Le Madri dei Credenti (che Allah sia soddisfatto di loro) Traduzione
di Umm Yahya 'Aisha Farina |
'AISHA
BINT ABI BAKR (che
Allah sia soddisfatto del padre e della figlia) Una
notte, mentre il Profeta (s) era steso a letto, discese un Angelo
che trasportava qualcosa avvolto in un tessuto di seta. Lo fece
vedere al Profeta (s), che sollevò il velo e trovò al suo interno
la piccola 'Aisha (r). Il
significato di questa visione era troppo evidente per non
comprenderlo. Il Profeta (s) aveva bisogno di una compagna per
continuare la sua Missione, e questa compagna doveva avere doti
straordinarie. La scelta non era facile da compiere. La Volontà
Divina la compì per il Profeta (s). Scelse 'Aisha (r) per riempire
il vuoto lasciato dalla morte di Khadijah (r). 'Aisha (r) fu scelta
non soltanto per assicurare la serenità di una casa, ma anche per
trasmettere alle future generazioni il Messaggio islamico. Dopo
la visione notturna, il Profeta (s) disse: "Se ciò viene da Allah (SWT), Egli lo farà avverare". 'Aisha
(r) nacque verso la fine del 4^ anno della Missione del Profeta (s).
Non si conosce esattamente la sua data di nascita. Tuttavia,
sappiamo che aveva circa 8 o 9 anni quando cominciò l'Emigrazione a
Madinah. 'Aisha
(r) crebbe in una casa piena dello spirito dell'Islam. Il Profeta
(s) veniva spesso in visita. Con Abu Bakr (r) si sedeva per ore a
discutere. La piccola 'Aisha (r) giocava intorno a loro. Ma anche a
questa tenera età, il suo spirito vivace assorbiva rapidamente la
rivoluzione in atto. Il
padre di 'Aisha (r) costruì nel suo cortile una piccola moschea,
dove pregava e recitava il Corano. La picco-la 'Aisha (r) imparava
con devozione le pratiche islamiche. Divenne una pia Musulmana dal
momento in cui cominciò a capire il mondo intorno a lei. 'Aisha
(r) era una bambina precoce. La sua crescita fisica e morale stupiva
tutti. Anche da piccola, poneva domande estremamente intelligenti.
Esaminava tutto molto attentamente e cercava di trovare delle
ragioni dietro a ciò che vedeva. Aveva un'ottima memoria. I suoi
commenti su persone o cose stupivano i suoi genitori. Naturalmente,
'Aisha (r) amava giocare, soprattutto con le bambole. Pur essendo
una bambina piccola, rispettava il Profeta (s). Quando lui veniva,
nascondeva le bambole, e le sue compagne di gioco seguivano il suo
esempio. Ma il Profeta (s) amava veder giocare i bambini. Non voleva
che fossero spaventati da qualcu-no. Così, chiamava 'Aisha (r) e le
sue compagne e diceva loro di continuare a giocare. Un
giorno, 'Aisha (r) era occupata con le sue bambole quando arrivò il
Profeta (s). Vide un piccolo cavallo con le ali, vicino alle
bambole. "Cos'è questo?"
domandò. "Un
cavallo!". "Ma
i cavalli non hanno le ali, non è vero?" "Perché
no? Il cavallo di Sulayman (Salomone *) aveva le ali!". Tale
era l'intelligenza di 'Aisha (r) a quell'età. La sua memoria era
tale che conosceva a memoria alcune parti del Corano. Lo imparava da
suo padre (r). Aveva poco più di 8 anni quando ebbe luogo l'Hijrah.
Qualche anno dopo, nessuno poteva descrivere l'avvenimento in
maniera così precisa come 'Aisha (r). IL
MATRIMONIO Il
Profeta (s) capì che sarebbe cresciuta presto e sarebbe divenuta
una donna dalle notevoli capacità. 'Uthman
ibn Muzum era un Compagno del Profeta (s). Raccontò a sua moglie
come la morte di Khadijah (r) avesse rattristato il Profeta (s). Sua
moglie Khawlah (r) rifletté attentamente sulla questione, finché
un giorno andò a dire al Profeta (s): "O Messaggero di Allah!
Sposa un'altra donna!" "Chi?"
domandò il Profeta (s). "Beh,
ci sono sia giovani ragazze che vedove" rispose la donna;
"se permetti, potrei parlartene". "Chi
hai in mente?" "Sawdah
figlia di Zam'ah è la vedova e 'Aisha figlia di Abu Bakr è la
vergine". "D'accordo"
disse il Profeta (s) "contatta
i loro tutori". Quando
Khawlah (r) parlò della questione ad Abu Bakr (r), la sua prima
reazione fu di sorpresa. Disse: "Il Profeta (s) ed io ci siamo
sempre considerati come fratelli. 'Aisha è dunque sua nipote. Come
potrebbe sposarlo?". Khawlah
(r) trasmise la risposta al Profeta (s), che osservò: "Abu
Bakr non è il mio fratello di sangue. E' soltan-to mio fratello
nella Fede. L'Islam non vieta il matrimonio in questo caso". Khawlah
(r) riportò il commento del Profeta (s) ad Abu Bakr (r), che ne fu
molto contento. Donandogli sua figlia in sposa, poteva avvicinarsi
ancora di più al Profeta (s). C'era però un ostacolo. 'Aisha (r)
era già fidan-zata. Ma il ragazzo e i suoi genitori erano ancora
miscredenti. Abu Bakr (r) pensò che bisognasse prima di tutto
regolare questa questione. Andò dai genitori del ragazzo e disse
loro: "Voglio una risposta definitiva rispetto al fidanzamento
con 'Aisha". L'uomo
consultò sua moglie, che disse, "Faremmo meglio a rompere il
fidanzamento. Questa Musulmana porterà nostro figlio lontano dalla
religione dei nostri avi". L'uomo disse allora ad Abu Bakr (r)
che non voleva più che suo figlio sposasse 'Aisha (r). Abu
Bakr (r) era felice. Ora poteva sposare sua figlia al Profeta (s) e
guadagnare un onore immortale. Qualche
giorno dopo, ebbe luogo il matrimonio. Fu una cerimonia semplice. 'Aisha
giocava con le sue bam-bole quando la serva la chiamò per condurla
da suo padre. Abu Bakr (r) condusse da solo la cerimonia di nozze.
