altri uomini e donne. Essere un tale inviato non è una posizione che si ottiene attraverso uno sforzo consapevole. È una grazia di Dio che Dio elargisce a chi ne è degno. Quindi gli inviati non appartengono al nostro stesso rango. È vero, sono uomini, ma uomini di uno standard morale, spirituale e intellettuale così elevato che li qualifica – davanti a Dio – come i portatori della Sua Luce al mondo. Quando Dio ne sceglie uno, Egli concede all'inviato un "chiaro" segno: {Invero inviammo i Nostri messaggeri con prove inequivocabili, e facemmo scendere con loro la Scrittura e la Bilancia. Affinché gli uomini osservassero l'equità.}, [surat Al-Hadîd (Il Ferro), vers. n. 25], che provi la verità delle sue affermazioni e lo distingue dai falsi profeti, maghi e ciarlatani.

{E invero giunsero ammonimenti alla gente di Faraone. Smentirono tutti quanti i Nostri segni, perciò Li afferrammo con la presa di un possente, onnipotente.}, [surat Al-Qamar (La Luna), verss. n. 41-42].

{Mosè ne fu intimorito. Gli dicemmo: "Non aver paura. Avrai il sopravvento. Getta quello che c'è nella tua mano destra: divorerà quello che han fatto, perché quello che han fatto è artificio di mago; e il mago, ovunque vada, non avrà riuscita".}, [surat Tâ-Hâ, verss. n. 67-69].

 Nessuno di loro tradisce il messaggio o smette di essere esemplare nella pratica di ciò che predica.

{Disse: "O popol mio, cosa pensate se mi baso su una prova evidente giuntami dal mio Signore, Che mi ha concesso provvidenza buona? Non voglio fare diversamente da quello che vi proibisco, voglio solo correggervi per quanto posso. Il mio successo è soltanto in Allah, in Lui confido e a Lui ritornerò".}, [surat Hûd, vers. n. 88].

 Quando le fu chiesto della condotta del Profeta Muhammad r, sua moglie ‘Aisha (che Allah sia soddisfatto di lei) disse: "Il suo comportamento [morale] era il Corano", volendo dire che egli con la sua condotta rifletteva fino ai minimi dettagli i precetti e gli ideali del Corano.

 Due punti collegati tra loro e sottolineati dal Corano – e che quindi meritano di essere elaborati – sono l'umanità dei Profeti e la natura del loro compito.

             Nonostante la grande differenza spirituale, morale e intellettuale che vi è tra essi e gli uomini normali, e malgrado la relazione tutta speciale che essi hanno con Dio, nondimeno i Profeti sono uomini con tutto ciò che questo implica. Essi generano e sono generati; mangiano e devono e vanno al mercato: {Prima di te non inviammo alcun Messaggero che non mangiasse cibo e non camminasse nei mercati.}, [surat Al-Furqan (Il Discrimine), vers. n. 20]; dormono e muoiono: {Non concedemmo l'immortalità a nessuno uomo che ti ha preceduto. Dovresti forse morire, se essi fossero immortali? Ogni anima gusterà la morte.}, [surat Al-Anbiyâ' (I Profeti), verss. n. 34-35]; dimenticano e sbagliano: {Ne mangiarono entrambi e presero coscienza della loro nudità. Iniziarono a coprirsi intrecciando foglie del giardino. Adamo disobbedì al suo Signore e si traviò.}, [surat Tâ-Hâ, vers. n. 121[1]].

             La loro conoscenza è limitata e quindi essi possono parlare di quella parte di futuro che Dio rivela loro: {[Egli è] Colui che conosce l'invisibile e non lo mostra a nessuno, se non a un messaggero di cui si compiace, che fa precedere e seguire da una guardia [angelica].}, [surat Al-Jinn, verss. n. 26-27]. Essi non possono intercedere presso Dio per conto di una qualunque persona se non con il Suo permesso: {Chi può intercedere presso di Lui senza il Suo permesso?}, [surat Al-Baqara (La Giovenca), vers. n. 255], e non è il loro volere a far sì che gli uomini percorrano la retta via: {Non sei tu che guidi coloro che ami: è Allah che guida chi vuole Lui. Egli ben conosce coloro che sono ben guidati.}, [surat Al-Qassas (Il Racconto), vers. n. 56].

