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I Pilastri dell'Islam

A cura di AbdulJalil Randellini

La preghiera

Il secondo pilastro la Preghiera

Dalla convinzione nell’unicità e dell’onnipotenza di Dio nasce dunque la fede e la predisposizione dell’uomo alla sottomissione e all’obbedienza col proprio comportamento, ai Suoi comandamenti. Adorare Dio, in Lui riporre la propria fiducia, manifestare la gratitudine nei Suoi confronti, invitare al bene, evitare il male, diventa quindi un dovere per il credente.

“...In verità, per il credente, la preghiera (salàt) è un obbligo in tempi ben determinati”. (Corano, 4:103).

 “Assolvete la preghiera (salàt) e pagate la tassa coranica (zakàt)...”. (Corano, 2:110).

“E che invero, l’uomo non ottiene che il frutto dei suoi sforzi”. (Corano, 53:39).

Dei cinque Pilastri dell’Islam, la Preghiera è il secondo e deve essere eseguita cinque volte al giorno. E’ quindi il comandamento che impegna il credente con più intensità e costanza:

“Cercate aiuto nella pazienza e nella preghiera; in verità essa è gravosa, ma non per gli umili che pensano che invero torneranno a Lui”. (Corano, 2:45-46).

La prostrazione nella preghiera è la vera manifestazione dello spirito di umiltà e di sottomissione a Dio. L’Islam insegna la preghiera dona la guida sicura e sviluppa il discernimento fra il bene ed il male, aiuta a coltivare la bontà e sopprimere le cattive tendenze. Gradualmente, in modo naturale, il comportamento del credente sarà impostato a ciò che è buono, nobile e degno di sforzo:

“O voi che credete, rifugiatevi nella pazienza e nella preghiera. Invero Dio è con coloro che perseverano”. (Corano, 2:153).

“Coloro che credono, che rasserenano i loro cuori al Ricordo di Dio. In verità i cuori si rasserenano al Ricordo di Dio”. (Corano, 13:28).

“Esegui la preghiera, dal declino del sole fino alla caduta delle tenebre e fà la Recitazione dell’alba, ché la Recitazione dell’alba è testimoniata. Veglia in preghiera parte della notte, sarà per te un’opera supererogatoria, presto il tuo Signore ti risusciterà ad una stazione lodata”. (Corano, 17:78-79).

“Sopporta dunque con pazienza quello che dicono, glorifica e loda il tuo Signore prima del levarsi del sole e prima che tramonti. GlorificaLo durante la notte e agli estremi del giorno, così che tu possa essere soddisfatto”. (Corano, 20:130).

“Rendete gloria a Dio, alla sera ed al mattino. A Lui la lode nei cieli e sulla terra, durante la notte e quando il giorno comincia a declinare”. (Corano, 30:17-18).

“Assolvete la preghiera e pagate la tassa coranica. E tutto quanto di bene avrete compiuto lo ritroverete presso Dio. Dio osserva tutto quello che fate”. (Corano, 2:110).

La preghiera è dunque il momento del raccoglimento, dell’incontro col proprio Creatore, un momento che il fedele può ricercare nell’intimità o in gruppo. La preghiera comunitaria è l’espressione della fratellanza e dell’eguaglianza fra gli uomini e ha un valore meritorio più grande dinanzi a Dio. Spalla contro spalla, in ranghi paralleli, senza distinzione di ceto sociale, razza, o nazionalità, i musulmani si prostrano come un solo uomo, in un legame di fratellanza e solidarietà che trascende ogni considerazione terrena.

Il nome delle cinque preghiere quotidiane e l’orario dell’esecuzione sono i seguenti:

1. La preghiera dell’alba, Fajr, da eseguirsi nell’intervallo fra l’alba ed il levar del sole.

2. La preghiera del mezzogiorno, Dhuhr, da eseguirsi nell’intervallo fra il mezzodì e la metà pomeriggio.

3. La preghiera del pomeriggio, ‘Asr, da eseguirsi nell’intervallo fra la metà pomeriggio ed il calar del sole.

4. La preghiera del tramonto, Maghrib, da eseguirsi nell’intervallo fra il momento in cui il sole è completamente tramontato dall’orizzonte ed il calar delle tenebre.

5. La preghiera della notte, ‘Isha, da eseguirsi nell’intervallo fra il calar delle tenebre e l’alba, preferibilmente prima della mezzanotte.

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