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I Fondamenti dell'Islam e La Fede Islamica

di Ahmad Michelangelo Guida

Allah

La lode spetta ad Allah il Signore dei mondi e la pace e la benedizione sia sull'Inviato e sulla sua famiglia e su tutti i suoi Compagni;
«Allah, non c'è altro dio che Lui, il Vivente, l'Assoluto. Non Lo prendon mai sopore né sonno. A Lui appartiene tutto quello che è nei cieli e sulla terra. Chi puٍ intercedere presso di Lui senza il Suo permesso?
Egli conosce quello che è davanti a loro e quello che è dietro di loro e, della Sua scienza, essi apprendono solo ciٍ che Egli vuole. Il Suo Trono è più vasto dei cieli e della terra, e custodirli non Gli costa sforzo alcuno. Egli è l'Altissimo, l'Immenso» (II:255).

Il credo islamico e la fede islamica

Il credo - ‘aqida - non è un qualcosa che si pratica, ma è una convinzione dell’intelletto e un sentimento del cuore. Mentre la fede - Iman - è la convinzione dell’intelletto e il sentimento del cuore che si manifesta nel pensiero e nelle azioni. E per questo i dotti musulmani dicono: «la fede [al-Imàn] è il credere con certezza a ciò che non si vede, che si esprime con la lingua, e con il rispettare i pilastri della pratica». Quindi per semplicità possiamo dire che il credo sono le radici di un albero, le azioni sono i rami, le foglie e i frutti. E l’albero nel suo insieme costituisce la fede – al-Imàn. Questo significa che se le radici sono piccole o deboli tutto l’albero sarà debole e non produrrà un fitto fogliame o molti frutti. Quando invece le radici sono salde e ben radicate nel terreno, il fogliame sarà rigoglioso, i suoi frutti numerosi e sarà un solido e stupendo albero.

Ma in cosa consiste la fede? Alla stessa domanda il Messaggero di Allah (SAAS) rispose così: «[La fede è] che tu creda in Allah, nei Suoi angeli, nei Suoi libri, nei Suoi messaggeri e nell’ultimo giorno, e che tu creda nel decreto divino sia nel bene che nel male» (Muslim 8) .E nel Corano troviamo: «Il Messaggero crede in quello che gli è stato fatto scendere da parte del suo Signore, come del resto i credenti: tutti credono in Allah, nei Suoi Angeli, nei Suoi Libri e nei Suoi messaggeri» (II:285). Questi elencati dallo hadith e dal versetto sono i pilastri, detti anche articoli, della fede islamica.

Ma se esistono dubbi o incertezze questa non è più fede ma diventa un’opinione. infatti: «I credenti sono coloro che credono in Allah e nel Suo Inviato senza mai dubitarne» (XLIX:15); «Alif Lam Mim. Questo [il Corano] è il Libro in cui non v’è dubbio» (II:1-2); «Nostro Signore, in verità tu sei quello che radunerà gli uomini in un Giorno in cui non v’è dubbio» (III:9).

Dove è possibile trovare la vera fede, senza le corruzioni apportate dall’uomo o le sue costruzioni filosofiche? La possiamo trovare solo nel Corano che non è stato mai modificato da mano umana, ma solo custodito e riprodotto fedelmente. Anche perchè Allah ha detto: «Noi abbiamo fatto scendere il Ricordo, e Noi ne siamo i custodi» (XV:9). La fede e la miscredenza:

L’opposto della fede è la miscredenza - kufr-. Sono miscredenti - kàfir - coloro che negano la veridicità di tutti i pilastri della fede o negano solo alcuni di essi: «In verità coloro che negano Allah e i Suoi messaggeri, che vogliono distinguere tra Allah e i Suoi messaggeri, dicono: “Crediamo in alcuni e neghiamo altri”, e vogliono seguire una via intermedia, sono questi i veri miscredenti» (IV:150-151).

Colui al quale viene presentato l’Islam e lo rifiuta deliberatamente è da considerarsi infedele e destinato per sempre all’inferno.

