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Guida Del Pellegrino

di Yacoub Roty

Traduzione a cura di 'Aisha Farina

Il compimento del tawâf dell'arrivo

Il pellegrino che arriva a Makkah con l’ihrâm del Hajj deve necessariamente (wâjib) compiere il tawâf dell’arrivo (tawâf al-qudûm). Colui che arriva con l’ihrâm della ‘umra deve obbligatoriamente (wâjib mu’akkad) compiere il tawâf della ‘umra che, per estensione, è anch’esso chiamato tawâf al-qudûm.

 Le regole del tawâf, esposte al capitolo 14, devono essere studiate molto attentamente e scrupolosamente rispettate. Per il tawâf al-qudûm è sunnah, per l’uomo e il ragazzo, scoprire la spalla e il braccio destro, così come accelerare la marcia durante i primi tre giri, tranne che nella parte compresa tra l’Angolo Yemenita e l’Angolo della Pietra, in cui conviene camminare normalmente.

 E’ obbligatorio essere in stato di purità rituale (tahâra) per compiere il tawâf. La donna mestruata, che è giunta a Makkah con l’ihrâm del pellegrinaggio o della ‘umra, dovrà aspettare che le mestruazioni finiscano per potersi puificare e poter così entrare nella Moschea Sacra e compiere il tawâf al-qudûm. Dovrà anche attendere per poter fare il sa’y, poiché il sa’y non è valido se non è preceduto da un tawâf.

 I giri del tawâf devono comiciare a partire dalla Pietra Nera; il pellegrino si pone dunque ben prima di essa (ossia nettamente a sinistra della linea di marmo scuro che segnala al suolo l’asse della Pietra Nera), a qualsiasi distanza dalla Ka’aba, e assume l’intenzione (niyya) di compiere questo tawâf a titolo obbligatorio (fard). Poi inizia il primo dei sette giri consecutivi attorno alla Casa, pronunciando il takbîr nel momento in cui sorpassa l’asse della Pietra Nera. Effettua questi giri avendo la Casa alla propria sinistra, senza penetrare all’interno di questa né calpestare uno dei suoi elementi costitutivi durante la marcia. Ad ogni giro, passando all’altezza della Pietra Nera, pronuncia il takbîr.

 Colui che soffre durante questo tawâf può fare delle brevi pause per riprendere le forze. Colui che è veramente incapace di compiere questo tawâf è autorizzato a farsi portare.

 Durante il tawâf non si devono spingere i fedeli. Il tawâf, che è una preghiera, deve essere effettuato nel raccoglimento, con umiltà, timore e speranza. L’eccellenza è invocare Allah l’Altissimo e tessere le Sue lodi, ma senza alzare la voce. A delle persone che invocavano urlando, il Messaggero di Allah (s) disse: «Contenetevi! Colui che invocate non è né sordo né assente; Egli ascolta ed è molto vicino» (Bukhârî)

 Molte invocazioni appropriate sono proposte ai pellegrini in preziose piccole raccolte, o da parte di guide professioniste. Queste guide rimangono alla periferia del flusso del tawâf e propongono, contro una modica remunerazione, di guidare i pellegrini inesperti durante il loro tawâf, facendo ripetere loro le invocazioni classiche. Se lo desidera, il pellegrino può semplicemente fare dhikr ripetendo il tasbîh, il tahmîd, il tahlîl e il takbîr, così come fanno gli angeli compiendo permanentemente il tawâf attorno alla Casa Visitata (al-Bayt al-Ma’mûr), che si trova sotto il Trono di Allah, simmetria celeste della Ka’aba terrestre. Questa invocazione è la seguente:

 سُبْحانَ اللهِ والحّمْدُ للهِ ولا إلهَ إلا الله والله أكبَرُ

 SubhânAllah wa-l-hamdu lillâ, walâ ilâha illAllâh, wa-l-lâhu Akbar

 Gloria a Dio, Lode a Dio, non vi è altra divinità al di fuori di Dio (Allah), Dio è il più Grande

 Il Messaggero di Allah (pace e benedizioni su di lui) disse: «Colui che gira sette volte intorno alla Casa dicendo: “Gloria ad Allah, Lode ad Allah, non vi èaltra divinità al di fuori di Allah, Allah è il più Grande, non vi è forza né potenza se non in Allah”, Allah gli cancella dieci cattive azioni, gli iscrive dieci buone azioni e lo eleva di dieci gradi. Colui che compie il tawâf pronunciando queste parole si immerge con due gambe nella Misericordia, così come se si immergesse nell’acqua» (Ibn Mâjah).