Da quel momento in poi, la bambina cominciò a rimanere a casa. Durante
i primi tre anni di matrimonio, 'Aisha (r) continuò a vivere a casa
dei suoi genitori. Per la maggior parte del tempo era occupata a
giocare, e quando era un po' birichina sua madre la sgridava e la
picchiava leggermente. Ma il Profeta (s) era contrario a queste
punizioni e lo fece sapere alla madre. Un
giorno, trovò 'Aisha (r) in lacrime dietro una porta. "Non
hai tenuto conto della mia richiesta!" disse a Umm Ruman. "Racconta
delle storie contro di me a suo padre" gli spiegò lei. "Non importa" osservò il Profeta (s) "non la picchiare!". L'INFLUENZA
PATERNA Abu
Bakr (r) recitava il Corano con tale fervore da commuovere coloro
che ascoltavano. Cominciò a recitare il Libro Sacro nelle strade e
ad attirare le folle attorno a sé. Questo indispettì i Meccani:
"Quest'uomo potreb-be attirare le nostre mogli e i nostri figli
verso l'Islam" dichiararono. "Dobbiamo fermarlo, se
occorre anche con la forza". Abu Bakr (r) divenne vittima di
persecuzioni. Questi
attacchi lo spinsero ad emigrare in Abissinia con sua moglie e i
suoi figli. Si mise in marcia, ma, lungo il cammino, incontrò un
capo influente, chiamato Ibn Daghna: "Quale destinazione avete
scelto?" gli doman-do. "L'Abissinia" fu la risposta.
"E' un peccato per i Quraysh che un uomo come te li lasci.
Ritorna a casa tua. Ti proteggerò io". Abu
Bakr (r) ritornò così a Makkah. Ibn Daghna disse ai Meccani che
Abu Bakr (r) era sotto la sua protezio-ne. Assicurò loro, tuttavia,
che Abu Bakr (r) non avrebbe più recitato il Corano nelle strade.
Ma il desiderio di Abu Bakr (r) di dichiarare la Verità era
incontrollabile. Costruì una moschea vicino alla sua porta e
cominciò a recitare il Corano. Ben presto, attirò nuovamente le
folle. I
Meccani si lamentarono con Abu Daghna che domandò ad Abu Bakr (r)
di non metterlo in una situazione difficile. Abu
Bakr (r) gli rispose: "Non ho bisogno della tua protezione,
Allah (SWT) mi basta!". Ancora
una volta, Abu Bakr (r) recitava il Corano in pubblico, non
preoccupandosi delle persecuzioni dei Meccani, e questo finché
emigrò a Madinah. L'esempio
del padre ebbe un effetto sulla figlia. Dalla più tenera età, 'Aisha
(r) imparò a resistere e a soffrire per la verità. Imparò come
sostenere e lavorare per una causa. L'EMIGRAZIONE
VERSO MADINAH Un
pomeriggio particolarmente caldo, 'Aisha (r) e sua sorella erano
sedute col loro padre. Qualcuno bussò alla porta. Abu Bakr (r) uscì
di corsa e trovò il Profeta (s). "Abu
Bakr!" gli disse "Allontana
tutti quelli che sono in casa tua. Ho qualcosa di importante da
dirti". "Se
vuoi, o Messaggero di Allah (s), non c'è che la mia famiglia. Entra
dunque!". Il
Profeta (s) entrò e spiegò il suo piano ad Abu Bakr (r). Voleva
partire per Madinah quella stessa notte. Abu Bakr (r) aveva già
disposto da tempo tutto il necessario. Chiese alle sue figlie di
cominciare i preparativi. Al calare della notte, il Profeta (s) e
Abu Bakr (r) montarono sui loro cammelli e si diressero verso
Madinah. Le loro famiglie dovevano restare a Makkah finché fosse
venuto anche per loro il momento di emigrare. Qualche
settimana più tardi, Abu Bakr (r) inviò un messaggio a suo figlio,
dicendogli di condurre sua madre, le sue sorelle e la famiglia del
Profeta (s) a Madinah. Il
Profeta (s) aveva preparato delle capanne di fango accanto alla
moschea. Sawdah e le figlie del Profeta (s), Fatimah (r) e Umm
Kulthum (r), occuparono queste capanne. Abu Bakr (r) aveva ottenuto
una casa in un altro punto della città. 'Aisha (r) visse in questa
casa coi suoi genitori ancora per otto mesi. LA
PARTENZA DALLA CASA DEI GENITORI "Non
ho il denaro per pagare il mahr (dono nuziale)" rispose il
Profeta (s). "Potrei
prestartelo io" disse Abu Bakr (r). Il
Profeta (s) si fece allora prestare 500 dirham e li inviò ad 'Aisha
(r). Il
giorno seguente, il Profeta (s) mandò delle donne Ansar a trovare 'Aisha
(r). Quando arrivarono a casa di Abu Bakr (r), 'Aisha (r) giocava.