Al contrario a chi non viene presentato l’Islam, per diverse ragioni non verrà punito, perché ha detto l’Altissimo:

«Non puniremo nessuno fino a quando non avremo inviato un messaggero» (XVII: 15). Le persone che non sono capaci di comprendere l’Islam nella vita terrena, perché hanno dei gravi handicap fisici o mentali, avranno la possibilità di dimostrare la loro fede nel Giorno del Giudizio. A questo proposito ha detto il Messaggero di Allah (SAAS): «Quattro si appelleranno nel Giorno del Giudizio: l’uomo sordo che non sente nulla, l’uomo demente, l’uomo decrepito e l’uomo morto nel tempo [morto, cioè, prima della venuta di un profeta]. Il sordo dirà: “Signore venne l’Islam e non ho sentito nulla”, e il demente dirà: “Signore venne l’Islam e i bambini mi gettavano contro lo

sterco”, e il decrepito dirà: “Signore venne l’Islam e io non ho capito nulla”. E colui che è morto nel tempo dirà:

“Signore non è venuto a me alcun messaggero”. Allora Allah stipula un patto per metterli alla prova, e li invita ad entrare nel fuoco [colui che accetta l’invito di Allah e sarà fiducioso e timoroso di Lui, verrà ricompensato come tale, chi invece si rifiuterà sarà ricompensato per il suo rifiuto ad Allah], e per colui che ha l’anima di Muhammad tra le mani, se entreranno sarà per loro freddo e sicuro» (Ahmad).

Kufr minore e kufr maggiore:

Esistono due tipi di kufr: quello minore (al-kufr al-asgar) e quello maggiore (al-kufr al-akbar). Un fedele entra nello stato di kufr minore quando ha un comportamento da miscredente ma la sua fede rimane salda. Per questo viene detto anche kufr ‘amali (miscredenza del comportamento). Questo non causa l’abbandono del fedele dell’Islam, e non lo condanna in eterno all’inferno ma lo rende dissoluto, molto debole e facilmente può cadere nel kufr maggiore. Il kufr maggiore è il rinnegare i principi della fede con il pensiero, per questo viene detto anche kufr i’tiqadi (miscredenza del pensiero). Questo causa l’abbandono dell’Islam e la condanna in eterno all’inferno.

Per esempio l’abbandonare la salàt (la preghiera quotidiana obbligatoria) pone il fedele in stato di kufr minore, se questo continua ad avere una fede salda in tutti gli articoli di fede. Se invece un uomo non prega e pensa che la salàt non serva a nulla, allora egli è in stato di kufr maggiore. Ovviamente l’abbandonare totalmente la salàt, preferendo ad essa altre attività (lavorare, dormire, mangiare...), e non vi sono gravi impedimenti, porta l’uomo al kufr maggiore, perché egli diventa murik - cioè associa ad Allah qualche cosa-, nel nostro caso il guadagnare, il mangiare o il dormire acquistano per la persona un valore superiore rispetto ad Allah. E lo Širk - l’associare ad Allah qualcosa - è il peccato più grave e il peccato che Allah non perdona: «Lo Širk è un enorme ingiustizia» (XXXI:13); «Allah non perdona chi gli associa qualcosa ma perdona chi è senza questo tra chi vuole» (IV:48); e ha detto il Messaggero di Allah (SAAS): «Colui che muore senza aver associato nulla ad Allah entrerà nel Paradiso» (Muslim).

 

Allah

“Dio” o “Allah “:

Il lettore attento già avrà notato che in questo testo si usa la parola “Allah” e non la parola “Dio”. Questo non perché vogliamo fornire un’immagine esotica all’Islam (anzi), ma perché vogliamo rispettare la volontà dell’Altissimo che si è dato questo nome e ha scelto di chiamarsi così nel Sublime Corano: «Egli è Allah, nei cieli e sulla terra. Conosce quello che nascondete e quello che palesate» (VI:3).

