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I Pilastri dell'Islam

A cura di AbdulJalil Randellini

Il primo pilastro, la Testimonia di fede

“Dì: “Egli Dio è Unico, Dio è l’Assoluto, non ha generato, non è stato generato e nessuno è uguale a Lui”. (Corano, 112).

Così il Corano definisce in sintesi il monoteismo puro (tawhìd) professato dall’Islam e da tutti i profeti, dalle origini dell’umanità.

Nel proprio intimo, ogni uomo, è convinto che nessuno può essere il creatore di se stesso, e che l’universo e ogni creatura hanno un creatore che a loro provvede. Il monoteismo è basato dunque sulla ragione, che non contrasta con questa convinzione. Solo il monoteismo puro, professato dall’Islam, non legato all’elaborazione astratta e all’invenzione teologica, soddisfa la ragione.

Dio è quindi unico, con capacità infinita di volere e di potere; è il creatore dell’uomo al quale promette la salvezza nella sottomissione e nell’ubbidienza ai Suoi comandamenti.

La concezione che l’Islam ha di Dio non è antropomorfica, ma deriva dalla qualità dei Suoi 99 attributi, rivelati nel Corano. Così Dio è il Creatore, il Saggio, il Giusto, il Misericordioso, l’Onnipotente, l’Onnisciente, Colui che dà la vita, la morte e la resurrezione agli uomini, l’Essenza dell’esistenza di ciascuno, il Determinatore di tutto, e così via. L’Unicità e l’incondivisibilità del Suo Potere divino, rappresentano il fondamento del monoteismo.

Nella testimonianza che “Non c’è altra divinità all’infuori di Dio“, l’uomo ammette l’unicità di Dio e professa la sua dipendenza dal Creatore. Questa dichiarazione lo rende libero dall’asservimento ad altri uomini e alle proprie passioni, consapevole delle proprie responsabilità di creatura obbediente agli insegnamenti divini. Nell’adorazione di Dio, l’uomo manifesta la propria fede e accetta il monoteismo come l’espressione più naturale della ragione.

Così si è espresso Abù Hàmid Muhammad al-Ghazàlì, (1058-111 d.C.), una delle figure più note e rappresentative del mondo islamico e del suo magistero, nella sua opera “L’unicità divina e l’abbandono fiducioso”:

“…aver fede significa ritener vero qualcosa, e ogniqualvolta si ritiene vero qualcosa nel proprio cuore questa è scienza, e quando essa si rafforza diviene certezza. Nondimeno, la stessa certezza ha diverse sfaccettature, e noi prenderemo in considerazione solo quelle su cui costruire l’abbandono fiducioso in Dio, ossia: l’Unicità divina (tawhìd), che tu esprimi quando dici: “Non c’è altra divinità tranne Iddio, l’Unico, senza associati”; la fede nella Potenza divina, che esprimi dicendo: “A Lui il Regno”; la fede nella Generosità e nella Saggezza divine, che tu indichi dicendo: “A Lui la Lode!” Colui che afferma: “Non c’è altra divinità che Dio, l’Unico, senza associati, a Lui il Regno e la Lode, Egli è sopra ogni cosa Potente”, costui ha la fede completa, fondamento dell’abbandono fiducioso in Dio – voglio dire che il contenuto di quest’espressione diventa una qualità inseparabile del suo cuore e lo pervade, dominandolo”.

Professando che: “Non c’è altra divinità all’infuori di Dio, e Muhammad è Suo servo e profeta” il credente entra nell’Islam e diventa musulmano. Questa Testimonianza o Professione di Fede è la dichiarazione che egli si sottomette e obbedisce coscientemente e con piena responsabilità alle regole imposte dal suo Creatore, in Lui ripone la propria fiducia, perché dopo la morte e la resurrezione, sarà giudicato per ciò che ha fatto in vita. Si assoggetta quindi consapevolmente alle regole divine e prende per maestro di vita solo Muhammad, il profeta che conclude la missione profetica verso l’umanità, un uomo, servo di Dio e Suo messaggero. Egli è stato investito della missione di portatore della parola di Dio all’umanità intera, e di esempio del comportamento del musulmano.

La Testimonianza di Fede è il passo essenziale per il ritorno all’Islam, la dichiarazione consapevole e responsabile della sottomissione e dell’obbedienza alle leggi divine. Da quel momento, ogni musulmano è chiamato a rendere testimonianza al mondo, nelle parole e con l’esempio del proprio comportamento, che: “Non esiste altra divinità all’infuori di Dio e Muhammad è Suo servo e profeta”, combattendo le proprie cattive tendenze, le passioni, l’ingiustizia, la prepotenza, la decadenza della morale, e proclamando che nessun uomo può essere padrone di un altro uomo, eccetto Dio.

Il musulmano crede nel Creatore, a Lui solo chiede il soccorso e il perdono, e ripone la fiducia nella Sua Misericordia e nella Sua Giustizia, sperando nel premio il Giorno del giudizio.

S’impegna quindi a vivere e ad operare secondo la linea di condotta del Profeta dell’Islam, la cui vita è stata l’esempio del comportamento di colui che si sottomette e ubbidisce a Dio.

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