La madre la lavò, la pettinò, e la condusse nella camera dove si
trovavano le donne, che esclamarono in coro: "Che tu possa
essere benedetta!". Intanto, arrivò il Profeta (s). Nella casa non c'era altro che un recipiente di latte. Glielo offrirono. Lui prese il latte e ne bevve un sorso. Lo passò quindi ad 'Aisha (r) che, timidamente, fece lo stesso. Poi lo posò. "Offri il latte alle tue amiche" suggerì il Profeta (s). "No" risposero quelle, "Non abbiamo appetito". "Non dite bugie" disse loro il Profeta (s) "poiché tutto ciò che una persona dice viene scritto". Dopo
questa semplice cerimonia, 'Aisha (r) salutò i genitori e andò a
vivere col suo glorioso marito (s). Aveva nove anni. Alcune
critiche ostili all'Islam ritengono che a quell'età fosse troppo
giovane per assumere doveri coniugali. Dimenticano che la crescita
fisica e morale di 'Aisha (r) era stata particolarmente rapida e che
l'Arabia è un Paese caldo, dove la pubertà può essere a volte
raggiunta molti anni prima che in altri posti del mondo. Se una
bambina, ancor oggi, può divenire madre a nove anni in un Paese
temperato come gli USA, possiamo capire come, a maggior ragione, 'Aisha
(r) fosse completamente matura quando lasciò la casa paterna per
quella del marito. 'Aisha
(r) entrò nella sua nuova casa nel mese di Shawwal. Si era sposata,
tre anni prima, nello stesso mese. Gli Arabi vedevano il mese di
Shawwal come un periodo di malaugurio, e nessuna cerimonia aveva
luogo in quel mese. Il matrimonio di 'Aisha (r) spazzò via questa
superstizione, così come spazzò via molti riti assurdi concernenti
la cerimonia di matrimonio. COMINCIA
UN'EDUCAZIONE REGOLARE Più
importanti ancora erano la cortesia nelle maniere e la formazione
del carattere. L'Islam vuole che l'edu-cazione metta l'accento su
questi punti. L'alfabetizzazione è un mezzo per realizzarli. Il più
grande miracolo della storia è il cambiamento causato dal Profeta
Muhammad (s) nello spirito di milioni di uomini. La più elevata
educazione di 'Aisha (r) avvenne sotto le cure dirette del più
grande Professore della storia. Con uno scopo ben definito, egli (s)
cominciò a formare lo spirito della donna che era destinata a
trasmettere e ad interpretare i suoi insegnamenti al mondo
femminile. Con
una foga stupefacente, 'Aisha (r) mise i suoi indubitabili talenti
al servizio della sua educazione. Ciascu-na virtù umana si trovava
espressa alla perfezione nella personalità del Profeta (s). 'Aisha
(r) era continuamente a stretto contatto con questa personalità
unica. Era un'occasione rara che il destino aveva messo sul suo
cammino. Lei colse questa occasione e fece del suo meglio per
perfezionare la sua educazione. Aveva sempre delle domande da porre.
Dal momento in cui il Profeta (s) entrava nella sua camera,
comin-ciava a parlargli di ogni genere di argomento. La
porta della sua camera dava sul cortile della moschea. Quando il
Profeta (s) si sedeva nella moschea per insegnare alla gente e
spiegare loro delle cose, 'Aisha (r) restava vicina alla porta e
ascoltava ogni parola che lui diceva. Il
risultato fu una conoscenza incredibilmente vasta. Ben pochi
Compagni (r) potevano eguagliare 'Aisha (r) nella comprensione del
Corano e della Sunnah. Lo
spirito di ricerca di 'Aisha (r) rendeva un servizio permanente
all'Islam. Le sue domande erano una fonte di luce per molti problemi
importanti. Combattere
per la Causa di Allah (SWT) (Jihad fisabilillah) è un dovere per
ogni Musulmano. Un giorno 'Aisha (r) domandò: "O Messaggero di
Allah, le donne dovrebbero andare al campo di battaglia, come gli
uomini?" "No,
il Pellegrinaggio è sufficiente per loro" rispose il
Profeta (s). 'Aisha
(r) entrò nella casa del Profeta (s) a 9 anni e ne aveva 18 alla
morte del suo nobile sposo (s). Passò dunque i nove anni più
formativi di una vita sotto le cure affettuose del più grande
Professore del mondo. Era la sola vergine che egli (s) avesse
sposato. Le sue co-spose erano tutte delle vedove o delle
divorziate, ben educate nei modi nelle case dei loro primi mariti. 'Aisha
(r) arrivò dal Profeta (s) con un carattere pro-prio e flessibile.
La differenza era significativa. La personalità magnetica del
Profeta (s) aveva certamente il potere di plasmare gli spiriti. Ciò
spiega l'attenzione speciale del Messaggero di Allah (s) per 'Aisha
(r). Egli (s) sapeva molto bene il ruolo che era destinata a giocare
dopo di lui. LA
SUA VITA IN CASA Questa
era la casa dove la moglie più amata del Profeta (s) viveva. Come
arredamento non c'era che un bistarah (materasso), un guanciale di
fibre di dattero, una stuoia, due recipienti in terra per la farina
e i datte-ri, una brocca per l'acqua e una scodella. C'era anche una
lampada, ma a volte rimaneva senz'olio per setti-mane. Il
cortile della moschea serviva anche come cortile della camera.
Durante il mese di Ramadan, quando il Profeta (s) si sedeva per l'
i'tikaf, rimaneva vicino alla camera. Metteva dentro la testa per
farsi pettinare e se aveva bisogno di qualcosa tendeva la mano e 'Aisha
(r) gliela porgeva. In
queste circostanze, 'Aisha (r) non aveva molto da fare in cucina.
Questo spiega perché non imparò mai a cucinare bene. Le altre
co-spose, al contrario, erano già vissute in case più ricche ed
erano cuoche migliori. 'Aisha
(r) si abituò talmente a questa vita di stenti che cominciò ad
amarla veramente. Si attaccò a questo modo di vita, anche dopo la
morte del Profeta (s), quando avrebbe potuto possedere molte cose. 'Umar
(r), 'Uthman (r), 'Ali (r), Muawiyya e 'Abdullah ibn Zubayr le
passavano tutti una buona pensione. Ma, quando la riceveva, 'Aisha
(r) la dava ai poveri e non teneva nulla per sé. Per tutta la vita,
amò l'esistenza indigente che aveva condiviso con il Profeta (s). L'AMORE
PER IL PROFETA (s) La
devozione di 'Aisha (r) era così grande che amava tutto ciò che
amava lui (s) e detestava ciò che lui dete-stava. Un'altra
volta, fu svegliata dal rumore della porta. "Il Profeta (s) è
uscito" pensò "ma per andare dove? Forse a casa di
un'altra moglie!". 'Aisha (r) lo seguì di nascosto. Lui (s) si
diresse verso il cimitero di Madinah e si abbandonò a ferventi
invocazioni. "Possano i miei genitori morire per lui (s)!"
sospirò 'Aisha (r) "Quanto era lontana la realtà dalla mia
immaginazione". Molto
spesso il Profeta (s) si addormentava con la testa sulle ginocchia
di 'Aisha (r) e lei non si muoveva per non disturbare il suo sonno. LA
RICOMPENSA DI 'AISHA (r) Una
volta, disse: "'Aisha ha
la stessa superiorità sulle donne che ha il tawrid (un piatto
tipico molto gustoso) sugli
altri piatti". Una
volta, Amr ibn al-As (r) gli chiese: "O Messaggero di Allah,
chi ami di più?". "'Aisha!"
fu la risposta. "O Messaggero di Allah, la mia domanda
riguardava gli uomini". "Il
padre di 'Aisha!" rispose il Profeta (s). Una
volta, 'Aisha (r) accompagnò il Profeta (s) nel corso di un
viaggio. Il cammello sul quale montava scappò, portandola con sé.