La fede in Allah:

La fede in Allah non è credere unicamente alla Sua esistenza, ma essa si compone di quattro elementi inalierzabili:

1- La fede nella Sua esistenza;

2- La fede nei Suoi caratteri e nei suoi nomi;

3-Credere che Allah sia l’unico Creatore, runico reale Padrone e runico Gestore dell’Universo (Tawhid alrububiyya);

4-Credere che Allah sia l’unico degno di adorazione (Tawhid al-uluhiyya).

 

Prove dell’esistenza di Allah

La Fitra:

«Rivolgi il tuo volto alla religione come hanìf [come un monoteista], natura originaria [fitra] che Allah ha connaturato agli uomini; non c’è cambiamento nella creazione di Allah. Ecco la giusta Religione» (XXX:30). Ogni uomo dunque possiede la fitra, ovvero una naturale propensione verso il monoteismo e verso rlslam. Dimostrazione dell’esistenza della fitra può essere il fatto che da sempre l’uomo si è rivolto ad Allah. Anche coloro che sembrano aver dimenticato Aliah nel momento di pericolo o di sconforto si rivolgono a Lui: «Egli è Colui che vi fu viaggiare per terra e per mare. Quando siete su battelli che navigano col buon vento, [gli uomini] esultano. Quando sorge un vento impetuoso e le onde si alzano da ogni parte, invocano Allah e Gli rendono un culto puro. “Se ci salvi saremo certamente riconoscenti”» (X:22); anche coloro che sono politeisti riconoscono l’autorità suprema di un’unica divinità: così come per i greci questa autorità era rappresentata da Zeus, gli arabi pagani avevano Allah: «Se domandi loro: “Chi ha creato i cieli e la terra?” certamente risponderanno: “Allah”» (XXXI:25). Anche le grandi ideologie atee riservano una forma di culto superiore ai loro fondatori.

Ma se l’uomo naturalmente tende ad Allah perché esistono varie religioni diverse? Ciò avviene perché l’uomo viene influenzato dalla famiglia e dal contesto in cui cresce e vive. Troviamo infatti in un hadith trasmesso da Abu Hurayra che il Messaggero di Allah (SAAS) ha detto: «Tutti i nati nascono con la fitra, ma i loro genitori lo rendono giudeo, cristiano o mazdeo, così come dal quadrupede nasce un altro quadrupede; Vedi forse un incongruenza in ciò?» (Bukhari 1385). Allora un bambino che è cresciuto senza subire alcuna influenza esterna, naturalmente tenderà ad essere un monoteista? Questo potrebbe essere vero se non esistessero gli Šayatin - i demoni - che tentano di corrompere l’uomo in ogni modo dal tempo della creazione di Adamo, e non lo lasciano mai solo: «Disse [Šaytàn, dopo aver traviato Adamo]: “Per la tua potenza, tutti li travierò, eccetto coloro, fra essi, che sono Tuoi servi sinceri»

(XXXVIU:82-83).

Allah motore dell’Universo:

La fisica ci ha insegnato che un corpo rimane nel suo stato di quiete fino a quando non interviene mia forza che modifica il suo stato (legge d’inerzia). Eppure “qualcosa” ha fatto scoppiare l’«uovo cosmico» che ha dato inizio al «Big bang». Ma quell’«uovo cosmico» - che ha dato vita a tutto l’Universo - non può essere stato generato dal nulla, né può essersi creato da solo, “qualcosa” deve averlo creato.

Quel “qualcosa” che ha creato l’«uovo cosmico», quel “qualcosa” che gli ha impresso un impulso iniziale tale da farlo espandere tanto velocemente che nel giro di 10-32 secondi abbia aumentato il volume dell’Universo di miliardi e miliardi di volte, quel “qualcosa” che ha fatto si che dalla semplice materia scaturisse la vita, e quel “qualcosa” che continuamente là sì che questo Universo si muova e che la vita si rinnovi non può essere altro che Allah, ente trascendente all’Universo di infinita potenza e di infinita sapienza. Non è possibile che l’Universo e l’uomo vengano dal nulla, e non è possibile che siano il frutto di una serie di coincidenze. Il Corano invita a riflettere in proposito:

«Sono stati forse creati dal nulla oppure sono essi stessi i creatori? O hanno creato i cieli e la terra? In realtà non sono affatto convinti» (LII:35-36).

