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I Fondamenti dell'Islam e La Fede Islamica

di Ahmad Michelangelo Guida

Profeti e Le Rivelazioni

I profeti e i messaggeri:
C'è una differenza tra il Profeta (Nabi) e il Messaggero (Rasul). I profeti sono coloro che sono stati elevati spiritualmente sulla terra e sono stati messi a conoscenza di Allah. E ha detto il Messaggero di Allah (SAAS) che i profeti sono stati 124000. I messaggeri sono anche loro profeti, cioè sono stati elevati spiritualmente sulla terra e sono stati messi a conoscenza di Allah, ma hanno ricevuto da Lui, anche, una rivelazione. Ha detto il Messaggero di Allah (SAAS) che i messaggeri sono stati più di 300 o, in altre versioni, 315. Troviamo la distinzione tra profeti e messaggeri anche nel Sublime Corano: «Non inviammo prima di te nessun messaggero e nessun profeta senza che Satana si intromettesse nella sua recitazione» (XXII:52). «Ricorda Mosé nel Libro. In verità era uno sincero, un messaggero, un profeta» (XIX:51).

La fede nei profeti e nei messaggeri:
La fede in tutti i profeti e i messaggeri è un pilastro inalienabile del credo musulmano; il Corano dice: «Dì: "Crediamo in Allah e in quello che ha fatto scendere su di noi e in quello che ha fatto scendere su Abramo, Ismaele, Isacco, Giacobbe e le Tribù, e in ciò che, da parte del Signore, è stato dato a Mosè, a Gesù e ai profeti: non facciamo alcuna differenza fra loro e a Lui siamo sottomessi» (III:84; e dice ancora: «Chi non crede in Allah, nei Suoi angeli, nei Suoi libri, nei Suoi messaggeri e nel Ultimo Giorno è stato grandemente deviato» (IV:132).

Profeti di cui non parla il Corano:
Abbiamo visto che sono stati inviati all'umanità un gran numero di profeti e di messaggeri, ma il Corano ci parla solo di venticinque profeti e messaggeri: «Ci sono messaggeri di cui ti abbiamo narrato in precedenza [a Mecca] e altri di cui non abbiamo fatto menzione» (IV:164).

Profeti e messaggeri citati nel Corano:
Vediamo allora, in questo schema, quali sono i venticinque profeti e messaggeri citati dal Corano:
Maometto* (Muhammad, 571-632 d.C.),
Gesù* ('Isà, 4 d.C.-37 d.C.),
Mosé* (Musà, 1436 a.C.-1316 a.C.),
Abramo* (Ibrahim, 1861-1686 a.C.),
Noé* (Nuh, 3900-2900 a.C.),
Giovanni (Yahya, 5-35 d.C.),
Zaccaria (Zakariya,100-20 d.C.),
Giona (Yunis, VIII secolo a.C.),
Eliseo (Ilyasa, IX secolo a.C.),
Elia (Iliyas, IX secolo a.C.),
Salomone (Sulayman, 985-933 a.C.),
Davide (Daud, 1043-973 a.C.),
Aronne (Harun 1439-1317 a.C.),
Dhu-l-Kifl (vive tra il XVI e XV secolo a.C.),
Giobbe (Ayyub),
Shu'ayb,
Giuseppe (Yusuf, 1610 -1500 a.C.),
Giacobbe (Ya'qub, 1700-1653 a.C.),
Isacco (Ish/aq, 1761-1581 a.C.),
Ismaele (Isma'il, 1781-1638 a.C.),
Lot (Lut, 1861-1686 a.C.),
Salih (2000-1900 a.C.),
Hud (tra il 2500 e il 3200 a.C.),
Idris (?),
Adamo (Adam,?).

Infine il Corano parla delle Tribù di Israele (al-Asbat), ovvero i dodici figli di Giacobbe, considerandoli come profeti, però senza riportarne i nomi, fatta eccezione per Giuseppe.
Vi sono poi due messaggeri, che non troviamo nel Sublime Corano, ma che vengono citati solo da Muhammad (SAAS): questi sono Set (Shit) e Giosuè figlio di Nun (Yusha' bin Nun).

