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Guida Del Pellegrino

di Yacoub Roty

Traduzione a cura di 'Aisha Farina

L'assunzione dell'ihrâm

E’ unicamente avendo l’intenzione (niyya) di sacralizzarsi che il pellegrino assume lo stato di ihrâm. Questa intenzione obbligatoria (wâjib mu’akkad) č accompagnata da atti necessari (wâjib) e da atti raccomandati (mustahabb).

 Effettuare un’abluzione maggiore (ghusl)

 Prima di assumere l’ihrâm, la cosa migliore č quella di purificarsi con il ghusl (abluzione maggiore). Questa purificazione č completata da una toilette generale: taglio delle unghie e dei baffi, rasatura delle ascelle e del pube.[1] E’ raccomandato di terminare questa pulizia del corpo profumandosi leggermente.

 La donna che ha le mestruazioni compie lo stesso questo ghusl raccomandato per tutti. Il suo stato non č affatto un impedimento per la sacralizzazione. Durante il compimento dei riti, solo il tawâf le sarŕ vietato finché ella non si purificherŕ e potrŕ ricominciare a pregare, poiché il tawâf č una preghiera, e come per tutte le preghiere lo stato di purezza rituale (tahâra) č indispensabile per compierlo.

 Rivestire l’abito dell’ihrâm

 L’uomo deve necessariamente (wâjib) abbandonare ogni abito cucito o avvolgente e vestirsi unicamente di due pezzi di stoffa. L’una, chiamata izâr, avvolgente i reni e discendente fino a sotto le ginocchia (condizioni di validitŕ per la preghiera e per il tawâf); l’altra, chiamata ridâ, posta sulle spalle e coprente il dorso e il petto[2]. Ai piedi si possono calzare sandali che lascino i talloni scoperti.

 Tali disposizioni relative all’abbigliamento non riguardano la donna; č solo necessario che ella abbia il viso scoperto e che non porti i guanti.

 L’eccellenza, per l’uomo e per la donna, č di vestirsi di bianco, poiché questo č il colore preferito da Allah (SWT).

 Compiere una preghiera di due rak’ât

 E’ raccomandato di compiere una preghiera di due rak’ât poco prima di assumere l’ihrâm, recitando nella prima, dopo la sura al-Fâtiha, la sura Al-Kafirűn (CIX), e nella seconda la sura al-Ikhlâs (CXII).

 Assumere l’intenzione dell’ihrâm

 E’ nel momento in cui il pellegrino sta per rimettersi in marcia per sorpassare il miqât che deve assumere l’intenzione dell’ihrâm. Questa intenzione (niyya) č obbligatoria (wâjib mu’akkad), da essa sola dipende lo stato di sacralizzazione (ihrâm). Formulando questa intenzione, il pellegrino deve precisare se questo ihrâm č assunto in vista di effettuare la ‘umra o l’hajj secondo il modo ifrâd (solamente hajj) o secondo il modo qirân (‘umra e hajj simultanei). Il pellegrino che desidera compiere il tamattu’ (‘umra separata, seguita poi dall’hajj) formula soltanto l’intenzione dell’ihrâm per la ‘umra. Quando, avendola portata a termine ed essendosi poi desacralizzato, giungerŕ il momento di compiere il pellegrinaggio, egli assumerŕ allora l’intenzione dell’ihrâm in vista di questo.

 Colui che sta per compiere l’uno o l’altro di questi riti per conto di un’altra persona deve formulare la niyya precisando a nome e profitto di chi sta agendo.

 Come abbiamo giŕ spiegato, anche la donna mestruata si sacralizza in questo momento nello stesso modo, senza tuttavia compiere le due rak’ât menzionate sopra.

 Colui che abbia assunto l’intenzione dell’ihrâm per l’hajj, ma abbia dimenticato di specificare in           quale modo desideri compierlo, dovrŕ considerarsi un pellegrino che compie l’ifrâd (pellegrinaggio da solo). Dopo aver terminato i riti del Hajj potrŕ, se lo desidera, effettuare una ‘umra.

 A partire dal momento in cui il pellegrino assume l’intenzione dell’ihrâm, il suo stato di consacrazione ad Allah (SWT) diviene effettivo e le proibizioni relative allo stato di ihrâm gli sono imposte. Tali proibizioni sono esposte dettagliatamente nel capitolo seguente.

 Pronunciare la talbiya

 L’intenzione dell’ihrâm si accompagna necessariamente (wâjib) dalla pronuncia della talbiya. Colui che omette durevolemente di pronunciare la talbiya all’inizio dello stato d’ihrâm deve compiere un sacrificio (hadî). Lo stesso vale per colui che omette di pronunciarla l’8 Dhű-l-Hijja recandosi da Makkah a Minâ, cosě come il 9 Dhű-l-Hijja andando da Minâ a ‘Arafât. La donna deve pronunciare la talbiya anche se č mestruata.

La talbiya si sospende durante il tawâf e il sa’y. E’ raccomandato pronunciarla durante il ritorno da ‘Arafât a Muzdalifa e, l’indomani mattina, da Muzdalifa a Minâ. Si cessa definitivamente di pronunciarla poco prima di cominciare le lapidazioni, sostituendola col takbîr.

E’ raccomandato che l’uomo la pronunci a voce un po’ alta, senza tuttavia urlare, e che la donna la pronunci a voce piů attenuata. Il pellegrino deve essere cosciente di stare invocando Allah (SWT). Deve mantenersi serio, fervente, pieno di timore e di speranza. Quando viene pronunciata la talbiya, conviene ripeterla piů volte di seguito. E’ biasimevole salutare un pellegrino che sta ripetendo la talbiya, per non obbligarlo ad interromperla per via dell’obbligo di rispondere al saluto. E’ al contrario raccomandato pronunciare la talbiya quando si sente qualcun altro che la sta dicendo o quando ci si accosta a dei compagni di strada.

Il Messaggero di Allah (pace e benedizioni su di lui) disse: «Nessun credente pronuncia per Allah la talbiya del pellegrinaggio senza che tutto ciň che si trova alla sua destra e alla sua sinistra, fino all’orizzonte, non testimoni per lui» (Ruzayn)

E’ raccomandato di attenersi alla formula di talbiya di cui si servě il Messaggero di Allah (sallAllahu ‘alayhi wasallam),  che č la seguente:

 لبَّيْك اللهم لبَّيْك لبَّيْك لا شَريكَ لَكَ لبَّيْكَ

إنَّ الحَمْدَ وَالنِّعْمَة لكَ والمُلكَ لا شَريكَ لكَ

 LabbaykAllahumma labbayk labbayka lâ sharîka laka labbayk, inna-l-hamda wa-n-ni’mata laka wa-l-mulk, lâ sharîka lak.

 Eccomi a Te, o mio Dio, eccomi a Te! Eccomi a Te, non hai associati  a Te, eccomi a Te! In veritŕ la lode, i favori e il Regno sono Tuoi, non hai associati!


[1] E’ raccomandato di NON rasarsi i capelli prima dell’assunzione dell’ihrâm, riservando questa rasatura per la fine dei riti.

[2] Durante alcuni tawâf č sunnah scoprire la spalla e il braccio destri

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