Certo l’uomo difficilmente ammette la sua inferiorità e di avere delle capacità limitate, soprattutto oggi che ha conquistato grandi vette in campo tecnologico e scientifico. Ma la realtà è differente. L’uomo ha capacità nettamente inferiori ad Allah: «Non hai visto colui che per il fatto che Allah lo aveva fatto re, discuteva con Abramo a proposito del suo Signore? Quando Abramo disse: “11 mio Signore è Colui che da la vita e la morte”, rispose: “Sono io

la vita e la morte!”, e Abramo: “Allah là sorgere il sole da Oriente, fallo nascere da Occidente”. Restò confuso

miscredente. Allah non guida i popoli che prevaricano» (II:258).

Allah ha creato l’Universo per l’uomo:

Allah dunque ha creato l’Universo e lo ha creato per l’uomo: « Egli ha creato per voi tutto quello che c’è sulla terra» (II:29); «Non vedete come Allah vi ha sottomesso quel che è nei cieli e sulla terra» (XXXI:20). Questo certamente non significa che l’uomo possa violentare l’universo e abusarne, ma deve adoperarlo nel modo più proficuo e nello stesso tempo rispettarlo.

Invito del Corano ad osservare la grandiosità del Creatore attraverso il creato:

«Di’: “Osservate quello che c’è nei cieli e sulla terra”» (X:l01); «Guardi l’uomo ciò da cui è stato creato» (LXXXVI:5); «Guardi l’uomo ciò che mangia» (LXXX:24). Il Sublime Corano ci invita, dunque, ad osservare il creato, proprio perché attraverso il creato noi possiamo comprendere la grandiosità del Creatore. Così come da un opera d’arte possiamo intuire la bravura, la perizia e la sensibilità dell’autore, dall’universo possiamo intuire molti dei caratteri di Allah: la perfezione, la conoscenza, la grandezza, la generosità...

Abbiamo considerato qui esclusivamente due prove dell’esistenza di Allah l’Altissimo la fitra e il fatto che non possa esistere l’Universo senza un creatore. Però è doveroso accennare che il Corano stesso, Parola di Allah, è una prova della Sua esistenza. Infatti esso contiene profezie e verità scientifiche che sicuramente non erano alla portata dei beduini dell’Arabia del VII secolo, ma lontano anche dalle capacità dell’uomo del 2000.

 

I caratteri e i nomi di Allah

Nulla è simile ai caratteri e ai nomi di Allah:

Sono concordi, i sunniti, che nulla è simile ad Allah, né nella sua entità, né nella sua persona, né nei Suoi attributi

nei Suoi nomi: «Niente è simile a Lui . Egli è l’Audiente, Colui che vede» (XLII: 11); «Nessuno è uguale a Lui» (CXI), e ancora: «Non paragonate nulla ad Allah» (XVI:74).

Fu posta all’lmàm Malik ibn Anas una domanda sul detto dell’Altissimo: «fl Misericordioso è asceso sul Trono» (XX:5) Come Egli si fosse stabilito? Malik rispose: «L’ascendere non è cosa sconosciuta e il come non è comprensibile e la domanda in proposito è bid’a». Questo significa che le caratteristiche di Allah l’Altissimo che ritroviamo nel Corano o nelle parole del Profeta (SAAS) sono chiare e bisogna credere nella loro esistenza, ma il “come” di queste caratteristiche è un qualcosa di incomprensibile per l’uomo, e il solo chiedersi come siano queste caratteristiche o come si esprimono è eretico - bid’a -, proprio perché fuori dalla portata dell’uomo. E chiaro anche che cercare cli interpretare in modo allegorico le caratteristiche di Allah o i Suoi attributi sia al di fuori delle capacità umane, e non può condurre se non all’errore e ad allontanarsi da ciò che l’Altissimo ha voluto dirci su di sè. E bisogna attenersi proprio a quello che Allah ci ha detto di Se: «Siete voi più sapienti o Allah?» (11:140); e a quello che ci ha detto il Profeta (SAAS), perché le sue parole erano ispirate: «E non parla d’impulso, ma ispirato da una Rivelazione» (L111:3-4).