Personaggi sui quali si hanno dubbi in merito alla loro missione:
Vi sono due altri personaggi, citati nel Corano, sui quali si hanno incertezze, se devono essere considerati profeti o meno. Questi sono Dhu al-Qarnayn (Alessandro Magno, citato in 83:XVII), sul quale al-Razi sostiene che egli sia stato un profeta mentre 'Ali ibn Abu Talib sostiene che non lo sia stato e Tubba' (citato in 37:XLIV e 14:L). Però lo stesso Messaggero di Allah (SAAS) non si è voluto esprimere, perché infatti ha detto: «Non so se Tubbac fosse un profeta o meno, e non so se Dhu al-Qarnayn fosse un profeta o meno» (Hakim e al-Bayhaqi).

Al-Khidr:
Al-Khidr non viene mai citato direttamente nel Corano, ma sarebbe lui il sapiente che Mosè incontra al versetto 65 della sura al-Kahf (XVII). Ma proprio la sua sapienza e conoscenza dell'ignoto, la sua capacità di decidere la morte di una persona e l'agire sotto ispirazione (XVII:82) fanno pensare che egli sia stato un profeta. Il giudizio non è unanime, e molti pensano a lui solo come una persona particolarmente vicina ad Allah.

La necessità dei profeti e dei messaggeri:
Qualora una persona si ammala solo in poche occasioni può curarsi da solo, egli ha bisogno di una medico, che gli dia dei consigli e una cura. Allo stesso modo l'umanità ha bisogno di alcuni "specialisti" che le diano dei consigli, le indichino una cura, e la mettano a conoscenza di tutto ciò che non conoscono e non possono conoscere da soli. Questi "specialisti" sono i profeti e i messaggeri. Se ciò non avvenisse l'umanità rimarrebbe all'oscuro di quella che sarà il Giorno del Giudizio, della vita dopo la morte, e di come bisogna impostare la propria vita in adorazione di Allah, cose che l'uomo non saprebbe acquisire da solo.

Compiti dei messaggeri:
Possiamo semplificare dicendo che i compiti dei messaggeri sono fondamentalmente sei:
1- La trasmissione del messaggio divino. Ha detto l'Altissimo: «O messaggero, trasmetti quello che è sceso su di te da parte del tuo Signore. E se non fai ciò non avresti trasmesso il Suo messaggio» (V:67); e ancora: «E su di te abbiamo fatto scendere il Ricordo [il Corano], affinché tu spieghi agli uomini ciò che è stato loro rivelato e affinché possano riflettervi» (XVI:44).
2- L'invitare la gente (da'ua) ad Allah e a seguire la Retta Via: «Ad ogni comunità inviammo un messaggero [con il comando]: Adorate Allah e fuggite dai Taghut» (XVI:36).
3- L'annunciare il Paradiso ai credenti e l'avvisare delle pene dell'Inferno ai miscredenti: «Non inviammo i messaggeri se non per annunciare ed ammonire» (XVIII:56).
4- Purificare le anime: «Egli è colui che ha inviato tra gli illetterati un Messaggero, uno di loro, che recita i Suoi versetti, li purifica e insegna loro il Libro e la Saggezza, anche se in precedenza erano in errore evidente» (LXII:2).
5- Eliminano le scuse degli uomini, ovvero fare in modo che gli uomini non possano dire nel Giorno del Giudizio di non aver ricevuto un ammonimento ed un avvertimento: «[Inviammo] messaggeri che annunciavano e ammonivano affinché non avessero più scuse davanti ad Allah» (IV:165).
6- Governare sulla terra la comunità dei credenti: «Governali con ciò che ti è stato fatto scendere da Allah» (V:48).