Riassumendo, essi non giocano alcun ruolo nel governo dell'universo: {Tu non hai nessuna parte in ciò, sia che [Allah] accetti il loro pentimento sia che li castighi, ché certamente sono degli iniqui.}, [surat Âl-'Imrân (La Famiglia Di Imran), vers. n. 128[2]].

Molti antichi studiosi dell'Islam hanno osservato che per enfatizzare l'umanità del Profeta, il Corano lo ha chiamato "servo di Dio" in tre circostanze onorevoli:

-         {Benedetto Colui che ha fatto scendere il Discrimine [il Corano] sul Suo sevo, affinché potesse essere un ammonimento per tutti i mondi.}, [surat Al-Furqân (Il Discrimine), vers. n. 1].

-         {Gloria a Colui che di notte trasportò il Suo servo dalla Santa Moschea alla Moschea remota di cui benedicemmo i dintorni, per mostrargli qualcuno dei Nostri segni.}, [surat Al-Isrâ' (Il Viaggio Notturno)].

-         {Quando il servo di Allah si levò per invocarLo, poco che stringessero [fino a soffocarlo!]}, [surat Al-Jinn, vers. n. 19].

 Un Profeta la cui umanità viene enfatizzata in special modo è Gesù. Egli fu creato nello stesso modo in cui fu creato Adamo, dalla terra: {In verità per Allah Gesù è simile ad Adamo che Egli creò dalla polvere, poi disse: "Sii" ed egli fu.}, [surat Âl-'Imrân (La Famiglia Di Imran), vers. n. 59[3]]; è il figlio di Maria, non di Dio: {Questo è Gesù, figlio di Maria, parola di verità della quale essi dubitano. Non si addice ad Allah prendersi un figlio. Gloria a Lui! Quando decide qualcosa dice: "Sii!" essa è.}, [surat Maryam (Maria), verss. n. 34-35]; egli e sua madre facevano uso di cibo: {Il Messia, figlio di Maria, non era che un messaggero. Altri messaggeri erano venuti prima di lui, e sua madre era una veridica. Eppure entrambi mangiavano cibo.}, [surat Al-Mâ'ida (La Tavola Imbandita), vers. n. 75[4]]; egli è senza dubbio il verbo di Dio: {Quando gli angeli dissero: "O Maria, Allah ti annuncia la lieta novella di una Parola da Lui proveniente: il suo nome è il Messia, Gesù figlio di Maria, eminente in questo mondo e nell'Altro, uno dei più vicini".}, [surat Âl-'Imrân (La Famiglia Di Imran), vers. n. 45[5]], ma poiché egli è un essere umano nel vero senso della parola, ciò non dovrebbe interpretarsi nel senso che ci sia in lui alcun elemento divino. Egli è il verbo di Dio solo nel senso che Dio disse "Sii" ed egli fu. Ma in tal senso ogni cosa è il verbo di Dio. Allora perché egli è chiamato in particolare il verbo di Dio? Perché, come molti studiosi hanno giustamente spiegato, egli è venuto più direttamente come risultato di tale parola. Quindi Gesù è un fedele servo di Dio e non ha mai affermato di essere in alcun modo divino: {E quando Allah dirà: "O Gesù figlio di Maria, hai forse detto alla gente: "Prendete me e mia madre come due divinità all'infuori di Allah?", risponderà: "Gloria a Te! Come potrei dire ciò di cui non ho il diritto? Se lo avessi detto, Tu certamente lo sapresti, ché Tu conosci quello che c'è in me e io non conosco quello che c'è in Te. In verità sei il Supremo conoscitore dell'inconoscibile. Ho detto loro solo quello che Tu mi avevi ordinato di dire: "Adorate Allah, mio Signore e vostro Signore". Fui testimone di loro finché rimasi presso di loro; da quando mi hai elevato [a Te], Tu sei rimasto a sorvegliarli. Tu sei testimone di tutte le cose."}, [surat Al-Mâ'ida (La Tavola Imbandita), verss. n. 116-117[6]].

