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Vita del Profeta Muhammad

Su di lui Pace e benedizione

di Hamza Piccardo

Il Pellegrinaggio dell'addio

Sentendo approssimarsi la fine dei suoi giorni terreni, l’Inviato di Allah (pbsl) decise di assolvere al precetto contemplato dal quinto pilastro dell’Islàm: al Hajj, il Pellegrinaggio.

Fu dato grande risalto alla notizia e i credenti affluirono a Medina da ogni parte per accompagnare il Profeta nel rito istituito da Abramo, purificato ora da ogni contaminazione idolatrica. Verso la fine del mese di Dhul-qada, Muhammad si mise in marcia seguito da oltre trentamila persone. Giunse alla Mecca, eseguì la circoambulazione della Ka’ba, i percorsi tra Safa e Marwa e poi nell’ottavo giorno del mese di Dhul-hijja (il mese del Pellegrinaggio) si mise in marcia per Mina, una località poco distante dalla Mecca in cui trascorse la notte. L’indomani mattina, seguito da tutta una moltitudine di pellegrini raggiunse Arafa, una piana tra le montagne posta a una ventina di chilometri dalla città della Ka’ba.

In essa si trova una collina chiamata Jabal ar-rahma (Monte della Misericordia) e il Profeta (pbsl) vi trascorse la giornata.

Nel primo pomeriggio egli parlò alla gente: "La lode appartiene ad Allah, noi Lo lodiamo e chiediamo il Suo Aiuto, Gli chiediamo perdono e torniamo a Lui. Ci rifugiamo in Lui contro le passioni e contro il male che c’è in quel che facciamo. Colui che è guidato da Allah nessuno lo può sviare e colui che Egli svia nessuno lo può guidare. Affermo che non c’è dio all’infuori di Allah, senza associato alcuno, e affermo che Muhammad è Suo servo e Suo Inviato.

Vi ordino, o servi di Allah, il timor di Lui e vi invito all’obbedienza a Lui. In questo modo inizio con quanto c’è di meglio.

Ascoltate quanto devo esporvi, poiché non so se vi potrò incontrare un’altra volta in questo luogo dopo quest’anno.

O gente, in verità il vostro sangue, i vostri beni e il vostro onore sono inviolabili finché non incontrerete il vostro Signore, tanto inviolabili come in questo giorno, in questo mese, in questo territorio sacro.

Ho trasmesso [il messaggio]? O Allah, testimonialo.

Ebbene, chi riceva un deposito lo restituisca a colui che glielo ha affidato. L’usura del tempo dell’ignoranza è abolita, ma avete il diritto sui vostri averi: non siate né oppressori né oppressi. Allah ha decretato che non ci sia usura e la prima usura che comincio ad abolire è quella di mio zio Abbas ibn Abd al-Muttalib.

Il sangue del tempo dell’ignoranza è proscritto e il primo sangue che comincio a proscrivere è quello di [mio nipote] Amir, figlio di Rabi’ah figlio di Harith figlio di Abd-el Muttalib (il cui figlio era stato assassinato).

Le prerogative del tempo dell’ignoranza sono abolite, eccetto la custodia [della Ka’ba] e il servizio dell’acqua [ai pellegrini].

L’omicidio premeditato sarà punito con il taglione; quello preterintenzionale nel quale si è ucciso con un bastone o con una pietra, sarà compensato con cento cammelli. Chi pretenderà di più sarà come la gente al tempo dell’ignoranza.

Ho trasmesso [il messaggio]? O Allah, testimonialo.

O gente, Satana ha perso la speranza di essere adorato in questa vostra terra, ma sarà ben lieto di essere obbedito in altre cose: in azioni che voi considerate non abbiano peso. Badate a lui per [proteggere] la vostra religione.

O gente, "In verità il mese intercalare non è altro che un sovrappiù di miscredenza, a causa del quale si traviano i miscredenti: un anno lo dichiarano profano e un altro lo sacralizzano per alterare il numero dei mesi resi sacri da Allah . Così facendo profanano quello che Allah ha reso sacro. (Corano IX,37) e rendono sacro quello che Allah ha fatto profano."

Dopo di ciò ricordò la posizione e il numero dei mesi sacri e poi si soffermò sui rapporti tra uomini e donne. "O gente, per quello che riguarda le vostre donne, esse hanno un diritto su di voi e voi avete un diritto su di loro. Per quanto riguarda voi, avete il diritto che non lascino giacere nel vostro letto nessuno eccetto voi stessi; che non facciano entrare nella vostra casa nessuno che voi non desideriate, se non con il vostro permesso e che non si diano alla fornicazione. Se fanno queste cose, invero Allah vi ha concesso di ammonirle, di separarvi dai loro letti e di batterle, ma non troppo duramente. Se smettono e vi obbediscono, dovete nutrirle e vestirle convenientemente (...) Temete dunque Allah per quel che riguarda le donne e riservate loro il migliore dei trattamenti.

Ho trasmesso [il messaggio]? O Allah, testimonialo.

Si soffermò sulla fraternità nella fede e quella nel padre comune Adamo. "O gente, in verità i credenti sono fratelli e il bene di un fratello è inviolabile, se non con il suo consenso.

Ho trasmesso [il messaggio]? O Allah, testimonialo.