Carattere umano dei profeti:
Quando giunsero ai popoli i messaggeri, molti di questi si stupirono che questi messaggeri non fossero figure angeliche o creature particolari. Si trattava solo di uomini normali: «Dì: "Io [Muhammad] non sono altro che un uomo come voi"» (XVIII:110), «E dicono: "Ma che inviato è costui che mangia cibo e cammina nei mercati?"» (XXV:7), «Dissero loro i messaggeri: "Certamente siamo uomini come voi, ma Allah favorisce chi Egli vuole tra i Suoi servi"» (XIV:11).
Si è discusso anche sulla possibilità che vi siano stati delle donne come messaggeri. Abu al-Hasan al-Ash'ari, al-Qurtubi e Ibn Hazm sostengono che la cosa sia possibile, infatti troviamo in alcuni episodi narrati nel Corano che alcune donne ricevono un ispirazione, vengono a contatto con Gabriele o vengono elette tra le donne: «Ispirammo la madre di Mosè ad allattarlo» (XXVIII:7), «Le inviammo il Nostro Spirito che assunse le sembianze di un uomo perfetto» (XIX:17). «O Maria, Allah ti ha eletta; ti ha purificato ed eletta tra tutte le donne dei mondi» (III:42). Lo stesso discorso vale per Sara, Agar e Asia moglie del Faraone.
Però altri dotti islamici, come Nawawi e Hasan al-Basri -il quale ha detto: «Non ci sono stati profeti tra le donne né tra i jinn»-, sostengono che la cosa non sia possibile. Questo perché esse non hanno trasmesso o divulgato alcun messaggio, perché non tutte le persone che hanno parlato con gli angeli sono profeti e perché non abbiamo prove sufficienti nei testi.
Comunque non è possibile dare un giudizio, visto che lo stesso Profeta (SAAS) preferì astenersi dal giudizio sulla missione profetica di Dhu al-Qarnayn.

Caratteristiche non umane uniche dei profeti:
I profeti e i messaggeri sono uomini come altri, hanno le stesse necessità ma hanno senza dubbio delle caratteristiche uniche. La prima di queste è il wahi, "l'ispirazione", di cui parleremo più avanti, che fa sì che essi abbiano una conoscenza superiore, di cose fuori dalle esperienze umane.
Gli occhi dei profeti dormono, ma non dormono mai i loro cuori infatti in un hadith Anas ibn Malik dice: «Gli occhi del Profeta (SAAS) dormivano, ma non dormiva il suo cuore. Così gli occhi dei profeti dormono, ma non dormono i loro cuori» (Bukhari 3570).
I profeti possono scegliere tra il mondo terreno (il continuare a vivere) e quello ultraterreno (il morire). Da 'A'isha' ha detto di aver sentito il Messaggero di Allah (SAAS) dire: «Non è, colui che si ammala, un profeta se non può scegliere tra il mondo terreno e quello ultraterreno» (Bukhari e Muslim).
I profeti e i messaggeri vengono sepolti nello stesso luogo in cui sono deceduti. Troviamo infatti in una hadith: «Non viene sepolto un profeta se non nel luogo in cui muore» (Ahmad) . Il Profeta Muhammad (SAAS) ad esempio è stato sepolto nella casa di 'A'isha', nella quale morì. Il loro corpo inumato non verrà consumato dalla terra, ecco perché troviamo lo hadith: «Allah ha vietato alla terra di mangiare i corpi dei profeti» (Abu Daud e Nisa'i). E ancora nelle loro tombe i profeti continuano a vivere, il Profeta (SAAS) disse infatti: «Sono in vita i profeti nelle loro tombe, pregano» (trasmessa dai sei).
Sono caratterizzati da una purezza senza uguali. Da una purezza nella trasmissione del messaggio, ovvero non cambieranno né dimenticheranno cosa alcuna di ciò che Allah ha voluto che trasmettessero. Ecco perché l'Altissimo ha detto: «Ti faremo recitare [il Corano] e non dimenticherai, se non quello che Allah vuole» (LXXXVII:6) e ha detto: «O messaggero, trasmetti quello che è sceso su di te da parte del tuo Signore. E se non fai ciò non avrai trasmesso il Suo messaggio» (V:67).
La loro purezza non viene intaccata anche quando provano timore (come quando Abramo vede gli angeli che non mangiano), rabbia (quando Mosé vede l'idolo fatto dalla sua gente), impazienza (quando Mosé incontra il Khidr), quando commettono peccati minori o dimenticano. Anche il Profeta (SAAS) dimenticava, disse infatti: «Ma anche io, io sono un uomo, dimentico come voi, e se dimentico allora riprendetemi» (Trasmesso dai sei tranne Tirmidhi).

Il wahi:
Il verbo arabo awhaya(IV forma) che significa ispirare, trasmettere, suggerire un idea, nel Corano acquista il significato di informare, mettere a conoscenza una persona elevata tra gli uomini in modo segreto, non visibile da altri uomini. Per esempio troviamo: «Ti abbiamo trasmesso [la rivelazione] come la demmo a Noé e ai profeti dopo di lui. E abbiamo trasmesso [la rivelazione] ad Abramo, Ismaele, Isacco, Giacobbe e alle Tribù, a Gesù, Giobbe, Giona, Aronne, Salomone, e a Davide demmo il Salterio» (IV:163), «E quando ho ispirato gli apostoli a credere in Me e nel Mio messaggero» (V:111), «Ispirammo la madre di Mosè ad allattarlo» (XXVIII:7).