Un unica somiglianza con il creato la possiamo riscontrare nel linguaggio che usa il Corano. Alcune caratteristiche di Allah vengono chiamate nello stesso modo in cui vengono chiamate alcune caratteristiche degli uomini: «Allah è Colui che ascolta, il Sapiente» (ffl:34); «Gli annunciarono un figlio sapiente» (LI:28); «E abbiamo fatto in modo che ascoltasse e che vedesse» (LXXVI:2). Ma ciò è stato fatto per fadilitarne la comprensione ed è ovvio che le caratteristiche e gli attributi di Allah sono infinitamente superiori e non limitati come quellì umani.

Allah è un’entità ben definita:

E importante anche dire che non stiamo parlando di qualcosa di astratto, di una metafora, ma di un’entità ben definita e molto precisa. Questo lo capiamo dal linguaggio che usa il Corano, definendoLo come un entità precisa con delle caratteristiche specifiche: «Allah, non c’è altra divinità che Lui, il Vivente, l’Assoluto, non Lo prendono né sopore né sonno» (II:255); «Di’: “Egli Allah è unico, Allah è assoluto non ha generato, non è stato generato e nessuno è uguale a Lui”» (CXII).

Ed Egli ha anche una Sua persona (nafs) - che non assomiglia in nulla alle creature-: «Di’: “A chi appartiene quello che è nei cieli e sulla terra?” Rispondi: “Ad Allah”. Egli ha scritto per se stesso la misericordia» (VI:12). «Tu conosci quello che c'è in me e io non conosco quello che c'è in Te» (V:116); «Poi  venisti fino a qui, o Mosè, come deciso. Ti ho scelto per me stesso» (XX:40-41); Da Abu Hurayra: Il Profeta (SAAS) ha detto: «Quando Allah ha creato la Creazione, Lui ha scritto in un libro - e ha scritto su se stesso, e questo è presso di Lui sul Trono - "In verità la Mia Misericordia supera la Mia Ira"» (Bukhari 7404 e Muslim).

Allah ha un Volto:
Sappiamo dal Corano che Allah ha un volto, infatti esso dice: «Rimarrà il Volto del tuo Signore» (LV:27); «Tutto perirà eccetto il Suo Volto» (XXVIII:88).
Ma questo volto è coperto ed è irraggiungibile da occhio e mente umana in questo mondo perché lo splendore è tale che brucerebbe tutto il creato, così come ritroviamo in un hadith trasmessa da Abu Musa al-Ash'ari che ha detto: il Messaggero di Allah (SAAS) era in piedi tra noi e ci disse cinque cose: «In verità Allah - il Potente e il Sommo - non dorme, e non ha bisogno di dormire. Il Suo schermo è la luce [in un'altra versione di Abu Bakr: "il fuoco"], se si scoprisse, lo splendore del suo viso brucerebbe, del Suo creato, tutto ciò che la sua vista raggiunge» (Muslim 179).

 Allah ha due mani:
Lo si evince sempre dal Sublime Corano che dice: «Le Sue due mani sono invece ben aperte» (V:64); «Disse: "O Iblis, cosa ti impedisce di prosternarti davanti a ciٍ che ho creato con le mie due mani?"» (XXXVIII:75). Noi sappiamo che Allah con il solo comando "Sii" può creare (vedi per esempio XXXVI:82). Ma ha creato l'Altissimo alcune cose particolari con le sue mani, come ad esempio Adamo - vedi il versetto 75 della sura XXXVIII -, la Torà e il Paradiso.

Allah ha delle dita:
'Amru bin al-'As ha riportato che il Profeta (SAAS) ha detto: «I cuori dei figli di Adamo si trovano tutti tra due delle dita del Clemente, come un solo cuore che modifica come vuole» poi disse (SAAS): «Allahumma, Colui che forgia i cuori, forgia i nostri cuori alla ubbidienza verso di Te» (Muslim 2654).