O gente, in verità il vostro Signore è Uno e il vostro antenato è uno; voi discendete tutti da Adamo e Adamo era [stato creato] di terra. Presso Allah il migliore di voi è colui che Lo teme di più. Nessun Arabo è superiore ad un non-Arabo, se non nella devozione. Ho trasmesso [il messaggio]? O Allah testimonialo.

A quel punto dalla folla si levò possente un "Allahumma na’am (S’, o Dio!) ed egli aggiunse: "Tutti voi che siete presenti fatelo pervenire agli assenti.

Concluse il suo discorso ricordando la legislazione coranica a proposito dell’eredità e le norme sul riconoscimento e il disconoscimento della paternità.

Poco dopo fu rivelato l’ultimo versetto del Santo Corano.

Tabari ( VI,80) riferisce che Muhammad (pbsl) salì sulla sua cammella e recitò : "Oggi ho reso perfetta la vostra religione, ho completato per voi la Mia Grazia e Mi è piaciuto darvi per religione l’Islàm" (Corano V,3). Sentite queste parole, la folla ondeggiò colpita da una vivissima emozione e Omar si mise a singhiozzare. "Perché piangi, Omar? - gli chiese il Profeta. "Piango - rispose - perché fino ad oggi stavamo progredendo nella nostra religione. Ora è perfetta e ogni cosa che giunge al culmine della perfezione tende a diminuire. "Hai ragione disse l’Inviato di Allah. Omar, nella sua grande fede e intelligenza aveva presentito che il livello della tensione spirituale che animava in quel tempo la comunità dei credenti aveva raggiunto un altissimo grado di intensità. La rivelazione del Corano e la presenza del Profeta avevano reso possibile il grande miracolo di trasformare un’accozzaglia di tribù rapaci e ostili le une alle altre in un’Umma Islamica coesa e concorde. Questa carica interiore spinse i Musulmani a percorrere il mondo per diffondere la Parola dell’Altissimo (gloria a Lui) e la Sua Legge. Ma, al contempo, la qualità del rapporto tra i credenti e il loro Creatore e tra loro stessi sarebbe presto diminuita.

L’inviato di Allah (pbsl) concluse il Pellegrinaggio recandosi l’indomani mattina a Mina, dove assolse il rito della lapidazione di Satana, rappresentato da tre steli di pietra.

"C’è un servo tra i servi di Allah, al quale Allah ha offerto la scelta tra questa vita e l’altra ed egli ha scelto l’altra"

Muhammad (pbsl) era salito sul pulpito nella sua moschea e aveva pronunciato queste parole, che caddero nello sbigottimento generale. Molti, intuendo che il Profeta aveva annunciato la sua morte, si misero a piangere. Abu Bakr esclamò: "Daremmo le nostre vite e quelle dei nostri figli per mantenerti con noi.

L’Inviato di Allah soffriva, la testa gli doleva in modo terribile e la febbre lo indeboliva, al punto che presto non riuscì più a camminare né a stare in piedi. Si ritirò nell’appartamento di Aisha, e da allora fu visto in pubblico ancora una sola volta solo il giorno stesso della sua morte. Apparve nella moschea all’ora della preghiera dell’alba e pregò stando seduto, dietro Abu Bakr che, in sua vece, guidava il rito.

Si ritirò e poco dopo Allah accolse l’anima benedetta del Suo Inviato, Muhammad figlio di Abdallah, figlio di Abd al-Mut-talib, il migliore degli uomini.

Le grida laceranti che si levarono dalla sua casa e via via dalle case circostanti annunciarono a tutta l’oasi quello che i Musulmani non avevano mai voluto prospettarsi.

Muhammad non era più tra i vivi e tutti quanti si sentirono per un attimo orfani e sbandati.

Omar, reso pazzo dal dolore, sguainò la spada e minacciò di uccidere tutti quelli che avessero osato dire che il Profeta era morto.

Nella confusione generale Abu Bakr mantenne tutto il suo autocontrollo. Entrò nella stanza in cui era stata composta la spoglia mortale e le diede un estremo saluto, poi uscì verso la folla che si era radunata. "O gente - disse - coloro che adoravano Muhammad, sappiano che Muhammad è morto; coloro che adorano Allah sappiano che Allah è vivo e non muore mai. Quindi recitò un versetto del Corano: "Muhammad non è altro che un messaggero, altri ne vennero prima di lui; se morisse o se fosse ucciso, ritornereste sui vostri passi? Chi ritornerà sui suoi passi, non danneggerà Allah in nulla e, ben presto, Allah compenserà i riconoscenti". (III,144)

Le sue parole ebbero la forza di acquietare la disperazione e restituire la speranza ai credenti.

"Pregate su di lui"

Così visse e morì l’ultimo dei Profeti di Dio, il sigillo della profezia, luce e sole della religione, colui che era stato inviato come una misericordia per i mondi. Pregate su di lui:

O Allah, dai la pace a Muhammad

e alla gente di Muhammad

come l’hai data ad Abramo

e alla gente di Abramo

e benedici Muhammad

e la gente di Muhammad

come hai benedetto Abramo

e la gente di Abramo nel mondo.

In verità Tu sei degno di lode e glorioso.

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