Come avviene il wahi:
I profeti possono ricevere il wahi in vari modi: il primo di questi è durante il sonno. Per esempio quando Abramo riceve in sogno l'ordine di sacrificare suo figlio Ismaele: «Poi, quando raggiunse l'età per accompagnare [suo padre, questi] gli disse: "figlio mio, mi sono visto in sogno, in procinto di immolarti. Dimmi cosa ne pensi". Rispose: "Padre mio, fai quello che ti è stato ordinato: se Allah vuole sar tra i pazienti» (XXXVII:102).
Allah parla direttamente ai profeti attraverso un velo (attraverso uno schermo che li protegge). Così avvenne per Mosè, Adamo e Muhammad durante la sua ascesa al cielo (mi'raj). Possono ricevere il wahi attraverso un angelo: per esempio fu l'angelo Gabriele che rivelò a Muhammad (SAAS) l'intero Corano. Egli vide l'angelo nel suo vero aspetto e quando questo acquistava le sembianze umane. Poi ha ricevuto il wahi come se fosse stato un suono di una campana.

Segni e miracoli dei profeti:
Certo tutti i profeti hanno dovuto portare con sé delle prove e dei miracoli che potessero attrarre la gente e potessero convincerla della veridicità delle loro parole. Questi miracoli però non sono cose create dai profeti, ma sono cose che Allah ha dato loro. Andiamo a vedere adesso l'esempio di alcuni messaggeri.

Abramo (AS):
«Dissero: "bruciatelo e andate in aiuto ai vostri dei, se siete capaci". Dicemmo: "Fuoco, si fresco e sicuro per Abramo". Tramarono contro di lui, ma facemmo si che fossero dei perdenti» (XXI:68-70): Abramo fu messo al rogo dai suoi concittadini, ma il messaggero non morì ne fu bruciato da quel fuoco. Abramo ricevette anche una prova da Allah della Sua presenza: «E quando Abramo disse: "Signore, mostrami come resusciti i morti", Allah disse: "Ancora non credi?". "Si -disse-, ma fa che il mio cuore si acquieti" Disse: "Prendi quattro uccelli e falli a pezzi, poi mettine una parte su ogni monte e chiamali: verranno da te velocemente"» (II:260).

Mosè (AS):
La missione profetica di Mosè fu accompagnata da nove segni, così come troviamo nel Corano: «In verità abbiamo dato a Mosè nove segni evidenti» (XVIII:101). Esaminiamo questi segni attraverso le stesse parole dell'Altissimo:

(1)   «Disse: "Gettalo [il bastone] Mosè". Lo gettò ed ecco che divenne un serpente che strisciava veloce» (XX:19-20);

(2)   «Stringi la mano sotto l'ascella: ne uscirà bianca senza farti alcun male. Ecco un altro segno» (XX:22).

(3)   «Colpimmo la gente di Faraone con anni di miseria e [4] una scarsità di frutti, affinché riflettessero. Quando veniva loro un bene dicevano: "Questo ci spetta", se li colpiva un male vedevano in Mosè e in quelli che erano con lui, uccelli di malaugurio. Non dipendeva da Allah la loro sorte? Ma la maggior parte di loro non sapeva. Dissero: "Qualunque segno addurrai per stregarci, noi non crederemo in te". Mandammo contro di loro [5] l'inondazione, [6] le cavallette, [7] le pulci, [8] le rane e [9] il sangue, segni ben chiari. Ma furono orgogliosi e rimasero un popolo di perversi» (VII:130-133).

Gesù (AS):
La stessa nascita di Gesù è stato un grande miracolo. Il Corano cita poi un altro miracolo, quello della "Tavola imbandita" (V:112-115), ma ci sono tutti quei miracoli trasmessici dalla tradizione cristiana -che colui che è nato in un paese cattolico non può non conoscere- tutti verosimili.

