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La mia strada verso l'Islam

A cura di Mamdouh AbdEl-Kawi Dello Russo

Ritorno in Egitto

L’aereo stava per atterrare, eravamo passati da poco sopra le piramidi di Giza, e il momento stava per arrivare, finalmente il mio ritorno in Egitto. Tutto come 3 anni prima? No, molte furono le cose che trovai cambiate, contribuì molto il fatto che guardai l’Egitto con occhi diversi, da musulmano. Le cose che per me prima erano più importanti, cominciavano a non esserlo più in quel momento. La prima volta – solo tre anni prima- ero un turista come tanti, la seconda volta un musulmano che torna in terra musulmana. Ero andato per stare con i miei fratelli, per rivedere con occhi diversi la vita da musulmano e viverla di persona.

 Ho rivisitato meglio il Cairo, e pregato nella moschea El- Azhar, la più importante del mondo islamico. E’ stato bellissimo, un’atmosfera diversa dai luoghi dove ero abituato a pregare in Italia. Sono stato l’anno prima a pregare anche nella moschea di Roma, ma in Egitto è tutt’altra cosa. La voce dell’Imam “Sheikh” era uguale a quella di Sheikh AbdEl Basset, lo Sheikh che recita il Corano nella cassetta che contribuì a farmi trovare la luce di Allah, quindi immaginatevi cosa potevo provare in quel momento, di Venerdì. Credevo che Sheikh AbdEl Basset Mohammed AbdEl Sammad fossero due persone, per il nome lungo e per le diverse tonalità che usava per recitare il Corano, faceva tutto da solo, con l’aiuto di Dio, ed avere una bella voce è un dono di Dio.

 Ci sono tanti modi per recitare il Corano “Tartìl” salmodiato, e “Tajwìd” più sonoro e più difficile, ed è quest’ultimo che lo Sheikh usava spesso. Solo tre anni prima passai davanti alla Moschea- Università El- Azhar, e finalmente potevo pregarci dentro, per Allah nulla è impossibile.

 Per i musulmani è molto importante la Moschea e università El- Azhar, detta “La Moschea splendida”, ed ha origine fatimita (da Fatima, figlia del Profeta Muhammad “Pace e benedizione su di lui”). La moschea ha 5 minareti, 6 porte e 300 colonne marmoree ed è stata fondata nel 970, e terminata 2 anni dopo. L’Università ospita 20.000 studenti, fra questi molti stranieri ed è stata riformata nel 1961.

 Nove sono le facoltà: studi islamici, lingua araba, diritto e legislazione, economia e commercio, politecnico, agricoltura, medicina, pedagogia e facoltà femminile. Quattro sono i riti religiosi: shafiita e malekita (i principali seguiti in Egitto), hanafita (turchi) e hanabita (alcuni arabi di Hedjaz).

 Non tornai purtroppo nella moschea di Mohammad Alì, e in quella di Hussein per mancanza di tempo, ma visitai il museo d’arte islamica. In quel preciso momento, volevo fare un tipo di vacanza spirituale, e il momento più bello, dopo l’emozione di El- Azhar è stato in un paese piccolo di contadini in Sharkeya, dove c’è più religiosità, laddove si trovano persone che pensano solo a pregare e lavorare la terra.

 In Egitto – come in altri paesi arabi- si sente l’Islam, quando è il momento della preghiera si sente il Muazzìn, non una ma tante voci che si sovrappongono l’una con l’altra, provenienti da moschee diverse: ALLAHU AKBAR, ALLAHU AKBAR ! “Allah è il più grande!” I musulmani mi hanno sempre detto che sono fortunato: “Perché Allah ha scelto te. Noi invece siamo nati da famiglie musulmane, quindi tu sei migliore di noi”.

 Dopo aver passato una vita da cristiano, convincendomi sempre di più che non ero troppo fortunato, ora che sono musulmano, nonostante le tante difficoltà della vita, ho capito che lo sono. E ringrazio Allah per tutto questo.

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