 Gli inviati sono investiti di questo compito di recapitare la parola di Dio agli altri uomini. Ma ciò non è facile come sembra. Infatti implica molte cose che a prima vista non sono chiari, e quindi il Corano espande ed elabora.

 Il punto più importante che viene ricordato a tutti gli inviati, e che è molto facile dimenticare o trascurare, è che poiché il loro dovere è solo quello di recapitare il messaggio, essi non sono responsabili della reazione degli uomini nei confronti del messaggio stesso, una volta che lo hanno reso loro chiaro. Dio ha dato all'uomo il potere di capire la differenza tra la verità e la menzogna, specialmente in fatto di religione, una volta che gli venga spiegato. Dio gli ha anche dato la capacità, basata sulla sua libera volontà, di accettare o rifiutare la verità. E visto che è solo Dio che conosce quello che passa per la mente delle persone, solo Egli può giudicare chi sia degno di essere guidato e chi merita di essere lasciato a vagolare nel buio; ed è sempre Dio che, secondo la Sua conoscenza, guida colui che desidera guidare, e priva della Sua guida colui che vuole privare. Un Profeta non è dotato di un tale potere e non può quindi guidare colui che ama:

-         {Non sei tu che guidi coloro che ami: è Allah che guida chi vuole Lui. Egli ben conosce coloro che sono ben guidati.}, [surat Al-Qasas (Il Racconto), vers. n. 56].

-         {Ammonisci dunque, ché tu altro non sei che un ammonitore e non hai autorità alcuna su di loro.}, [surat Al-Ghâshiya (L'Avvolgente), verss. n. 21-22[7]].

 Egli non dovrebbe essere rattristato se gli uomini lo abbandonano, o accusano di falsità il messaggero:

{Sappiamo bene che quello che dicono ti addolora, ma non è certamente te che smentiscono: gli ingiusti negano i segni di Allah. Già i messaggeri che ti hanno preceduto furono tacciati di menzogna. Sopportarono con pazienza accuse e persecuzioni, finché non venne loro il Nostro soccorso. Nessuno può cambiare le parole di Allah. Ti sarà certamente giunta una parte della storia degli Inviati.}, [surat Al-An'âm (Il Bestiame), verss. n. 33-34].

 Ma questa è una regola molto dura da seguire. Noi tutti amiamo essere accettati dalla comunità nella quale viviamo; molti di noi devono aver sperimentato quello strano senso di tristezza, di solitudine e di smarrimento quando ci troviamo a vivere da aliene in una nuova comunità. E proviamo un sentimento simile, ma ancora più intenso, quando, come risultato delle nostre convinzioni intellettuali, sviluppiamo vedute sulla vita che sono completamente diverse da quella della nostra comunità. Un modo facile e comune per evitare il disagio psicologico di una tale situazione è quello di vivere appartati dalla società. Coloro i quali non riescono a sopportare il peso di una tal scelta molto spesso sacrificano l'onestà intellettuale per conformarsi alla loro comunità. Naturalmente i Profeti devono vivere in mezzo agli uomini per i quali essi sono stati mandati e nel contempo non possono tradire il Messaggio che devono diffondere. Doverosi attenere alla lettera al messaggio di Dio e contemporaneamente vivere in mezzo agli uomini è forse la più grande difficoltà che hanno da affrontare. Ciò è reso evidente dal fatto che la maggior parte delle poche occasioni in cui il Corano esprime la disapprovazione di Dio nei riguardi di una certa linea di comportamento del Profeta Muhammad r, tale disapprovazione è rivolta allo sforzo di conquistare nuovi adepti, sforzo che eccede i limiti desiderabili:

-         {Ti struggerai seguendoli, se non credono in questo Discorso?}, [surat Al-Kahf (La Caverna), vers. n. 6].