Questo rese il Profeta (s) così agitato da gridare: "O,
mia moglie!". Finché il cam-mello non fu riacciuffato,
rimase agitato. Una
volta, 'Aisha (r) era con il Profeta (s) nel corso di un viaggio.
Loro due si trovavano molto indietro ri-spetto agli altri componenti
della carovana. "Facciamo
una corsa!" suggerì il Profeta (s). Corsero e 'Aisha (r)
vinse perché era molto magra. Anni più tardi, nel corso di
un'altra gara 'Aisha (r), che era ingrassata, perse. "'Aisha" le disse il Profeta (s) "Adesso
siamo pari!". IL
VERO SEGRETO Dopo
'Aisha (r), Umm Salamah (r) era la favorita del Profeta (s),
nonostante non fosse più una ragazzina. Aveva guadagnato questa
posizione per via della sua superiorità intellettuale. La stessa
cosa era vera per 'Aisha (r). I suoi incredibili doni naturali
facevano di lei un'ottima compagna del Profeta (s) nei momenti
difficili. Questa
ipotesi si rafforza quando ci si ricorda del profondo amore del
Profeta (s) per Khadijah (r). Il Profeta (s) la sposò a 25 anni,
quando lei ne aveva 40. La Madre dei Credenti morì a 60 anni, ma il
suo ricordo era ancora così caro al cuore del Messaggero di Allah
(s), che egli parlava ogni giorno di lei con i modi più gentili, a
tal punto che 'Aisha (r) era più gelosa di lei, morta da tanti
anni, che di tutte le altre sue co-spose. DEVOZIONE
PER ALLAH (SWT) Il
Profeta (s) amava 'Aisha (r) più di tutti gli altri, ma questo
amore non era nulla in confronto al suo amore per Allah (SWT). 'Aisha
(r) stessa diceva che, appena sentiva l'appello alla preghiera, lui
si alzava e se ne andava come se non avesse niente a che fare con
lei. Anche
dopo la morte del Profeta (s), la preghiera e il digiuno erano le
due cose più care ad 'Aisha (r). Una
volta digiunò alla vigilia della Festa del Sacrificio ('Id al-Adha);
faceva estremamente caldo e lei perse conoscenza. Gettarono
dell'acqua sulla sua testa e qualcuno le suggerì di interrompere il
digiuno. Lei rispo-se: "Come potrei farlo? Ho sentito il
Profeta (s) dire che digiunare in questo giorno cancella i peccati
dell'an-no precedente". Accanto
alle preghiere obbligatorie, 'Aisha (r) offriva la preghiera sunnah
del Fajr, ed era così attaccata a questa preghiera che una volta
dichiarò: "Anche se i miei genitori uscissero dalle loro tombe
e mi dicessero di abbandonare queste raka'at, non lo farei". 'Aisha
(r) non saltava mai il suo Hajj annuale, perché aveva sentito dire
dal Profeta (s) che il Pellegrinaggio a Makkah apporta la stessa
ricompensa alle donne che il Jihad agli uomini. Il
Profeta (s) non si curava di risparmiare nulla, ed 'Aisha (r) seguì
fedelmente questa pratica durante tutta la sua vita. Riceveva una
buona pensione da parte dei Califfi (r), ma la distribuiva tutta ai
bisognosi. LE
RELAZIONI UMANE Per
quanto riguarda Khadijah (r), tutte le tradizioni che ci parlano di
lei sono state riportate da 'Aisha (r). Sawdah
(r) era in così buoni rapporti con 'Aisha (r) che le cedette il suo
turno di sposa. Hafsah
(r) era per lei una sorella. Una
volta, Zaynab (r) chiamò Safiyyah (r) "una giudea". Ciò
dispiacque talmente al Profeta (s) che non parlò più a Zaynab (r)
per due mesi. Alla fine, Zaynab (r) chiese l'aiuto di 'Aisha (r).
Lei trattò l'argomento con un tale tatto che l'errore della
co-sposa fu perdonato. Quando
gli ipocriti accusarono falsamente 'Aisha (r), Zaynab (r) disse al
Profeta (s) che non vedeva altro che il bene in lei. Alla
morte di Zaynab (r), ecco cosa disse 'Aisha (r): "Non ho mai
conosciuto una donna più onesta, più religiosa, più pia, più
veridica, più generosa di Zaynab. Si arrabbiava facilmente, ma si
scusava subito". In
breve, 'Aisha (r) rendeva a ciascuna co-sposa ciò che le era
dovuto. Era
naturale che, qualche volta, sorgessero piccoli screzi, ma non erano
che passeggeri. 'Aisha
(r) non aveva bambini suoi. Era usanza in Arabia essere chiamati 'il
padre o la madre del tale', dal nome del primo figlio maschio (kunya).
