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Gli Sposi nell'Islam

A cura di Dr. Mujahed Badaoui

La Moglie Musulmana

     Il Profeta Muhammad (*) disse:

      “Una donna può essere sposata per quattro ragioni: per la sua ricchezza, il suo rango, la sua bellezza e la sua religiosità. Sceglila perciò per la sua religiosità ed avrai successo.” [1]

      Lo stesso vale anche nella scelta del marito. I primi tre requisiti, da soli o tutti insieme, non danno assolutamente la garanzia del successo e della riuscita di un matrimonio. Un uomo genuinamente religioso deve ricercare soprattutto la religiosità nella futura moglie, così come la donna deve ricercarla nel futuro sposo, conformandosi così alle regole dettate da Dio.

      Come consuetudine della società islamica, la famiglia di una giovane può avere un ruolo molto importante e decisivo nella scelta dello sposo. Nonostante ciò, il Profeta Muhammad (*) ha suggerito in numerosi Hadith[2], che una coppia che pensa al matrimonio si incontri, alla presenza di un parente, per meglio conoscersi e per poter accertare almeno una fondamentale compatibilità.

      La scelta del giusto compagno è importantissima per la donna. Per l’amore ed il rispetto che deve portare al proprio marito, è auspicabile che una donna sposi chi possa veramente meritare quell’amore e quel rispetto. Queste qualità poggiano sulla sincerità e sulla fiducia reciproca che deve esistere tra due sposi.

      Il Profeta Muhammad (*) disse:

      “La religione è sincerità.” Gli chiesero: “Sincerità verso chi?” Rispose: “Verso Allah, il Suo Libro, il Suo Messaggero, i capi dei Musulmani e la generalità di essi.” [3]

      La sincerità si identifica perciò strettamente con la fede. La sincerità verso il marito rappresenta quindi un requisito essenziale in una buona moglie. Implica avere a cuore i suoi interessi, ricercare solo il suo bene, ed essergli fedele. Implica dire sempre la verità, così che il marito abbia fiducia totale in lei.

      Con il suo comportamento leale, la moglie deve sostenerlo ed incoraggiarlo nel fare ciò che è bene, impedendogli di commettere il male. Dice infatti Dio, l’Altissimo:

      Corano, 9:71 : “I credenti e le credenti sono alleati gli uni degli altri. Ordinano le buone consuetudini e proibiscono ciò che è riprovevole, eseguono la salàt, pagano la zakàt e obbediscono ad Allah e al suo Messaggero. Ecco coloro che godranno della misericordia di Allah. Allah è eccelso e saggio.”

      Nell’obbedienza ad Allah, la moglie esercita dunque un’influenza benefica su tutta la propria famiglia, dando costantemente l’esempio di un comportamento corretto, sul modello indicato da Dio e dal Suo Profeta (*), donando la propria amorevole attenzione ai propri familiari, e facendo della casa un rifugio sicuro e desiderato. Ancora molto tempo dopo la morte della sua prima moglie Khadijah, Muhammad (*) ne ricordava la fedeltà, i buoni consigli ed il sostegno morale ricevuto nel corso della loro vita in comune.

      Il Profeta Muhammad (*) disse:

      “Non vuoi che ti dica qual è il migliore tesoro dell’uomo? E’ una donna virtuosa: quando egli la guarda, ella lo allieta; quando egli le parla, ella è condiscendente; e quando egli si assenta da lei, ella custodisce i suoi interessi.” [4]

      In altri termini, la donna è chiamata a compiacere il proprio sposo, non solamente prendendosi cura della propria bellezza, che col passare del tempo può sfiorire, ma soprattutto con la sua amorevole attenzione. Si prende la responsabilità di dedicarsi con costanza al benessere dello sposo, custodendone la casa e gli interessi, e salvaguardando il suo onore, mantenendosi casta e fedele in sua assenza.

      In un altro Hadith, il Profeta Muhammad (*) descrisse le conseguenze di un comportamento contrario:

      “La donna che parla sgradevolmente e fa che suo marito sia afflitto a causa della sua scortesia, incorre nell’ira di Allah fino a quando non sorriderà al proprio marito e cercherà di riuscirgli gradita.” [5]

      Non potrà quindi aspettarsi che l’amore del suo sposo duri se sarà aspra, rude ed antipatica, e non si interesserà se egli sia contento o no. Dice al riguardo Dio, l’Altissimo:

      Corano, 25:74 : “...Signore dacci conforto nelle nostre spose e nei nostri figli e fai di noi una guida per i timorati.”

      Una moglie manifesta il proprio amore e la propria devozione al suo sposo, nel timore di Dio, e ne riconosce così l’autorità, come è stata sancita da Dio, l’Altissimo:

      Corano, 2:228 : “...Esse hanno diritti equivalenti ai loro doveri, in base alle buone consuetudini, ma gli uomini sono superiori...”