Allah ha una gamba:
Troviamo infatti nel Corano che Allah ha una gamba (saq), più precisamente si intende la parte inferiore della gamba: «Il giorno in cui verrà scoperta una gamba, saranno chiamati a prosternarsi e non potranno» (LXVIII:42). E Abu Sa'id al-Khudri ha trasmesso che il Messaggero di Allah (SAAS) ha detto: «Scoprirà il nostro Signore la sua gamba e si prosterneranno a Lui tutti i fedeli e le fedeli, e resteranno coloro che si prosternavano nel mondo terreno per farsi vedere o farsi sentire, proveranno a fare la prosternazione e troveranno la loro schiena di un unico pezzo [e quindi non potranno prostrarsi]» (Bukhari 4919 e Muslim).

 Allah sovrasta il Trono:
Ha detto l'Altissimo: «Il Signore del Trono immenso» (XXIII:86); «Il Misericordioso è asceso sul Trono» (XX:5) e ha detto: «Egli è il Signore del Trono Immenso» (IX:129). Noi crediamo che Allah sia asceso sul trono poiché ce lo dice il veridico Corano. Non sappiamo il come Egli sia asceso, come abbiamo già visto, ma noi sappiamo quale siano i possibili significati della parola Istawa nella lingua araba: sovrastare, stare al di sopra, ascendere. Non sappiamo neanche come sia questo Trono, ma sappiamo che è immenso e che questo è sostenuto da degli angeli giganteschi: infatti ha detto il Messaggero di Allah (SAAS): «Mi è stato permesso di parlare con uno degli angeli che sostengono il Trono; un uccello per percorrere la distanza che passa tra il suo lobo e la sua spalla impiegherebbe settecento anni» (Abu Dawud).

Allah ride:
Abu Hurayra ha detto che il Messaggero di Allah (SAAS) ha detto: «Ride Allah per due uomini che si uccidono a vicenda. Entrambi entrano nel Paradiso: uno perché combatte sulla via di Allah e viene ucciso, poi Allah perdona l'uccisore, diviene martire» (Bukhari 2826 e Muslim) .

La discesa dell'Altissimo:
In un hadith troviamo: «Scende il nostro Signore, il Benedetto e l'Altissimo, ogni notte verso il primo cielo - samà al-dunya - e vi rimane l'ultimo terzo della notte, e dice: "C'è qualcuno che mi invoca, al quale Io possa rispondere? C'è qualcuno che mi chiede, al quale Io possa dare? C'è qualcuno che mi chiede perdono, perché Io lo possa perdonare"» (Bukhari 1145 e Muslim). E lo stesso accadrà prima del Giorno del Giudizio: «No, quando la terra sarà polverizzata, in polver fine, e verranno il tuo Signore e gli angeli schiere su schiere» (LXXXIX:21-22).

Allah ama:
Allah ama tutte le azioni che si rifanno al Corano e alla Sunna, e ama tutti i caratteri consigliati, e non ama tutto ciò che esso sconsiglia e vieta: «In verità Allah ama i timorati» (IX:4); «In verità Allah ama coloro che compiono il bene» (III:134); «In verità Allah ama coloro che hanno pazienza» (III:146); «In verità Allah ama coloro che a Lui si affidano» (IX:4); «Dici: "Se amate Allah seguitemi, Allah vi amerà"» (III:31) e dice ancora: «E Allah non ama la corruzione» (II:205).

La conoscenza di Allah:
«Allah è l'Udente, il Sapiente» (III:34). Molti hanno sostenuto che ad Allah possa conoscere l'universale ma non il particolare. Ma questo non è vero nell'Islam, troviamo infatti nel Corano: «O figlio mio, anche se fosse come un peso di un granello di senape nel profondo di una roccia o nei cieli o sulla terra, Allah ne avrebbe conoscenza. Allah è dolce e ben informato» (XXXI:16).

