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Islam è Pace

A cura di Dr. Mujahed Badaoui

LA PACE IN FAMIGLIA

Dopo aver esaminato il ruolo che l’individuo svolge nella ricerca della pace nell’ambito personale e privato, analizziamo i valori che permettono che la pace regni e si conservi nell’ambito della famiglia. La famiglia rappresenta il fondamento ed il fulcro di ogni società, il primo esempio di collettività in cui l’individuo si trova ad agire, ad esprimersi e ad emanciparsi; è proprio nell’ambito familiare che vengono assimilati, fin da piccoli, quei messaggi e quelle informazioni che costituiscono la «proporzione alla vita» e che determineranno il carattere ed il comportamento dell’individuo durante la sua crescita. Ne esaminiamo ora in dettaglio i valori fondamentali.

L’importanza del matrimonio 

Il matrimonio determina la formazione ella famiglia islamica, ed è regolato da precisi codici di comportamento e da precise norme che ora andremo ad esporre.

Innanzitutto è richiesto il libero consenso di entrambi gli sposi, perché nessuna donna può sposarsi senza il proprio assenso preventivo; inoltre il matrimonio deve essere reso pubblico, dato che rappresenta allo stesso tempo un legame permanente, in cui è implicito un rapporto durevole tra i coniugi, e l’inizio della costituzione della cellula base della società islamica. Infine l’uomo è responsabile del mantenimento della famiglia, in conformità alla suddivisione dei ruoli voluta da Dio, che prevede che alla donna competa la cura della casa e l’allevamento dei figli; nell’Islam una tale definizione della responsabilità non è assolutamente intesa come un fattore di discriminazione nei confronti della donna, ma è anzi vista come la perfetta sintesi ed espressione dell’equilibrio islamico che, nella ripartizione dei ruoli stabiliti da Dio nell’ambito familiare, sancisce una naturale divisione dei compiti e dei doveri tra i coniugi.

È naturale quindi che alla donna competa il compito esclusivamente femminile della maternità, dell’allevamento e della prima educazione dei figli; è infatti altrettanto naturale che l’uomo, al quale compete il mantenimento della famiglia, compito che lo rende spesso assente per motivi di lavoro, non posso dedicarsi interamente ai figli, per i quali, soprattutto nei primissimi anni di vita, l’apporto ed il contributo materno sono di fondamentale importanza.

Il mantenimento della moralità

L’Islam, al fine di mantenere la pace e di conservare la stabilità nell’ambito familiare, proibisce lo sfoggio della proprie grazie, di indumenti seducenti e di ornamenti vistosi, e scoraggia la promiscuità tra i sessi; quindi ordina di essere modesti e di resistere alle tentazione:

«Dì ai credenti che abbassino gli sguardi e custodiscano le loro parti intime; questo sarà per loro cosa più pura, poiché Dio ha contezza di quel che essi fanno», (Corano, 24:30).

L’adulterio è considerato nell’Islam la causa principale della distruzione del rapporto di fiducia nella coppia; i coniugi devono avere la certezza della buona condotta e della fedeltà reciproca, e nessuno deve essere tentato dal desiderio di rivolgere ad altri i sentimenti che Dio Altissimo, ha destinato solo al proprio coniuge, perché questo conduce all’adulterio.

Le relazioni extraconiugali sono proibite e severamente condannate al punto che, quando i giovani sentono impellente il desiderio ed il richiamo dell’altro sesso, sono incoraggiati a sposarsi rapidamente, per salvaguardare la propria moralità nella società. A tal fine l’Altissimo, nella Sua infinita saggezza, ha reso il matrimonio un atto molto semplice; si tratta di un contratto di rapida attuazione, per facilitare appunto la nascita di una nuova famiglia, fondata su un rapporto di fedeltà e di rispetto reciproco, protetto e salvaguardato dal diritto islamico. La costituzione di una nuova famiglia, fondata sul timore di Dio, ha anche lo scopo di combattere le eventuali conseguenze, che risulterebbero nefaste per la società, di un atteggiamento disordinato ed irresponsabile in materia di morale sessuale.

Concordemente a quanto esposto, sarebbe superficiale considerare l’atteggiamento dell’Islam nei confronti dell’adulterio e della fornicazione come troppo moralista; lo scopo è invece la costante ricerca della tranquillità interiore, garanzia della pace in famiglia. Quest’ultima, composta anche dai figli, è palestra di educazione, secondo gli insegnamenti di Dio, per un corretto comportamento verso se stessi, verso la società islamica e verso la nuova famiglia che questi figli andranno un giorno a costituire.