Muhammad (SAAS):
Miracolo più grande del Sigillo dei Profeti (SAAS) è senza dubbio il Corano, per ciò che esso contiene, per il modo in cui esso si esprime e per le verità scientifiche in esso contenuto. Altri miracoli di Muhammad (SAAS) sono l'Isra' (il suo viaggio da Mecca a Gerusalemme e poi il ritorno a Mecca durato l'arco di una notte) e il Mi'raj (la sua ascensione fino al settimo cielo sempre durante l'Isra'), la luna che si spaccò in due parti davanti agli occhi dei meccani increduli -ecco di questo miracolo lo troviamo nel versetto: «L'Ora si avvicina e la luna si spacca. Se vedono un segno si sottraggono e dicono: "E’ una magia continua"» (LIV:1-2)-, l'acqua che gli sgorga dalle dita e gli animali, le piante e gli esseri inanimati che parlano e lo riconoscono come profeta.

L'annuncio di Muhammad (SAAS) da parte dei profeti precedenti:
La missione profetica di Muhammad (SAAS) conclude e perfeziona l'insieme delle missioni profetiche. E tutti i profeti precedenti hanno saputo della sua venuta: «E quando Allah strinse un patto con i profeti [dicendo]: "Vi ho dato un Libro e della Saggezza, poi verrà un messaggero [Muhammad (SAAS)] per confermare ciò che avete, dovrete credergli e aiutarlo"» (III:81); ed hanno annunciato la venuta di Muhammad (SAAS).
Troviamo, per esempio, nella Genesi che i discendenti di Ismaele (gli arabi e quindi anche Muhammad (SAAS)) diventeranno un'importante nazione: «Anche riguardo a Ismaele io ti ho esaudito: ecco, io lo benedico e lo renderò fecondo e molto, molto numeroso: dodici principi egli genererà e di lui farò una grande nazione» (Gen 17:20).
Gesù ha detto: «"O figli di Israele, io sono veramente un Messaggero di Allah a voi, per confermare la Tawrat [Torà] che mi ha preceduto e per annunciarvi un messaggero che verrà dopo di me, il cui nome sarà Ahmad". Ma quando a questi giunse con le prove evidenti, dissero: "Questa è magia evidente"» (LXI:6). Ed Ahmad è uno dei nomi dell'ultimo Messaggero (SAAS), come egli stesso ha detto: «Io ho cinque nomi: io sono Muhammad, e Ahmad, io sono al-Mahi con il quale Allah elimina la miscredenza, io sono al-Hashir che sarò riunito prima degli altri uomini, e io sono al-'Aqib [colui che completa le missioni profetiche]» (Bukhari 3532 e Muslim).
Nei vangeli troviamo: «E se lo volete accettare, egli è quell'Elia che deve venire. Chi ha orecchi intenda» (Mt 11:14-15). Secondo l'interpretazione cattolica non si tratterebbe altro che di Giovanni Battista, ma la sua missione è precedente a quella di Gesù, e quindi egli non può annunciare una cosa che già è avvenuta. Ma più chiaro è l'annuncio della venuta dei musulmani, che dal paganesimo passeranno alla stretta fede monoteistica e condanneranno gli ebrei per aver rifiutato i profeti e per il loro agire: «Ora vi dico che molti verranno dall'oriente e dall'occidente e siederanno a mensa con Abramo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli, mentre i figli del regno [gli ebrei] saranno cacciati fuori nelle tenebre, ove sarà pianto e stridore di denti» (Mt 8:11-12).
Nel Vangelo di Giovanni troviamo: «Se mi amate, osserverete i miei comandamenti. Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Consolatore perché rimanga con voi per sempre, lo Spirito di verità che il mondo non puٍ ricevere, perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscerete, perché egli dimora presso di voi e sarà in voi» (Gv 14:15-17); «Quando verrà il Consolatore che io vi manderò dal Padre, lo Spirito di verità che procede dal Padre, egli mi renderà testimonianza» (Gv 15:26). Il "Consolatore" è il Profeta Muhammad (SAAS) inviato sei secoli dopo la venuta di Gesù (AS).
Troviamo nel Vangelo di Matteo un discorso di Gesù ai giudei: «E Gesù disse loro: "Non avete mai letto le Scritture:
La pietra che i costruttori hanno scartata
è divenuta testata d'angolo;
dal Signore è stato fatto questo
ed è mirabile agli occhi nostri?
Perciò io vi dico: vi sarà tolto il regno di Dio e sarà dato a un popolo che lo farà fruttificare. Chi cadrà sopra questa pietra sarà sfracellato; e qualora essa cada su qualcuno la stritolerà» (Mt 21:42-44). E ha detto il Messaggero di Allah (SAAS): «Io sono come i profeti che mi hanno preceduto, come un uomo che costruisce una casa, la completa, la decora e non posiziona un mattone d'angolo e vengono gli uomini gli girano attorno, si stupiscono e dicono: Ma come non hai posizionato questo mattone? [come sarebbe bella la casa con quel mattone!] Dice: Io sono il mattone e io sono il Sigillo dei profeti» (Bukhari 3535 e Muslim). Ecco quella "pietra scartata" poi divenuta "testata d'angolo", che ha completato e reso perfetto l'edificio, era Muhammad (SAAS), che con il messaggio che ha portato con sé ha fondato una forte nazione.
L'annuncio della venuta del Sigillo dei profeti (SAAS) la possiamo ritrovare anche nel Vangelo di Barnaba, che noi oggi abbiamo in veneto, anche se vi sono alcuni dubbi sulla sua autenticità, oppure in altre religioni, anche in quelle che oggi non sono più monoteistiche.