 Dov'è Allah?
«Siete forse sicuri che Colui che sta nel cielo non vi faccia inghiottire dalla terra quando trema? O siete sicuri che Colui che sta nel cielo non scateni contro di voi un uragano? Conoscerete com'è [terribile] il Mio avvertimento» (LXVII:16-17). Allora Allah Subhanahu è in cielo. Lo stare in "cielo" non va inteso perٍ letteralmente, ma lo stare in "cielo" significa che Allah è al di sopra delle cose create all'esterno dell'universo, al di sopra dei sette cieli. Infatti troviamo in altri versetti: «Glorifica il nome del tuo Signore l'Altissimo» (LXXXVII:1) e ancora: «Egli è Colui che è potente sopra i suoi servi» (VI:18).

Si può vedere Allah?
Non si può vedere Allah durante la vita terrena. Lo stesso Mosè non ha visto Allah, bensì: «E quando Mosè venne al nostro luogo d'incontro, e il suo Signore gli ebbe parlato, disse: "O Signore mio, mostraTi a me, affinché io Ti guardi". Rispose: "No, tu non Mi vedrai, ma guarda il monte, se rimane al suo posto tu mi vedrai". Non appena il suo Signore si manifestò, esso si polverizzò e Mosè cadde folgorato» (VII:143). Anche Muhammad (SAAS) non ha mai visto Allah, neanche durante la sua ascesa al settimo cielo: 'A'isha ha detto: «Colui che sostiene che Muhammad ha visto il suo Signore ha [detto] una grande menzogna su Allah».
Sarà possibile vedere Allah solo nel Giorno del Giudizio, e sarà un grande dono per i fedeli: «In quel giorno ci saranno dei volti splendenti che guarderanno il loro Signore» (LXXV:22-23), ma i miscredenti non Lo potranno vedere: «In verità quel giorno un velo gli impedirà di vedere il loro Signore» (LXXXIII:15).

I nomi di Allah:
«Ad Allah appartengono i nomi più belli: InvocateLo con quelli» (VII:180). Allah possiede dunque i nomi più belli e il Messaggero di Allah (SAAS) ha detto: «Ad Allah appartengono novantanove nomi -cento meno uno-, non le memorizza se non colui che entrerà nel Paradiso. In verità Lui è l'Impari, ama le cose dispari» (Bukhari 6410 e Muslim).

Il migliore nome:
Il Messaggero di Allah (SAAS) ha detto: «Il miglior nome, quello con il quale invochi e ti sarà risposto, si trova nelle tre sure del Corano del Baqara [sura II], di Al 'Imran [sura III] e Ta Ha [sura XX]» (Ibn Majah). Il nome più usato comunque nel Corano è Allah, che viene citato ben 1697 volte, mentre al-Rahman è usato solo 57 volte.

Vantaggi per chi conosce i nomi di Allah:
Colui che conosce (non solo a memoria, ma ne capisca anche il significato) i nomi di Allah riceve tre benefici molto importanti: acquista una grande conoscenza di Allah e perfeziona così la sua fede che altrimenti sarebbe un pensiero indefinito che non da dei buoni frutti; avrà più mezzi per l'esaltazione dell'Altissimo e nelle invocazioni dell'Altissimo. Molto spesso i novantanove nomi vengono adoperati per pratiche poco ortodosse. Vale la pena ricordare che tutto ciò che, nella pratica della religione, non si rifà al comportamento del Profeta (SAAS) è un eresia e un atto di apostasia. Come disse il Messaggero di Allah (SAAS) ha detto: «Colui che fa un'azione non conforme ai nostri insegnamenti sarà respinta» (Bukhari e Muslim 1718).

   

Il Tawhid
Questo è senza dubbio il pilastro fondamentale dell'Islam. Il Tawhid è l'affermazione che non esiste altra divinità, altro oggetto di adorazione, che Allah. Possiamo dividere il Tawhid in due parti: il Tawhid al-uluhiyya, ovvero che Allah è l'Unico, e il solo ad essere degno d'essere l'oggetto d'adorazione (di 'ibada -cioè compiere tutti quegli atti espliciti ed impliciti, e quelle parole che ama Allah, e l'evitare, invece, quegli atti che Egli disprezza); il Tawhid al-rububiyya sottolinea che Allah è l'unico Creatore, l'unico reale Padrone e l'unico Gestore dell'Universo.

