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Vita del Profeta Muhammad

Su di lui Pace e benedizione

di Hamza Piccardo

Il bando dei Bani Hashim

L’aumento delle conversioni, il fallimento della missione in Abissinia e la conversione di Omar avevano scosso la sicurezza dei pagani. Guidati da Hamza e dallo stesso Omar i credenti avevano preso coraggio e si recavano spesso a pregare in gruppo di fronte alla Ka’ba. Nessuno osava cercare di fermarli nel timore di scatenare una dura reazione che avrebbe coinvolto nello scontro buona parte dei clan.

Ancora una volta fu Abu Jahl ad architettare un’infamia. Propose di mettere al bando tutti i Bani Hashim, i componenti del clan del Profeta (pbsl) che, credenti o meno, gli testimoniavano solidarietà e gli garantivano protezione. Tutti i clan si impegnarono, in un documento che fu poi affisso all’interno della Ka’ba, a non commerciare con loro, a non sposare le loro donne e non dare le figlie in sposa ai loro uomini. Il bando fu sottoscritto da quaranta capi dei clan. Gli unici a non farlo furono quelli del clan di Muttalib, che pertanto furono accomunati ai cugini hashimiti.

Il bando durò due anni, nel corso dei quali la famiglia del Profeta fu sottoposta ad una prova durissima. La fame era la loro compagna quotidiana e riuscirono a sopravvivere solo grazie alla solidarietà degli altri Musulmani, tra i quali in particolare modo Abu Bakr che dette fondo alle sue ricchezze.

Anche qualche pagano, legato ai Bani Hashim o alle loro mogli da vincoli di parentela, riusciva col favore delle tenebre ad inviare loro qualche provvista. Uno di questi ultimi, Hisham ibn Amr, riuscì infine a mettere insieme un gruppo che chiese la revoca del bando. Molti alla Mecca erano convinti che fosse tempo di farla finita con quell’iniquità e, quando qualcuno entrò nella Ka’ba portando fuori quel che rimaneva del documento in questione, ci si accorse che i tarli avevano rosicchiato tutta la pergamena lasciandone solo un frammento sul quale stava scritto: "Nel Tuo nome, o Dio ". Tutti lo interpretarono come un segno e il bando fu ufficialmente revocato. La notizia si diffuse in tutta la penisola arabica e alcuni viaggiatori la portarono alle orecchie dei Musulmani emigrati in Abissinia, una parte dei quali, tra cui Uthman e sua moglie, decisero di rientrare alla Mecca. Approfittando del clima di generale riconciliazione i politeisti proposero al Profeta (pbsl) un compromesso: tutti quanti avrebbero praticato sia l’Islàm che la religione tradizionale. In quell’occasione Allah (gloria a Lui l’Altissimo) rivelò la sura dei Miscredenti. "Di’:"O miscredenti! Io non adoro quel che voi adorate e voi non siete adoratori di quel che io adoro. Io non sono adoratore di quel che voi avete adorato e voi non siete adoratori di quel che io adoro: a voi la vostra religione, a me la mia". (Corano CIX)

    

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