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Guida Del Pellegrino

di Yacoub Roty

Traduzione a cura di 'Aisha Farina

Il soggiorno a Makkah

Durante il suo Pellegrinaggio d’Addio, il Messaggero di Allah (pace e benedizioni su di lui) disse: «E’ Allah che ha dichiarato Makkah “Territorio Sacro”, e non gli uomini (...) Che coloro che sono qui (oggi) ad ascoltarmi ne informino gli assenti» (Bukhârî). Questo avvertimento, che il Messaggero di Allah (s) ordinò di trasmettere a coloro che si rendono a Makkah, è una messa in guardia relativa al rispetto dovuto alla maestà e alla santità di questo luogo scelto tra tutti gli altri da Allah (SWT).

 Ibn ‘Abbas (che Allah sia soddisfatto di lui) diceva: «Sarebbe meglio che io commettessi settanta peccati in un altro posto piuttosto che uno solo a Makkah!». Il Messaggero di Allah (sallAllahu ‘alayhi wasallam) ci ha insegnato che tra le tre persone più detestabili agli occhi di Allah (Gloria a Lui, l’Altissimo!) la prima è quella che viene meno ai propri doveri sul Territorio Sacro. E’ detto che una menzogna in questo luogo è una profanazione.

 Dopo aver compiuto i riti dell’arrivo, il pellegrino dimora a Makkah fino all’ottavo giorno del mese di Dhû-l-Hijja, momento in cui tutti i pellegrini partono per Minâ e ‘Arafât. Durante il suo soggiorno nella Città Santa, e anche al di fuori dei momenti di sacralizzazione, il pellegrino deve raddoppiare la vigilanza e cercare di trarre profitto dall’occasione eccezionale che gli viene offerta per attirare su di sè la soddisfazione e le grazie di Allah (SWT). Starà anche attento a non lasciarsi troppo assorbire dai giri al mercato o dalle chiacchierate all’hotel.

 Il Messaggero di Allah (pace e benedizioni su di lui) disse: «Allah fa discendere ogni giorno sui pellegrini della Sua Casa Sacra centoventi misericordie: sessanta per coloro che fanno il tawâf, quaranta per quelli che pregano e venti per quelli che guardano» (Bayhaqî). Che sia o meno in stato di ihrâm, il pellegrino non perderà l’occasione per compiere numerosi tawâf supererogatori (tatawwu’).[1]

Che ne approfitti, perché una volta tornato al suo paese la nostalgia della Casa abiterà il suo cuore e si esprimerà con un intenso bisogno del tawâf. Il Messaggero di Allah (s) disse: «Approfittate della Casa il più possibile» (Tabarânî). Disse anche (s): «Moltiplicate i tawâf attorno alla Casa, poiché, il Giorno del Giudizio, li troverete nella lista delle vostre opere, e saranno quelle di cui vi rallegrerete di più» (Ibn Hibbân). In quanto al merito del tawâf, il Messaggero di Allah (s) disse in particolare: «Per ciascun passo di colui che compie il tawâf, Allah gli inscrive settanta buone azioni, gli cancella settanta cattive azioni, lo eleva di settanta gradi e gli permette di intercedere per settanta persone della sua famiglia» (Asbahânî).

 Il pellegrino si sforzerà di compiere tutte le preghiere nella Moschea Sacra. Il Messaggero di Allah (s) disse: «Una preghiera nella Moschea Sacra vale come centomila preghiere (altrove)» (Ibn Majah).


[1] Non conviene scoprire la spalla destra né accelerare l’andatura durante un tawâf supererogatorio; farlo sarebbe addirittura biasimevole

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