home  Chi siamo  contatti

I Pilastri dell'Islam

A cura di AbdulJalil Randellini

L'eredità religiosa di Muhammad

L’Islam conserva l’impronta impressagli dal Corano, dalla personalità di Muhammad e dai caratteri propri della cultura araba antica. Influssi estranei non hanno alterato tale peculia­rità, espressasi in uno stile inconfondibile, che costituisce l’originalità dell’Islam nei riguardi della religione, e in generale per la civiltà derivata.

Il retaggio che egli lasciò è composito. Vi è quello relativo alla sua persona, vista attraverso gli occhi dei suoi compagni più stretti, la cui testimonianza, trasmessa soprattutto per via orale, ha assunto il suo aspetto definitivo solo molto tempo dopo. A quell’epoca si presentava sicuramente già ampliata di aggiunte, ma fin dai primi tempi coloro che avevano conosciuto e seguito Muhammad cercarono di modellare su di lui il proprio comportamento, sviluppando un tipo di personalità che si ispirasse alla sua.

Fin agli inizi della sua vita, fu un uomo onesto in cerca della verità, e successivamente un uomo sconcertato dalla sensazione che una grande responsabilità cadesse su di lui, ansioso di trasmettere ciò che gli era stato rivelato, sempre più fiducioso nella propria missione e consapevole della propria autorità man mano che attorno a lui si radunavano seguaci. Egli fu così un arbitro preoccupato di stabilire la pace e dirimere le controversie alla luce di principi di giustizia che per i credenti erano di origine divina, un uomo che, pur non rinnegando i modi abituali dell’agire umano, si sforzava di porre ad essi i limiti imposti dal volere di Dio.

Anche l’immagine e la forma della comunità che egli aveva fondato fu gradualmente elaborata di generazione in generazione. La comunità islamica venera e serba devotamente la memoria del Profeta, cercando di seguirne il cammino e gli insegnamenti, impegnandosi sulla via dell’Islam al servizio di Dio. La cementano l’osservanza dei precetti fondamentali che hanno tutti un aspetto comunitario: i musulmani digiunano durante lo stesso mese,  effettuano il pellegrinaggio nello stesso periodo dell’anno e si uniscono nella preghiera cinque volte al giorno, attività quest’ultima che li distingue nel modo più assoluto rispetto al resto del mondo.

Su tutto si erge l’eredità del Corano, un libro che delinea in arabo, una lingua dotata di singolare forza e bellezza, la presenza costante di un Dio trascendente, creatore dell’universo, fonte di ogni potenza e di ogni bene.  Tratteggia la rivelazione del Suo volere attraverso la serie dei profeti inviati ad ammonire gli uomini per ricondurli all’autentica essenza di creature grate ed obbedienti al loro creatore e sostentatore. Ricorda agli uomini il giudizio alla fine dei tempi e le ricompense e le sanzioni che ne seguiranno.

Per l’Islam il Corano è la parola autentica di Dio, rivelata a Muhammad tramite l’angelo Gabriele a diverse riprese e nei modi appropriati alle esigenze della comunità. Molti non-musulmani non condividono in toto questa convinzione e sostengono che Muhammad abbia ricevuto un’ispirazione divina, che però sarebbe stata da lui mediata ed espressa con parole sue.

Esiste però pieno accordo su quando e come esso abbia assunto la sua forma definitiva. A diverse riprese, non appena le riceveva, Muhammad trasmetteva le rivelazioni ai suoi seguaci, i quali le trascrivevano e le serbavano nella propria memoria. Si è pure d’accordo sul fatto che il processo di raccolta delle rivelazioni, di fissazione di un testo unico e della sua redazione definitiva fu concluso solo dopo la morte di Muhammad. Ciò avvenne all’epoca del suo terzo successore a capo della comunità, il califfo ‘Uthman (644-656), anche se qualcuno ha prospettato date più tarde, ed ha insinuato l’introduzione nel testo di elementi estranei alla trasmissione del Profeta.

Una questione più importante è quella dell’originalità del Corano. Degli studiosi lo hanno collocato nel contesto delle idee diffuse in quel tempo e luogo. È certo che in esso vi si riscontrano gli echi degli insegnamenti delle religioni precedenti: il monoteismo ebraico nella sua dottrina; riflessi di pietà monastica nelle meditazioni sul giorno del giudizio e nella descrizione del Paradiso e dell’Inferno; episodi biblici in forme diverse da quanto riportato dall’Antico e dal Nuovo Testamento; echi di un susseguirsi di rivelazioni e di profeti inviati a popoli diversi. Non mancano anche le tracce della tradizione araba preislamica: i principi morali che detta continuano per certi aspetti quelli prevalenti in Arabia, mentre per altri studiosi vi è una rottura netta.

Per l’Islam, Muhammad è giunto al termine di una successione di profeti che predicarono tutti la medesima verità: se idee o racconti assumono nel Corano una forma diversa, è perché i seguaci dei profeti precedenti distorsero il loro messaggio. Gli studiosi non musulmani che sostengono che  il Corano contenga elementi presi a prestito da ciò che era già disponibile a Muhammad in quel tempo e in quel luogo, non si rendono però conto della sua innegabile forza e originalità: le tradizioni della cultura religiosa del tempo subirono una risistemazione ed una trasformazione tale da ricreare ex novo il rapporto uomo-Creatore, il mondo familiare e la società.

==>

I Pilastri dell'Islam | Centro Islamico Italiano | Libri Islamici

huda.it All rights reserved.© 2006