L'eccellere, il preferire alcuni profeti o messaggeri:
Dice l'Altissimo: «Abbiamo preferito alcuni profeti sugli altri ed a Davide abbiamo dato il Salterio» (XVII:55). Tutti gli 'ulama' concordano che i messaggeri, in quanto portatori di una rivelazione, sono preferibili dei profeti, e tra diessi ci sono dei gradi di importanza; infatti troviamo: «Abbiamo preferito quei messaggeri tra gli altri. A quelli Allah ha parlato, e alcuni li ha alzati di grado, e abbiamo dato a Gesù figlio di Maria le prove, e lo abbiamo coadiuvato con lo Spirito Santo [Jibril] » (II:253).

Cinque sono i messaggeri preferiti rispetto a tutti i profeti e messaggeri: (1) Muhammad (SAAS), ultimo messaggero e colui che ha completato la rivelazione dell'Islam; (2) Noè, il primo messaggero; (3) Abramo, l'Amico di Allah e guida per gli uomini (vedi Corano IV:125); (4) Mosè, colui che ha trasmesso la Torà e (5) Gesù, Parola (Ordine di Allah) insufflata in Maria e insufflata dal Suo Spirito (Gabriele). Prova di ciò sono i versetti: «Pazienta come pazientarono i messaggeri risoluti» (XLVI:35). «Ha stabilito per voi, nella religione, la stessa via che aveva raccomandato a Noè, quella che rivelammo a Te e che imponemmo ad Abramo, a Mosè e a Gesù: "Assolvete al culto e non create divisioni in essa"» (XLII:13).

Perché Muhammad (SAAS) è stato preferito?
Lo stesso Messaggero di Allah (SAAS) ha detto: «Allah mi preso come amico, così come prese Abramo come amico» (Muslim), e ha detto: «Sono stato preferito tra i profeti per sei motivi: ho ricevuto l'insieme delle parole, ho vinto con il terrore, mi è stato reso lecito il bottino, è stata resa per me la terra pura e come una moschea, e sono stato inviato a tutte le creature e con me sono finiti i profeti» (Tirmidhi e Muslim). Muhammad (SAAS) ha detto allora di essere superiore ad altri profeti per sei ragioni:

(1) dice di aver ricevuto "l'insieme delle parole", per la capacità di comunicare grandi e profondi significati con poche parole;

(2) dice di aver vinto con l'arma del terrore, questo perché Allah gettava la paura nei cuori dei suoi nemici;

(3) gli fu reso lecito di prendere una parte del bottino, cosa che non era lecita agli altri profeti;

(4) dice "è stata resa per me la terra pura e come una moschea", questo perché il fedele può pregare ovunque, e ovunque si può purificare con acqua o -in mancanza d'acqua- con la polvere;

(5) fu inviato a tutte le creature e non solo agli arabi, infatti il Corano dice: «O uomini io sono il Messaggero di Allah per voi tutti» (VII:158), così come fu inviato anche ai jinn;

(6) infine è stato colui che ha completato le missioni profetiche: «Ma è il Messaggero di Allah e sigillo dei profeti» (XXXIII:40).