Questi nomi erano segni di nobiltà. Le altre mogli del Profeta (s)
avevano la kunya, perché avevano avuto dei figli dai loro
precedenti matrimoni. Ma il caso di 'Aisha (r) era diverso. Chiese
allora al Profeta (s): "Messaggero di Allah, che nome dovrei
avere?". "Ti puoi
chiamare Umm 'Abdullah" rispose il Profeta (s). 'Abdullah
(r) era il nipote di 'Aisha (r), figlio di sua sorella Asma' (r). Fu
il primo bambino nato dagli Emigrati a Madinah. LA
CALUNNIA Il
popolo di Madinah era riconoscente ad Allah (SWT) per questo
singolare Favore. Nonostante ciò, vi era un gruppo di ipocriti (Munafiqun),
con 'Abdullah ibn Ubay alla loro testa, che erano scontenti. Questo
'Abdullah progettava di proclamarsi 're' di Madinah, ma, con
l'arrivo del Profeta (s) nella città, le sue 'speranze' svanirono
per sempre. Ora non aveva alcuna possibilità di realizzare il suo
sogno e ciò lo rese, con i suoi complici, ostile all'Islam. Ma
era impossibile contestare apertamente il Messaggio. 'Abdullah ibn
Ubay e i suoi partigiani agirono allora di nascosto; professavano
esteriormente di essere Musulmani, ma cercavano segretamente di
distrug-gere la Religione nascente. Per questo, si servivano di
diverse armi. Nella battaglia di Uhud e del Fossato, ad esempio,
disertarono; nonostante ciò, l'Islam uscì vittorioso. Gli ipocriti
decisero allora di utilizzare armi più sottili. Una
di queste armi consisteva nel seminare discordia tra i Musulmani,
che erano composti da due gruppi: gli Emigranti Meccani (Muhajirun)
e gli Ausiliari Medinesi (Ansar). Gli ipocriti cominciarono a
provocare gli Ansar dicendo loro: "Guardate come hanno preso
tutto il potere, lasciandovi disperati nelle vostre case. Prendete
coraggio e rompete il patto con loro". Anche
gli Ansar appartenevano a due diverse tribù, che nel passato erano
ostili. L'Islam conciliò le loro differenze e le unì in una comune
fratellanza. Gli ipocriti cercavano costantemente di far riaffiorare
le loro ormai dimenticate ostilità, perché gli Ansar si
scagliassero di nuovo gli uni contro gli altri. Più
di una volta il Profeta (s) dovette intervenire personalmente per
riportare la pace tra gli schieramenti, ricordando loro la comune
fratellanza nella Fede. I
capi Ansar svelarono la macchinazione di 'Abdullah ibn Ubay, e
addirittura suo figlio prese il suo cavallo per le briglie e dichiarò:
"Non ti lascerò andare a meno che non confessi di essere un
povero miserabile e che Muhammad (s) è il più onorabile degli
uomini!". Il
capo degli ipocriti si sentì sconfitto; questa perdita della faccia
era difficile da sopportare. Secondo la sua logica abietta, doveva
dunque progettare una terribile vendetta… Era
in quel momento una ragazzina di 14 anni. Prima
del viaggio, sua sorella Asma' le aveva prestato una collana. Il
filo era così sottile da potersi rompere facilmente. Durante
una sosta della carovana, 'Aisha perse la collana. Il Profeta (s)
diede l'ordine di rimandare la parten-za, e si cominciò a cercare
il gioiello. Quando,
però, stava per giungere l'ora della preghiera, ci si accorse che
non vi era l'acqua per le abluzioni. Gli ipocriti cominciarono ad
addossare ad 'Aisha (r) la colpa dell'accaduto, sostenendo che era
stata lei a far tardare la carovana. Abu
Bakr (r) si sentì indispettito da 'Aisha (r). Venne dalla figlia,
ma vide che il Profeta (s) dormiva con la testa sulle ginocchia di
lei. Un
po' prima dell'ora della preghiera, il Profeta (s) si svegliò. Lo
misero al corrente del problema dell'acqua. In quello stesso momento
giunse la Rivelazione: Corano
IV. An-Nisa' (Le Donne), 43 Cominciarono
a dire: "O Famiglia di Abu Bakr! Non è il vostro primo dono
all'Islam!" Abu
Bakr (r), che era così in collera con sua figlia, venne da lei e le
disse: "Figlia mia, non avrei potuto imma-ginare che tu potessi
essere la fonte di una tale benedizione! Grazie a te, la comunità
si è vista accordare una grande facilitazione!". Al
momento della partenza, la collana fu ritrovata sotto il cammello di
'Aisha (r). Trovandosi
sola, 'Aisha (r) si sedette con calma per terra, sicura che qualcuno
sarebbe tornato a prenderla quando la sua assenza fosse stata
scoperta, e poco dopo si addormentò. Un
po' più tardi, Safwan ibn Mu'attal (r), un Sahaba, tornò indietro.
Il suo lavoro era quello di recuperare coloro che si fossero persi e
gli oggetti smarriti. Quando
passò vicino ad 'Aisha (r), lei dormiva ancora. Egli l'aveva già
vista spesso prima che fosse rivelato l'obbligo dell'Hijab, dunque
la riconobbe e disse:
Corano II. Al-Baqara (La Giovenca), 156 Udendo
il versetto del ritorno, 'Aisha (r) si svegliò e si velò il viso.
Safwan (r) le offrì il cammello e la scortò a piedi fino alla
tappa successiva. Raggiunsero la carovana all'ora del riposo di
mezzogiorno. Appena
la carovana giunse a Madinah, gli ipocriti cominciarono a macchiare
la reputazione di 'Aisha (r); rigirarono l'incidente della collana
per raccontare alla gente che la giovane non era più casta! La
storia si sparse nella città come il fuoco in una foresta.
Evidentemente, 'Abdullah ibn Ubay era alla testa della campagna
diffamatoria. Riuscì poi a procurarsi l'appoggio di altre tre
persone: Hassan ibn Thabit il poeta, Hamna e Musattah. 'Aisha
(r) non sapeva nulla della calunnia. Una sera, uscì con la madre di
Musattah per un bisogno e la vecchia donna la mise al corrente della
partecipazione del figlio alla campagna denigratoria. 'Aisha (r) ne
fu sbalordita e rientrò a casa. Non sapendo cosa fare, andò a casa
di sua madre. Quest'ultima cercò di consolar-la dicendole che una
moglie preferita deve essere pronta a far fronte a tali tempeste.