 Questa formula è la seguente:

 سُبْحانَ اللهِ والحّمْدُ للهِ ولا إلهَ إلا الله والله أكبَرُ ولا حَولَ ولا قوَّةَ إلا باللهُِ

 SubhânAllah wa-l-hamdu lillâ, walâ ilâha illAllâh, wa-l-lâhu Akbar, walâ hawla walâ quwwata illâ billâh.

 Gloria a Dio, Lode a Dio, non vi è altra divinità al di fuori di Dio (Allah), Dio è il più Grande, non vi è forza né potenza se non in (attraverso) Allah

 E’ raccomandato (sunnah) ripetere la seguente invocazione coranica tra l’Angolo Yemenita e l’Angolo della Pietra, ad ogni giro del tawâf:

 رَبَّنا ءَاتِنا في الدُّنْيا حَسَنَة وفي الأخِرَةِ حَسَنَة وَقِنا عذابَ النَّرِ

 Rabbanâ âtinâ fî-d-dunyâ hasanatan wafî-l-âkhirati hasanatan waqinâ ‘adhâba-n-nâr

 ...Signor nostro! Dacci le cose buone di questo mondo e le cose buone dell’Altra Vita e allontanaci dal Fuoco! (Corano II. Al-Baqara 201)

 Dopo aver effettuato i sette giri del tawâf, è raccomandato recarsi al Multazam, che è la parte del muro della Ka’aba che si estende dalla Pietra Nera fino alla Porta (vedi schema a pag. 14). Là, il Messaggero di Allah (pace e benedizioni su di lui) si stringeva al muro toccandolo con le mani, il petto e il viso. Il Multazam è il luogo di esaudimento delle invocazioni, e specialmente della richiesta di perdono, per se stessi e i propri cari.

Poi è necessario (wâjib) compiere una preghiera di due raka’ât, preferibilmente dietro il Maqâm Ibrâhîm.

 E’ raccomandato di recarsi a pregare nello Hijr (vedi schema a pag. 14), ma è illecito compiervi una preghiera obbligatoria (fard). Una tale preghiera compiuta in questo luogo è nulla. La regola vale anche per l’interno della Ka’aba. Colui che si trova nello Hijr è nella Casa di Allah. Quando la pioggia cade sul tetto della Ka’aba, si riversa in questo luogo attraverso la grondaia d’oro della Ka’aba, chiamata Mîzâb ar-Rahma (quella che scarica la Misericordia). E’ un luogo di pace per colui che ha appena terminato il tawâf (e le due raka’ât che lo seguono); un luogo di favori per il credente; un posto in cui le richieste vengono esaudite.

 E’ raccomandato, dopo il tawâf, come in ogni altra occasione, di bere l’acqua di Zamzam, al punto tale da esserne sazi. E’ sunnah bere tale acqua in piedi, col viso rivolto alla Ka’aba, e, in questa occasione, di rivolgere delle richieste ad Allah (SWT). Il Messaggero di Allah (s) disse: «La migliore acqua sulla terra è quella di Zamzam. Essa è un nutrimento che sazia e un rimedio contro la malattia» (Tabarânî). Disse anche (s): «L’acqua di Zamzam è efficace per tutto ciò in vista di cui la si beve» (Daraqutnî). E’ riferito che ‘Umar (r) la beveva chiedendo ad Allah (SWT) che la sua sete fosse estinta il Giorno della Resurrezione.

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