      Una superiorità che nell’Islam ha dei doveri ben precisi, perché ogni responsabile deve essere motivato dall’amore e dalla preoccupazione per coloro che sono sotto la sua tutela, i quali, ricambiando questo suo amore, ne riconoscono implicitamente l’autorità. Questa autorità si identifica quindi con la responsabilità, in ogni settore della società islamica, dagli affari pubblici alla famiglia, così come l’ha descritta il Profeta Muhammad (*):

      “Fate attenzione: ognuno di voi è un pastore ed ognuno di voi dovrà render conto del suo gregge. Un capo è il pastore del suo popolo, e dovrà rispondere del suo gregge; un uomo è il pastore delle genti della sua casa, e dovrà rispondere del suo gregge; una donna è il pastore della casa, del proprio marito e dei suoi figli, e dovrà rispondere di loro; il servo è il pastore dei beni del suo padrone, e ne dovrà rispondere. Fate attenzione, allora, ciascuno di voi è un pastore, e ciascuno di voi dovrà rispondere del suo gregge.” [6]

      All’interno della famiglia, la moglie è dunque responsabile della casa, del proprio marito, e della crescita dei figli. Nel rispetto dell’importanza di questo ruolo, è chiaro che i rapporti fra marito e moglie non sono quelli che potrebbero esistere fra un padrone ed una serva, in quanto dice Dio, l’Altissimo:

      Corano, 2:187 : “...esse sono una veste per voi e voi siete una veste per loro...”.

      Infatti, fra loro deve esistere religiosità, amore reciproco, gentilezza e protezione, proprio sull’esempio di come si comportava il Profeta Muhammad (*) all’interno della famiglia. Ma se una moglie ha un marito che non si comporta islamicamente deve consigliarlo contro le sue malefatte, astenersi dall’appoggiarlo, ed infine ricorrendo al divorzio, se è la sola alternativa per non essere trascinata al peccato dal proprio marito.

       Dio ha creato gli uomini e le donne complementari gli uni alle altre, per vivere in cooperazione e non in competizione. E’ la moglie che nella casa determina l’atmosfera e ne dà il tono, è lei la regina della casa, ed è lei ad assicurare che sia un luogo piacevole in cui viverci. La supervisione della casa non è però il solo dovere della moglie, perché è anche responsabile della cura e della prima educazione dei figli. Dall’allattamento, si stabilisce un legame affettivo fra madre e figli, con benefici risultati fisici e psicologici. Poiché è dimostrato che gli effetti delle cure e delle impressioni avute nella prima infanzia condizionano tutta la vita, il ruolo della madre nella famiglia islamica assume un’importanza primaria nella formazione del carattere e del comportamento dei figli, soprattutto perché essi crescano spiritualmente ed intellettualmente timorati di Dio. L’Islam ha riconosciuto l’importanza di questo ruolo di madre nell’apprezzamento dello sforzo e dei sacrifici che essa compie nel mettere al mondo e nell’allevare le nuove generazioni di musulmani.

      Il Profeta Muhammad (*) ha detto:

      “Il Paradiso sta sotto i piedi delle madri.” [7]

     “Io e la donna le cui gote sono diventate scure (a causa dell’impegno e delle ansietà per i suoi figli) saremo come questi nel Giorno della Resurrezione.” Qui il Profeta (*) mostrò il dito medio e l’indice uniti, per indicare che quella donna sarà in quel giorno molto vicina a lui.[8]

      Si narra che in un’occasione qualcuno domandò al Profeta (*):

      “Messaggero di Dio, chi è il più meritevole della mia premura?” Il Profeta rispose: “Tua madre.” L’uomo domandò: “E chi dopo lei?” Egli ripeté: “Tua madre.” Questi domandò ancora: “E chi dopo lei?” Il Profeta ripeté: “Tua madre, poi tuo padre, poi i tuoi parenti stretti in ordine di importanza.” [9]

      Per una donna musulmana la casa è dunque al centro dell’attenzione, ed il benessere del marito e dei figli sono la sua prima preoccupazione, subito dopo i suoi doveri verso Dio. Questo ruolo non le impedisce, col consenso del marito, di intraprendere un lavoro fuori casa, di continuare la propria educazione, e di prestare un servizio volontario nella comunità. Ma deve far sì che le proprie responsabilità, verso la casa e la famiglia, siano sempre assolte, nel timore che la famiglia stessa, la struttura base della società islamica, sia trascurata e vengano, con la sua assenza, a mancare la sicurezza e l’esempio necessari al marito ed ai figli. La donna musulmana mantiene la riservatezza circa i problemi nell’interno della propria famiglia ed i rapporti col marito, anche con le amiche più intime, perché nell’Islam non è ammesso divulgare faccende intime relative ad altre persone.

      In pubblico la moglie musulmana deve osservare i principi islamici riguardo l’abbigliamento ed agire con modestia, mentre a casa, o lontano dagli sguardi di uomini che non siano i suoi parenti stretti, può vestirsi come piace a lei ed al proprio marito. Infatti il Profeta Muhammad (*) insegnò che la donna, quando esce, indossi il hijab [10], l’abito islamico, evitando di passeggiare senza scopo, o di mischiarsi agli uomini senza una stretta necessità, e senza il consenso del proprio marito. Deve evitare le occasioni in cui si venga a trovare tutta sola con un uomo che non sia suo marito od uno dei suoi parenti stretti, situazioni che potrebbero favorire il pettegolezzo sulla sua condotta e risvegliare la gelosia del marito, anche nel caso in cui ella non avesse delle cattive intenzioni.

