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La mia strada verso l'Islam

A cura di Mamdouh AbdEl-Kawi Dello Russo

Ricominciare verso i 30 anni

Ricominciare a questa età non è facile, perché si è abituati per tanti anni ad un sistema di vita completamente diverso, ma nulla è impossibile.

Anche prima pregavo Dio ma non in questo modo, c’era qualcosa che faceva da tramite fra me e Dio, adesso prego Iddio L’altissimo direttamente, senza nulla che si possa interporre fra me e il Divino, che è Allah. Il giorno che mi convertii e tornai a casa da Sayed per dormire, lui e gli altri mi dissero che il mio sguardo era cambiato, mi sentivo in pace, ripulito dentro. “Tutti i peccati fatti si sono trasformati in buone azioni, -così mi disse lo Sheikh -, e le buone azioni rimangono tali”. Tutto ricomincia daccapo, è una nuova vita. Ho cercato di spiegarlo ai miei genitori, con calma, preparandoli, abituandoli. Dopo 5 mesi ho detto a loro che ho fatto la Shahada “il giuramento” e che è quindi una cosa seria. Dissero di sentirsi delusi e feriti, ho spiegato a loro che l’Islam non è un’altra religione, è il seguito dell’ebraismo e cristianesimo, è la perfezione e completa tutto.

 Ma i miei genitori, come molti altri che non conoscono bene veramente l’Islam, sono legati alle tradizioni, qualsiasi sia la verità non importa, l’importante è seguire ciò che seguirono gli antenati. Fu davvero dura con loro, soprattutto quando feci il mio secondo Ramadan, per la prima volta digiunai tutto il mese e capitò nel periodo di Natale. Per noi era il 1418, l’anno dell’Egira.

 Non è mai stato facile neanche il mio rapporto con Sayed dopo la mia conversione. Lui non aveva mai seguito bene l’Islam, era anche per questo motivo che lo frequentavo quando non ero musulmano, perché non insisteva con me sulla sua -ora anche mia- religione. Ma dopo che sono diventato musulmano le cose per me cambiarono, avevo bisogno di un fratello che mi aiutasse (con il permesso di Allah) a seguire bene la strada giusta, ma lui non la seguiva, ad eccezione del periodo di Ramadan, e questo mi dava un enorme fastidio, mi faceva soffrire.

Poi all’improvviso incominciò a conoscere altri italiani musulmani, ad andare di più in moschea e cambiò atteggiamento.

 Non è neanche così difficile diventare musulmani, niente battesimi o cose di quel genere, bastano solo due parole, dette però con convinzione: “ash hadu an là ilàha illallah, ash hadu ànna Muhàmmadan rasulullàh” che significa “Attesto che non c’è divinità, tranne Allah e che Muhammad è il suo Messaggero e Profeta”. Fu brutto anche quando chiusero la Moschea dove mi convertii, era in affitto e il contratto era scaduto, bisognava cercare un altro posto.

 Ho cercato sempre di parlare dell’Islam, anche nel giornale da me creato “Mondi lontani”, scritto e stampato da me, con l’aiuto naturalmente di amici musulmani e non. Il giornale trattava qualsiasi argomento legato all’Oriente e non ho affrontato l’argomento religioso solo dell’Islam, anche delle altre religioni.

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