La creazione come specchio dell'unicità di Allah:

L'armonia della creazione e la sua perfezione ci induce a pensare che deve esistere un solo dio che l'ha creata e che la gestisce, altrimenti regnerebbe un caos tra le varie divinità (vedi per esempio il pantheon greco-romano) e di conseguenza un conflitto tra le varie creature dell'Universo: «Allah non si è preso figlio alcuno e non esiste alcun dio al Suo fianco; altrimenti ogni dio se ne sarebbe andato con ciٍ che ha creato e ognuno avrebbe cercato di prevalere sugli altri» (XXIII:91).
Allah dunque è l'unico Creatore, Possessore e Gestore dell'Universo -Tawhid al-rububiyya- ed Egli possiede caratteristiche e nomi superiori a quelle di qualsiasi creatura, non esiste allora altro degno di adorazione tra le creature -Tawhid al-uluhiyya-.

 

Condizioni del Tawhid:

Il Messaggero di Allah (SAAS) ha detto: «Colui che dice che non esiste altra divinità che Allah e che Muhammad è Suo servo e Suo messaggero, che Gesù è servo di Allah e Suo Messaggero, Sua parola insufflata in Maria e uno Spirito proveniente da Lui, che il Paradiso è verità e che l'Inferno è verità, Allah lo farà entrare nel Paradiso in base e quelle che sono state le sue azioni» (Bukhari e Muslim 28). Questo hadith mette in risalto l'importanza del Tawhid, ma risalta anche importanti pilastri della fede (creazione di Gesù, la sua natura umana e non divina e l'esistenza del Paradiso e dell'Inferno) e l'importanza che deve avere il comportamento e le azioni che si compiono. Allora non basta dire che non c'è altra divinità che Allah per considerarsi musulmani, ma questa frase -che costituisce il Tawhid- ha sette condizioni inalienabili:
1- La conoscenza e la piena consapevolezza del significato di queste parole infatti dice l'Altissimo: «Eccetto coloro che avranno testimoniato la verità con piena conoscenza» (XLIII:86). E in un hadith trasmesso da 'Uthman bin 'Affan, il Messaggero di Allah (SAAS) ha detto: «Colui che muore e ha la conoscenza che non esiste altra divinità che Allah entra nel Paradiso» (Muslim 26).
2- Bisogna essere pienamente convinti del Tawhid e non spinti da interessi mondani (come quello matrimoniale, per esempio): «I veri credenti sono coloro che credono in Allah e nel Suo Inviato senza dubitarne» (XLIX:15).
3- Si deve testimoniare il Tawhid con le parole ma bisogna anche adeguare le proprie azioni a questo principio: «Quando si diceva loro: "Non c'è dio all'infuori di Allah" si gonfiavano d'orgoglio e dicevano: "Dovremmo abbandonare le nostre divinità per un poeta posseduto?"» (XXXVII:35-36).
4- Bisogna sottomettersi ad Allah: «Tornate al vostro Signore e sottomettetevi a Lui» (XXXIX:54).
5- Bisogna essere onesti con Allah e con se stessi: «Tra gli uomini vi è chi dice: "Crediamo in Allah e nel Giorno Ultimo" e invece non sono credenti. Vorrebbero ingannare Allah e coloro che credono, ma non ingannano che loro stessi e non se ne accorgono» (II:8-9).
6- Bisogna essere sinceri nella pratica: «Non appartiene forse ad Allah la Religione sincera» (XXXIX:3); ed anche: «Eppure gli fu ordinato di adorare, attribuendogli un culto sincero e monoteista» (XCVIII:5).
7- Bisogna amare (bramare) soltanto Allah: «E fra gli uomini vi sono coloro che attribuiscono ad Allah degli uguali e li amano come amano Allah. Ma coloro che credono hanno per Allah un amore più grande» (II:165).

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