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I Pilastri dell'Islam

A cura di AbdulJalil Randellini

La preghiera

Le modalitŕ d'esecuzione della preghiera

Quando non fosse possibile rivelare la direzione della Mecca, si puň scegliere una direzione qualsiasi. Se si č obbligati in una certa posizione, come un letto di degenza o un posto fisso su un mezzo di trasporto, la direzione della preghiera sarŕ quella in cui ci trova.

Qualora si siano tralasciate una o piů preghiere agli orari prescritti, bisogna recuperarle il piů presto possibile, chiedendo perdono a Dio.

La preghiera č un assieme di movimenti, di formule e di brani del Corano da recitare a voce alta o bassa, secondo l’orario, obbligatoriamente in lingua araba. Durante la prostrazione, o prima del saluto finale, l’orante puň pregare Dio, intimamente, nella propria lingua e con le proprie parole.

Ogni preghiera č composta di due, tre, oppure quattro elementi, chiamati rakŕt, l’assieme di movimenti e di recitazioni:

- la preghiera dell’alba, di due rakŕt;

- la preghiera del mezzogiorno, di quattro rakŕt;

- la preghiera del pomeriggio, di quattro rakŕt;

- la preghiera del tramonto, di tre rakŕt;

- la preghiera della notte, ‘Isha, di quattro rakŕt.

 Prima rakŕt

 Dopo aver disteso un tappeto a terra, l’orante si pone nella posizione eretta, qiyamah, in direzione della Mecca, lo sguardo rivolto al suolo nel punto in cui la fronte lo toccherŕ nella prostrazione, le gambe leggermente divaricate ed esprime intimamente l’intenzione di eseguire quella determinata preghiera.

Solleva le mani all’altezza delle orecchie, le palme rivolte in avanti, le dita distese ed unite, invocando “Allahu Akbŕr” (Dio č il piů grande).

Porta poi le mani sul petto, la destra sopra il polso sinistro, loda intimamente Dio e invoca la sua protezione contro le tentazioni.

In quella posizione, recita il capitolo d’apertura del Corano, Al Fatiha, e dopo l’Amen, un altro brano coranico, a scelta. Il Corano deve essere declamato a voce alta nelle due rakŕt della preghiera dell’alba, e nelle prime due della preghiera del tramonto e della notte.

Esclamando “Allahu Akbŕr”, l’orante s’inchina poi nella posizione del ruku, con la schiena parallela al suolo, le mani posate sulle ginocchia, le dita divaricate, le gambe tese e non flesse, lo sguardo sempre fisso al suolo, ripetendo intimamente per tre volte “Subhana Rabbiyal Adhěm” (Gloria al mio Signore, il Sommo).

Ritorna poi in posizione eretta, le braccia distese lungo il corpo, lo sguardo sempre fisso al suolo, dicendo “Sam’i Allahu liman hamidah” (Dio ascolta chi Lo loda) e poi, “Rabbana Lakal hamd” (Signor nostro, che tu sia lodato).

Esclamando “Allahu Akbŕr”, l’orante si prosterna nel sujůd, posando le ginocchia e le mani al suolo, i gomiti sollevati da terra, i piedi leggermente divaricati, toccando il suolo con la fronte e la punta del naso, recitando tre volte intimamente “Subhana Rabbiyal A’ala” (Gloria al mio Signore, l’Altissimo) e supplicando Dio con le proprie parole.

Ripetendo “Allahu Akbŕr”, solleva il busto, si siede sui propri piedi incrociati a terra, busto eretto, le mani appoggiate sulle cosce in prossimitŕ delle ginocchia, in posizione di julůs. Con lo sguardo sempre rivolto al suolo, ripete tre volte mentalmente “Allahumma Ighfirli” (O Dio, perdona i miei peccati).

Esclamando “Allahu Akbŕr”, si prosterna per la seconda volta nel sujůd, con le stesse modalitŕ del primo.

Ritorna nuovamente, per un breve istante, nella posizione seduta di julůs, quindi posa le palme delle mani a terra, e ritorna nella posizione eretta d’inizio della preghiera, esclamando “Allahu Akbŕr”.

Quest’ultimo movimento completa un elemento base della preghiera o rakŕt e predispone l’orante per l’inizio della rakŕt successiva.

 Seconda rakŕt

 Essa inizia subito con la recitazione del primo capitolo del Corano, seguito da un altro brano coranico, e richiede la recitazione intima della Dichiarazione di fede, o Tashahud, nella seconda posizione seduta di julůs. Nel declamare “La ilaha Illallah, l’orante solleva il dito indice della mano destra posata sulla coscia, per simboleggiare l’Unicitŕ di Dio.

Posando poi le palme delle mani a terra, ritorna nella posizione eretta per iniziare la terza rakŕt esclamando “Allahu Akbŕr” con le mani all’altezza delle orecchie.

Nelle preghiere di due rakŕt, nel secondo julůs, egli prosegue con la recitazione della Preghiera d’Abramo o “Salatul Ibrahěmiya” e il saluto finale, che concludono ogni preghiera. Il fedele volge il volto prima a destra, dicendo “Assalamu alaikum wa rahmatullah” (Che la pace e le benedizioni di Dio siano su di voi), poi a sinistra ripetendo ancora “Assalamu alaikum wa rahmatullah”.

 Terza rakŕt

 La terza rakŕt inizia con la recitazione di Al Fatiha, declamata intimamente, non seguita da altri brani coranici. Posando poi le palme delle mani a terra, l’orante ritorna nella posizione eretta per iniziare la quarta rakŕt, esclamando “Allahu Akbŕr” .

Nella preghiera del tramonto, la terza rakŕt che conclude la preghiera č completata, nel secondo julůs, dalla recitazione della Dichiarazione di fede e della Preghiera di Abramo, seguita dal saluto finale.

 Quarta rakŕt

 La quarta rakŕt che conclude le preghiere del mezzodě e della sera č uguale all’ultima della preghiera del tramonto.

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