Una donna Ansar arrivò in quel momento e raccontò tutti i
particolari alla madre di 'Aisha (r). La giovane svenne. Sua madre
la fece riprendere e l'accompagnò a casa. 'Aisha
(r) fu presto costretta a letto, con la febbre molto alta. Anche
il Profeta (s) venne al corrente della maliziosa accusa. D'altra
parte, finché la verità non fosse stata stabilita, non avrebbe
potuto far nulla. Entrava nella camera di 'Aisha (r) ogni tanto, si
informava della sua salute e se ne andava. Questo portò 'Aisha (r)
a temere che il Messaggero di Allah (s) non fosse certo della sua
innocenza. Così, col suo permesso, andò a casa dei suoi genitori. Vennero
presto i peggiori momenti della sua sofferenza. Giorno e notte, le
lacrime scendevano dai suoi occhi. Non poteva dormire, le girava la
testa e il viso si rigava di lacrime. I suoi genitori, afflitti,
facevano di tutto per consolarla, ma lei non conosceva alcun
conforto. Il
Messaggero di Allah (s) cominciò quindi un'inchiesta. Chiese la
testimonianza di Usama (r) e di 'Ali (r). "E' una grande
menzogna!" disse Usama (r). La risposta di 'Ali (r) fu la
seguente: "Non c'è carestia di donne nel mondo!". Voleva
dire che, nel caso in cui il Profeta (s) avesse dato importanza alla
calunnia, poteva divorzia-re da 'Aisha (r). Ma
il Messaggero di Allah (s) era deciso a scoprire la verità. Continuò
a interrogare la gente. La testimonian-za della serva fu:
"Gloria ad Allah! Per Allah! Così come l'orafo può
testimoniare la purezza dell'oro, così io posso dichiarare la
castità di 'Aisha (r)!". Zaynab
(r) disse: "Non vedo altro che delle virtù in 'Aisha!". Ma
'Abdullah ibn Ubay apparteneva alla tribù Khazraj. Il capo di
questa tribù, Sa'ad ibn Ubada, non apprez-zò l'audacia del suo
rivale. Rivolgendosi allora ad Ibn Muadh, gli disse: "Chi sei
tu per occuparti degli affari dei Khazraj?". Questo provocò
proteste astiose. "Sa'ad!" gridarono alcuni "ti metti
dalla parte dei muna-fiqun!?". La disputa minacciava di
condurre ad una brutta fine. Ma il Profeta (s) intervenne a dividere
i con-tendenti. La
certezza di una pura innocenza rese coraggiosa 'Aisha (r), che
disse: "Allah (SWT) sa molto bene che sono innocente. Ma se,
malgrado la mia innocenza, confessassi, chi ne dubiterebbe? E se io
negassi, chi mi crede-rebbe? La mia posizione è come quella del
padre di Yusuf (Giuseppe *), quando dichiarò che la pazienza è la
cosa migliore". Queste
parole avevano toccato visibilmente il Profeta (s), che di lì a
poco cadde in estasi e posò la fronte al suolo. Si alzò qualche
istante dopo, mentre gocce simili a perle gli bagnavano il viso. La
Rivelazione Divina aveva dichiarato l'innocenza di 'Aisha (r): Perché,
quando ne sentirono parlare, i Credenti e le Credenti non pensarono
al bene in loro stessi e non dissero: "Questa è una palese
calunnia"…? Corano
XXIV. An-Nur (La Luce), 11-12 "Alzati
e vai dal Messaggero di Allah (s)!" le disse sua madre, ma 'Aisha
(r) rispose: "No, per Allah, non mi alzerò per andare da lui,
e non loderò altri che Allah!". UN
MESE DI SEPARAZIONE Tutte
le mogli del Profeta (s) erano molto gelose della sua grande
bellezza, in particolar modo 'Aisha (r) e Hafsah (r). La loro
gelosia le spinse a chiedere al loro glorioso marito di allontanare
da sé Mariyah, e solo dopo una Rivelazione Divina capirono l'errore
commesso, che avrebbe potuto spingere il Profeta (s) addi-rittura a
ripudiarle! (La vicenda è narrata per esteso nel capitolo relativo
alla Madre dei Credenti Hafsah (R)). Le
recitò quindi la Rivelazione di Allah (SWT): Corano
XXXIII. Al-Ahzab (I Coalizzati), 28-29 "Messaggero
di Allah!" rispose 'Aisha (r) "Perché dovrei consultarli?
Scelgo Allah (SWT) e il Suo Messaggero (s)!". La
risposta illuminò il viso del Profeta (s). Tutte
le altre mogli (r) risposero in seguito nello stesso modo. LA
MORTE DEL PROFETA (s) L'ultimo
giorno della sua vita, il Profeta (s) era nel suo letto, con la
testa appoggiata sulle ginocchia di 'Aisha (r). Venne a trovarlo 'AbdurRahman
(r), il fratello di 'Aisha (r), con in mano un siwak. Il Profeta (s)
lo guardò, e 'Aisha (r) lo prese, lo masticò per ammorbidirlo e
glielo diede. Il Profeta (s) si sedette e si pulì i denti. Poi
cadde di nuovo sulle ginocchia della moglie. Quando si riprese, 'Aisha
(r) sentì che diceva: "Con
Allah, il più Alto Compagno". Capì che aveva scelto
l'Altro Mondo. Il Profeta (s) ripeteva senza tregua quella frase,
finché 'Aisha (r) sentì tutto il peso del suo corpo. Lo guardò e
si accorse che la sua anima era volata verso Allah (SWT). Le
altre spose cominciarono a piangere. 'Aisha (r) gli posò allora la
testa sul cuscino e unì il suo dolore a quello delle sue compagne. La
giovane vedova aveva soltanto 18 anni. Molto
tempo prima, 'Aisha (r) aveva visto in sogno tre lune che cadevano
nella sua camera. Aveva racconta-to il sogno a suo padre (r). Quando
il Profeta (s) fu sepolto, Abu Bakr (r) le disse: "E' una delle
lune della tua camera. E' la migliore delle tre!". La
seconda luna sarebbe stato lui stesso, Abu Bakr (r), e la terza 'Umar
(r). Entrambi, infatti, sarebbero stati in seguito seppelliti nella
stessa camera. UN
TRAGICO ERRORE 'Aisha
(r) partecipò attivamente alle vicende politiche della sua epoca. L'assassinio
del Califfo 'Uthman (r) fu un evento che scosse tragicamente la
Ummah: una parte dei Credenti chiedeva al nuovo Califfo, 'Ali (r),
di vendicare la sua morte. Tal-Ha
(r) e Zubayr (r), Compagni del Profeta (s)
e cognati di 'Aisha (r), persuasero la giovane, che stava
tornando dal Pellegrinaggio, a riunire una forte armata che cercasse
di ristabilire la pace nel Paese. La
notizia che una Madre dei Credenti (r) stava conducendo un esercito
verso Bassora, si sparse velocemente. Uomini
giunti da ogni dove si unirono a lei. 'Aisha (r) aveva solo
l'intenzione di punire gli assassini di 'Uthman (r) e far rientrare
tutto nella normalità. Quando però le due armate furono pronte a
fronteggiarsi, sia il Califfo 'Ali (r) che 'Aisha (r) vollero
evitare ulteriori spargimenti di sangue tra Musulmani. Intavolaro-no
dunque trattative , finché il Califfo (r) dichiarò: "Nessuno
deve pensare alla guerra. Domani, metteremo a posto la situazione.