{Intendevano infatti sviarti da ciò che ti abbiamo rivelato, nella speranza che Ci attribuissi, inventandolo, altro che questo [Corano]. E allora ti avrebbero preso come amico. E se non ti avessimo rafforzato, avresti inclinato un po’ verso di loro. [E allora] ti avremmo fatto soffrire un doppio [supplizio] nella vita e un doppio [supplizio] nella morte, quindi non avresti trovato chi ti sarebbe stato d'ausilio contro di Noi.}, [surat Al-Isrâ' (Il Viaggio Notturno), verss. n. 73-74-75[8]].


[1] "Ne mangiarono entrambi": Adamo ed Eva, che condividono la responsabilità della disobbedienza al comando di Allah.

[2] "Tu non hai nessuna parte in ciò": (O Muhammad), in questo affare che riguarda Allah. A Lui e a Lui solo spetta l'accettazione del pentimento degli uomini o il loro castigo.

[3] "Per Allah Gesù è simile ad Adamo": Gesù è una creatura anche se la sua natura è del tutto particolare. Adamo non ebbe né padre né madre, Eva non ebbe madre, Gesù non ebbe padre.

[4] "Entrambi mangiavano": semplicemente e nettamente viene indicata la discriminazione tra il divino e l'uomo: l'uomo ha bisogno!

[5] "Una Parola da Lui proveniente": questa espressione si riferisce a Gesù. Il termine arabo che traduciamo ["parola"], è "kalima".

"Messia": in arabo "Masîh", l'Unto, uno dei nomi tradizionali del Cristo, ha il senso di "purificato", "investito" di una particolare autorità spirituale.

"Uno dei più vicini": [anche "gli appassionati"] ad Allah, espressione comune del lessico coranico. Indica coloro che godono del privilegio della più grande vicinanza al Creatore di tutte le cose.

[6] Molti orientalisti hanno preso a pretesto questo versetto per "dimostrare" che "il Corano si fonda su una conoscenza parziale del cristianesimo", in quanto "i cristiani non hanno mai considerato Maria una parte della trinità ma sempre una creatura". È quindi necessario ribadire come simile teoria sia essa stessa fondata su una parziale conoscenza della lingua araba. I grammatici arabi affermano infatti che "ilâha" (dio o dea) è sinonimo di "ma'bûd" (ciò che è oggetto di culto). Qualsiasi essere divenga oggetto di culto, preghiere, voti, sacrifici è quindi un "ilâha". Ora nessuno può negare che la teologia cattolica da un lato divinifica Gesù, dall'altro attribuisce a Maria un culto speciale (superiore a quello reso ai santi) detto iperdulìa. I cattolici inoltre rivolgono a Maria speciali invocazioni (l'Ave Maria, il Salve Regina, il Rosario) e le riconoscono titoli quali "Madre di Dio", "Regina dei Cieli", "Regina degli Angeli", ecc. È questa la ragione per cui Allah (gloria a Lui l'Altissimo) afferma nel Corano che i cristiani fanno di Gesù e Maria due oggetti di culto cioè, secondo la teologia islamica, due dèi.

[7] "Non hai autorità alcuna su di loro" nel senso di: "non hai nessun potere per costringere chi non crede di farlo".

[8] "E allora ti avrebbero preso come amico": intorno al 619 d.C. i meccani proposero all'Inviato di Allah (che Allah lo benedica e lo abbia in gloria) un compromesso che prevedeva il rispetto da parte sua di alcune divinità principali dell'olimpio pagano in cambio della loro tolleranza per il Dio di cui egli parlava. Spinto dalla sua devozione, che soffriva nel sentire le bestemmie che i politeisti pronunciavano contro Allah (gloria a Lui l'Altissimo), Muhammad r considerò la proposta (vedi versetti successivi). Allah intervenne con una rivelazione e nel contempo gli diede segno dell'astuzia di Satana.

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