      Gli altri aspetti della vita familiare e sociale che una sposa musulmana deve osservare, sono il rispetto dei genitori e dei parenti del marito, l’ospitalità, ed i buoni rapporti coi vicini.

      Nei rapporti intimi, sia la donna che l’uomo devono essere consapevoli di ciò che piace o non piace ad entrambi, ed essere disponibili ai bisogni dell’altro. La moglie deve prendersi cura della propria persona e rendersi attraente per il proprio sposo. Dice Dio, l’Altissimo:

      Corano 2:223 : “Le vostre spose sono per voi come un campo. Venite pure al vostro campo come volete, ma preparate per voi...”,

      in cui il “campo” è da intendersi ciò in cui si entra per godere della sua bellezza e dei frutti che dà, e “preparate per voi...” vuol significare che l’atto coniugale va fatto precedere da qualcosa che giova, come il compierlo in nome di Allah, e dai preliminari affettuosi fra gli sposi.

      Parlando ai poveri, che lamentavano il fatto di non potere elargire elemosine, Muhammad (*) li informò che per ogni atto sessuale lecitamente compiuto sarebbe stato loro ascritto il merito di un elemosina. Gli fu chiesto:

      “O Messaggero di Dio, allora quando qualcuno di noi soddisfa il proprio desiderio sessuale, avrà una ricompensa?” Egli rispose: “Non pensi che una persona che lo faccia illegalmente commetta peccato? Allo stesso modo, se lo fa lecitamente, con sua moglie, ne avrà una ricompensa.” [11]

      Perciò una moglie che soddisfa il proprio sposo nell’ambito del matrimonio, protegge lui e se stessa dal rischio della ricerca di relazioni extra-coniugali, ed oltre a compiacere il proprio marito, compiace Dio [12]. Questo diritto alle relazioni sessuali fra i coniugi è naturalmente reciproco, avendo la moglie lo stesso diritto sul marito.

      L’Islam incoraggia ad avere figli, ma non proibisce neppure il controllo delle nascite, con metodi che non presentino effetti collaterali dannosi, e con il mutuo consenso fra marito e moglie.

      Jabir, un Compagno del Profeta, narrò [13] che durante il periodo in cui il Corano fu rivelato, i Musulmani usavano praticare il “azl” [14]. Muslim aggiunge che il Profeta (*) ne era a conoscenza, ma non lo proibì.

      L’aborto comunque è proibito, a meno che la vita della madre non sia in pericolo. La proibizione si applica pure a quelle forme di pianificazione familiare che permettono al concepimento di aver luogo, ma che uccidono l’embrione, come la “pillola del giorno dopo”, o ne prevengono il suo sviluppo nel grembo materno, come la “spirale”. La pillola, inoltre, solleva molte perplessità a causa degli effetti collaterali che provoca e a causa dell’incertezza circa la sua sicurezza, nell’uso prolungato.

      I metodi contraccettivi meccanici, come il preservativo, sono più vicini allo spirito del metodo descritto nel Hadith di Jabir sul “azl”, riportato più sopra.

      I metodi naturali, come il monitoraggio della temperatura corporale, per evitare le relazioni coniugali nel periodo dell’ovulazione, sono un’altra possibile alternativa.

      Come l’uomo, anche la donna musulmana deve depilarsi regolarmente il pube e le ascelle e può usare profumi nell’ambito della casa. Infine, la pulizia e l’igiene personale devono essere sempre molto curati da entrambi, al fine di non causare offesa all’altro.


[1] Hadith dalla raccolta di Bukhari e Muslim.

[2] Riportati da Muslim, Abu Dau’d, Tirmidhi, Nasai e Ibn Majah.

[3] Hadith riportato da Muslim.

[4] Hadith trasmesso da Abu Dau’d.

[5] Hadith riportato da Talha bin Abdullah.

[6] Hadith trasmesso da Bukhari, Muslim, Abu Dau’d e Tirmidhi.

[7] Hadith trasmesso da Nasai e Ibn Majah.

[8] Hadith riferito da Abu Dau’d.

[9] Hadith della raccolta di Bukhari e Muslim.

[10] L’Islam ha ordinato alle donne di coprirsi il capo con un velo, e di portare degli abiti lunghi fino alle caviglie, che non modellino il corpo, lasciando trasparire ciò che coprono. L’abbigliamento islamico femminile può lasciare scoperti solamente il viso e le mani.

[11] Hadith trasmesso da An-Nawawi.

[12] Secondo Al-Ghazali, la sessualità coniugale ha tre fini: l’anticipazione dei godimenti del Paradiso, la preservazione dalla fornicazione, la riproduzione della specie.

[13] Hadith riportato da Bukhari e Muslim.

[14] In arabo il “Coitus interruptus”, ossia l’interruzione del rapporto sessuale negli ultimi istanti, al fine di evitare il concepimento.

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