Coloro che, in qualche modo, sono implicati nell'omicidio di 'Uthman
(r), devono sepa-rarsi da noi!". Allora
i rivoltosi responsabili dell'omicidio capirono che la loro unica
possibilità era quella di far precipitare la situazione; così,
durante la notte, scatenarono un attacco a sorpresa, dando il via ai
combattimenti. Questa
battaglia fu poi ricordata come "la battaglia del
cammello", perché 'Aisha (r) stessa vi partecipò, seduta sul
suo cammello, pensando che, se avessero visto che vi era una Madre
dei Credenti (r) in mezzo alla battaglia, i combattenti avrebbero
cessato le ostilità. Per
fermare la lotta, 'Ali (r) ordinò ai suoi di far cadere il
cammello. Ciò pose effettivamente fine al conflitto. 'Ali
(r) trattò con il più grande rispetto 'Aisha (r), che, come egli
stesso ricordò, era "la sposa onorata del Profeta (s) in
questo mondo e nell'Altro". La fece riaccompagnare nell'Hijaz
da suo fratello Muhammad (r), che aveva combattuto con l'armata
califfale. Adesso
che guardava indietro, questa disavventura sembrava essere stata la
più grande tragedia della sua vita. Ebbe
rimorso di quel tragico errore per tutta la vita, ed ogni volta che
le tornava in mente, diceva: "Avrei dovuto essere un albero!
Avrei dovuto essere una pietra o un sasso!…". Fino
all'ultimo momento della sua vita, dichiarò il suo rimorso per aver
preso parte alla campagna irachena. Quando recitava il Corano e
specialmente il versetto: Corano
XXXIII. Al-Ahzab (I Coalizzati), 33 piangeva
talmente che il suo velo era tutto bagnato. Nella
sua vecchia camera, dove erano sepolti il Profeta (s), Abu Bakr (r)
e 'Umar (r), ci sarebbe ancora stato dello spazio per un'altra
tomba. Ma,
prima di morire, 'Aisha (r) disse: "Non mi seppellite accanto
al Profeta (s), perché ho commesso un erro-re dopo di lui.
Seppellitemi nel cimitero di Madinah, con le altre spose!". AL
SERVIZIO DELL'ISLAM 'Aisha
(r) era entrata nella casa del Profeta (s) all'età di 9 anni
soltanto. Il fatto di usufruire del 'doppio turno', grazie alla
rinuncia di Sawdah (r), le permise, anche in seguito, di passare più
tempo in compagnia del Messaggero di Allah (s), rispetto alle altre
co-spose. Con i suoi straordinari doni naturali, 'Aisha (r) ne
trasse il miglior profitto. Per
nove anni divise la propria vita col Profeta (s), ricevendo più
attenzioni delle altre. Questo le diede la possibilità di
comprendere lo spirito del Profeta (s) tanto quanto i vecchi Sahaba
(r) che gli erano più vicini. Ezzahri
(r) disse che, se si comparasse il Sapere di 'Aisha (r) con quello
delle altre Madri dei Credenti (r), aggiunto a quello di tutte le
altre donne, si dovrebbe ancora preferire il Sapere di 'Aisha (r)! Isham
ibn Azma disse che non vi fu persona più sapiente di 'Aisha (r)
sulle questioni religiose, mediche o poetiche. Queste
qualità fecero di lei un'autorità importante per la Legge
Islamica. Le
fonti principali della Shari'ah sono, come è noto, il Sublime
Corano e la Sunnah (Tradizione) del Profeta (s). Molte Sure del
Corano furono rivelate nella camera di 'Aisha (r). La sua attenta
capacità di osservazione e la sua straordinaria memoria le
permisero di memorizzare gli ahadith del Messaggero di Allah (s) in
modo precisissimo. Tutto ciò fece sì che le sue opinioni
giuridiche fossero molto rispettate. Senza
alcun dubbio questa è la ragione divina per la quale la giovane 'Aisha
(r) fu scelta per divenire la moglie preferita del Profeta Muhammad
(s). UNA
GRANDE INSEGNANTE Il
Profeta (s) stesso fu il più grande professore della Storia. Perché
il Sapere divenisse comune, riunì tutte le persone di talento e le
formò in maniera speciale, perché lavorassero come insegnanti dopo
di lui. 'Aisha (r) era una di queste persone. 'Aisha
(r) aiutò le persone a trovare soluzioni per i loro problemi in un
periodo così diverso da quello in cui era cominciata la
Rivelazione. Divise questo compito con grandi Sahaba come 'Abdullah
ibn 'Umar (r), 'Abdullah ibn 'Abbas (r), Abu Hurayra (r) e Zayd ibn
Thabit (r). Questi
celebri Sapienti fecero di Madinah il più grande centro di studi
del mondo. La
scuola di 'Aisha (r) era considerata come sede del Sapere. La
Madre dei Credenti sedeva dietro la tenda che si trovava
all'entrata. Le donne, i bambini, e gli uomini suoi parenti (mahram)
davanti ai quali non doveva osservare l'Hijab, entravano nella
stanza e si sedevano davanti a lei. Gli altri uomini prendevano
posto nel cortile della moschea, accanto alla tenda. Qualche
volta, 'Aisha (r) parlava di un argomento e gli altri ascoltavano.