Divieto di fare preferenze tra profeta e profeta:
Però bisogna fare molta attenzione a non fare preferenza tra profeta e profeta poiché ha detto il Messaggero di Allah (SAAS): «Non scegliete tra i profeti» (Bukhari e Muslim e ha detto: «Non fate preferenze tra i profeti» (Bukhari). Ciò non significa che quanto detto fin ora è scorretto, ma che non bisogna preferire un profeta arbitrariamente, ma bisogna portare sempre delle prove del Corano o della Sunna a sostegno delle proprie preferenze.

LE RIVELAZIONI
L'obbligo nel credere nelle rivelazioni:
Il musulmano è tenuto a credere non solo ai profeti e ai messaggeri, ma anche a tutte le rivelazioni scritte come il Libro rivelato ad Abramo, la Torà rivelata a Mosè, come il Salterio rivelato a Davide, il Vangelo rivelato a Gesù o il Corano rivelato a Muhammad (SAAS), e a tutte le rivelazioni non scritte, come la rivelazione trasmessa da Ismaele, Isacco, Giacobbe, le Tribù o anche il wahi trasmesso a Muhammad (SAAS) che non fa parte del Corano (la Sunna in generale, insomma). Il Corano dice: «Dite: "Crediamo in Allah e in quello che è stato fatto scendere su di noi e in quello che è stato fatto scendere su Abramo, Ismaele, Isacco, Giacobbe e sulle Tribù, e in quello che è stato dato a Mosè e a Gesù e in tutto quello che è stato dato ai Profeti da parte del loro Signore, non facciamo differenza alcuna tra di loro e a Lui siamo sottomessi"» (II:136), e dice anche che «Chi non crede in Allah, nei Suoi angeli, nei Suoi libri e nei Suoi messaggeri e nell'Ultimo giorno è stato grandemente deviato» (IV:136).

Ragione delle rivelazioni:
Il significato delle rivelazioni e quello di fornire agli uomini una guida chiara permanente, una serie di indicazioni all'uomo. Allah l'Altissimo dice a proposito della Torà: «Facemmo scendere la Torà, fonte di guida e di luce» (V:44).

Torà:
Per Torà o Pantateuco si intendono i primi cinque libri dell'Antico Testamento (Genesi, Esodo, Levitico, Numeri e Deuteronomio). Si parla diciotto volte di Torà (al-Tawrat) nel Corano, ma quella di cui parla il Corano è la stessa che noi oggi abbiamo? No. Questo perché il Corano parla di un libro rivelato a Mosé, e non di un insieme di tradizioni e documenti variamente intersecati, che si possono scaglionare su di un lasso di tempo che va dall'epoca di Mosé (XIII secolo a.C.) all'epoca della restaurazione del popolo d'Israele dopo l'esilio di Babilonia nel secolo V a.C.. Dunque il testo, che noi oggi abbiamo, sarebbe stato composto in otto secoli con il contributo di più autori e non sarebbe la rivelazione fatta a Mosè. I musulmani non condividono l'opinione della Chiesa che Dio sia autore dei libri ispirati dallo Spirito Santo, ma riconoscono solo i libri rivelati ad un profeta e che sono stati conservati senza che l'uomo vi apportasse alcuna modifica.

I Salmi (Zabur):
Anche questo è un libro di cui parla il Corano, ma anche in questo caso è accertato che non sia un libro che si può far risalire a Davide, ma che si tratti di una collezione nel quale confluiscono altre collezioni minori di autori diversi e di epoche diverse. Inoltre la versione in greco non coicide con quella ebraica, mentre la versione siriaca differisce notevolmente da entrambe.

Il Vangelo (Injil):
Il Corano parla di un unico Vangelo, rivelato da Dio a Gesù figlio di Maria. Cosa in verità che si ritrova anche nel Vangelo di Marco: «Gesù si recٍ nella Galilea predicando il vangelo di Dio» (Mc 1:14). Mentre i vangeli che noi oggi abbiamo non sono altro che una cronaca della vita di Gesù, e quindi possono essere accettati e criticati così come si farebbe per un libro di storia, visto anche che Marco e Matteo non erano contemporanei a Gesù e non avevano assistito alla sua predicazione e che in verità non si conoscono gli autori del Vangelo di Luca e di quello di Giovanni.

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