Il divorzio

Nell’Islam viene ammesso il divorzio quando un rapporto coniugale è in crisi e quindi non sussistono più le condizioni di una pacifica convivenza, oppure quando la sua forzata continuazione sia da ritenersi pregiudizievole/ pregiudiziale per la salute spirituale della coppia, per il buon esempio nei confronti dei figli e per la loro educazione. In casi estremi il divorzio può pertanto rappresentare la soluzione più adatta a quelle situazioni particolari in cui il matrimonio non può più continuare ed in cui i coniugi non riescono più a condurre una vita decorosa e pacifica. L’Islam non ammette però la rottura del matrimonio ed il ricorso al divorzio al primo accenno di disaccordo tra gli sposi; aI contrario cerca, con ogni mezzo, di favorirne la stabilità e ne ammette lo scioglimento solo dopo il fallimento di ogni tentativo di riconciliazione. Persino quando l’insofferenza ed il disinteresse si trasformano in repulsione ed inimicizia, l’Islam non ammette il divorzio come soluzione immediata, ma ordina di intraprendere particolari misure di riconciliazione atte a conservare il matrimonio:

«E se temete una rottura tra marito e moglie, nominate un arbitro della parte di lui, ed uno della parte di lei, e se i due coniugi desiderano riconciliarsi, Dio metterà armonia tra loro, poiché Dio è Sapiente e di tutto è al corrente», (Corano, 4:35).

Se ancora una volta tutto questo dovesse risultare inutile, significa che il problema è talmente grave che non si potrà arrivare ad una riconciliazione. È dunque saggio accettare il fatto compiuto e concedere il divorzio secondo le norme islamiche; in seguito, questo potrebbe addirittura favorire una riconciliazione, perché la separazione potrebbe acuire nei coniugi il desiderio di ritornare a convivere. L’Islam prevede infatti questa possibilità ed il Corano ammette esplicitamente che gli ex-coniugi possano in futuro ricongiungersi, sebbene venga allora richiesta la presenza di un presupposto fondamentale in questo caso: un comportamento gentile ed un retto atteggiamento interiore devono essere infatti mantenuti da entrambi i coniugi, dato che ciò viene considerato un fattore indispensabile per non far affiorare, in seguito, il rancore. Tale attitudine può risvegliare l’amore tra marito e moglie, curare le ferite interiori ed aiutare a ristabilire la vita familiare su basi più solide. Infine, il divorzio è prerogativa di entrambi i coniugi; infatti sia la moglie che il marito possono far includere nel contratto matrimoniale la clausola di poter ricorrere al divorzio, se sussistono le condizioni previste Dio Altissimo.

Si evince da tutto ciò che la ricerca costante di una corretta applicazione dei principi della giurisprudenza islamica non può che portare al mantenimento di rapporti pacifici all’interno del matrimonio e, in generale, nella società islamica.

L’aiuto reciproco

L’Islam non confina l’interessa per la pace in famiglia ai soli rapporti tra i coniugi, ma presta grande attenzione alla sicurezza di ogni suo membro, definendo le basi del mutuo sostentamento e stabilendo diritti ed obblighi sui quali si basano la fiducia reciproca e la sicurezza collettiva; per quanto riguardo l’affetto verso i figli, ad esempio, l’amore materno fa sì che la madre si prenda cura del proprio figlio, così come l’amore paterno fa sì che il padre provveda ad entrambi. Ma altri obblighi altrettanto palesi sono previsti dall’Islam e le responsabilità implicite nel praticarlo non sono lasciate alla discrezione individuale, ma vengono definite e rese obbligatorie da un codice di comportamento basato sulla Legge religiosa. Ecco, ad esempio, ciò che Dio Altissimo ordina ai musulmani riguardo ai doveri verso i genitori:

«Il tuo Signore ha decretato che non adoriate altri che Lui, e che trattiate bene i vostri genitori. Se uno di loro, od entrambi, raggiungono presso di te la vecchiaia, non dir loro: “ Uffa!”, non li rimproverare, ma dì loro parole di dolcezza», (Corano, 17:23).

L’aiuto reciproco è raccomandato a tutti i membri della famiglia: il padre, o in sua assenza chi gli è più prossimo, è responsabile del mantenimento della famiglia e sono stabiliti con assoluto rigore gli obblighi di ciascun membro verso gli altri componenti del nucleo famigliare. Con una precisione altrettanto meticolosa sono fissate le gerarchie di responsabilità, le norme sull’eredità, sull’adozione, sulle garanzie e la protezione per le donne e per i figli, le quali costituiscono, all’interno della famiglia, un sistema assicurativo ed assistenziale perfetto.

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