Altre volte, la lezione prendeva la forma di domande poste dagli
allievi e di risposte dettagliate fornite dall'insegnante. Alcuni
adulti assistevano ai corsi di tanto in tanto. La maggior parte dei
giovani, però, erano studenti regola-ri. Gli orfani di Madinah
beneficiavano di un'attenzione speciale da parte di 'Aisha (r). Lei
si occupava di tutte le loro necessità. Coloro che avevano avuto il
privilegio di studiare con 'Aisha (r) superavano i loro compagni. 'Aisha
era più gentile con i suoi allievi delle loro stesse madri. Il
numero dei giovani che beneficiò della sua educazione si conta in
centinaia. Rari
erano i Sapienti di Ahadith che non avessero attinto direttamente
alla sua conoscenza. Tra loro ricordia-mo: -
'Urwa (r), fratello di 'Abdullah ibn Zubayr (r) e
nipote di 'Aisha (r). Fu allevato da lei e divenne uno dei maggiori
Sapienti di Madinah; -
Qasim (r), un altro nipote di 'Aisha (r). Era figlio
di suo fratello Muhammad (r) e, una volta rimasto orfa-no, fu
allevato dalla zia e divenne un grande Sapiente della Legge Islamica
(Shari'ah); -
Abu Salma (r), figlio di 'AbdurRahman ibn 'Awf (r).
Anche lui orfano, fu allevato da 'Aisha (r) e divenne un grande
Sapiente degli Ahadith; -
Masruq (r), un piccolo iracheno che 'Aisha (r) aveva
allevato. Divenne, più tardi, l'autorità principale della Shari'ah
in Iraq; -
'Umarah bint 'AbdurRahman (r), una ragazza Ansari. Era
la più brillante allieva tra le ragazze, ed era molto amata da 'Aisha
(r). Era lei a scrivere le lettere di 'Aisha (r). Le tradizioni
raccolte da 'Umar II^ durante il suo califfato, erano criticamente
esaminate da 'Umarah. LE
SOLUZIONI AI PROBLEMI Un
governatore Musulmano non ha il diritto di modificare questa Legge;
tutto quello che deve fare è trovare le leggi giuste per ogni
occasione nelle Fonti. Ma chi può trovare le leggi giuste? Soltanto
una persona dotata di una profonda conoscenza del Corano e della
Sunnah può avere questo privilegio. Dopo
che la maggior parte dei vecchi Sahaba
(r) morirono, i più giovani si rivolgevano a lei quando
avevano un dubbio su un punto qualsiasi della Legge. Il messaggero
di Mu'awiyya correva tra Madinah e Damasco per avere le direttive di
'Aisha (r) su diversi argomenti. Persone
da ogni parte del mondo inviavano domande scritte, accompagnate di
frequente da doni. 'Aisha (r) dettava le risposte e rimandava
indietro i doni. Prima
dell'avvento dell'Islam, una donna non aveva alcun ruolo nella
società. In nessuna parte del mondo poteva reclamare qualcosa come
un diritto. L'Islam
l'elevò improvvisamente al più alto grado di dignità umana,
insistendo contemporaneamente sul fatto che una donna deve
conservare la dolcezza e la purezza proprie della sua natura. L'esempio
di 'Aisha (r) mostra come questo possa avvenire. 'Aisha (r) era
molto rigorosa per ciò che riguarda il velo e il codice morale, e
al contempo giocò un ruolo vitale nella vita sociale, religiosa e
politica del suo popolo. 'Aisha
(r) non aveva la passione per i bei vestiti. Non aveva che un solo
completo, che cambiava quando era consunto. Appena riceveva un po'
di denaro, lo distribuiva ai poveri. Una volta, Mu'awiyya le inviò
100.000 dirham. Quel giorno stava digiunando e distribuì tutto il
denaro senza tenere niente per sé. La sera, non c'era niente da
mangiare. "Perché non mi hai ricordato di tenere qualcosa per
l'iftar?" chiese alla serva. Anche
da vecchia, 'Aisha (r) continuò a servire l'Islam e i Musulmani con
lo stesso vigore. Divenne molto cara al cuore del popolo e il suo
Sapere e la sua pietà l'elevarono a un rango tale da non avere
rivali. LA
MORTE Il
celebre Sahaba e cugino del Profeta (s), 'Abdullah ibn 'Abbas (r),
un giorno le rese visita. Lei esitava a rice-verlo, perché aveva
paura che cominciasse a fare gli elogi sui suoi servizi resi
all'Islam. Spinta dai suoi nipoti, lo ricevette. Dopo aver chiesto
notizie sulla sua salute, il visitatore cominciò a fare dei
complimenti alla Madre dei Credenti (r): "Dal primo giorno
della Creazione sei stata scelta per divenire la Madre dei Credenti.
Sei stata la moglie preferita del Profeta (s). Nel momento stesso in
cui la tua anima lascerà il tuo corpo, sarai in compagnia di tuo
marito. A causa tua Allah (SWT) ha rivelato i versetti del tayammum.
Versetti coranici parlano della tua purezza. Questi versetti vengono
ora recitati nelle moschee, giorno e notte!". "Ibn
'Abbas!" lo interruppe lei con voce debole "per favore,
non dire più niente! Avrei voluto non essere nata!". Qualcuno
suggerì: "Sarebbe meglio seppellirti là dove il Messaggero di
Allah (s) e tuo padre Abu Bakr (r) riposano!". "In
questo caso" fece notare 'Aisha (r), "tutto il mio
pentimento sarà stato vano!". Aveva
67 anni. La
preghiera della sera era appena terminata quando la notizia si
sparse in città. Tutti ne furono profonda-mente afflitti. La
folla si raccolse nelle strade: "Abbiamo perduto un grande
Sapiente, formato dal Profeta (s) stesso!". In
accordo con le sue volontà, 'Aisha (r) fu seppellita nel cimitero
di Madinah. Migliaia di persone assistet-tero alla preghiera
funebre, diretta da Abu Hurayra (r). Mai,
prima di allora, nella storia di Madinah, dei funerali erano stati
così seguiti di notte. Enormi
folle di donne uscirono nelle strade, più numerose che in occasione
dell' 'Id. |
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