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Guida Del Pellegrino

di Yacoub Roty

Traduzione a cura di 'Aisha Farina

Il tawâf al-ifâda

Il tawâf al-ifâda è una delle quattro basi obbligatorie (wâjib mu’akkad) dell’hajj. Si compie alla fine del rito e fa parte degli atti di desacralizzazione. Il suo nome, “al-ifâda”, evoca la considerevole folla di pellegrini che si recano a compierlo.

 Il tempo legale del tawâf al-ifâda inizia al principio del tempo della preghiera del subh del 10 Dhû-l-hijja. Il suo obbligo sussiste fino a che non è stato effettuato. E’ biasimevole compierlo dopo i giorni di Minâ (dal 10 al 13 Dhû-l-hijja), e se viene compiuto dopo la fine di Dhû-l-hijja è dovuto un sacrificio.

 Il tawâf al-ifâda dev’essere compiuto solo dopo aver portato a termine le lapidazioni del 10 Dhû-l-hijja. Un’espiazione (fidya) è dovuta se esso viene effettuato prima di esse, tuttavia rimane valido. Dopo aver lapidato, l’eccellenza è di sacrificare, tagliarsi i capelli, e poi compiere il tawâf al-ifâda.

 Colui che avrebbe dovuto compiere il tawâf al-qudûm al momento dell’arrivo a Makkah, ma non l’ha fatto (per mancanza di tempo prima di ‘Arafât, per errore, o, per la donna, a causa delle mestruazioni), considererà allora il suo tawâf al-ifâda come avente per lui anche valore di tawâf d’arrivo a Makkah. In questo caso l’uomo accelererà il passo durante i primi tre giri e scoprirà la spalla destra. E’ raccomandato fare un ghusl prima di compiere il tawâf al-ifâda, e di essere ancora vestiti dell’abito dell’ihrâm per compierlo, soprattutto nel caso in cui esso abbia anche valore di tawâf d’arrivo, come spiegato sopra.

 La donna che ha le mestruazioni dovrà aspettarne il termine, per potersi purificare e compiere poi il tawâf al-ifâda, il quale è indispensabile, e nulla lo può sostituire (vedere capitolo 30).

 Il tawâf al-ifâda si compie così come abbiamo spiegato al capitolo 15 a proposito del tawâf al-qudûm, rispettando le regole esposte al capitolo 14. Il più grande rigore deve essere osservato dal pellegrino per ciò che riguarda il rispetto delle condizioni (shart) di validità durante il compimento del tawâf al-ifâda, che è di importanza capitale, tanto per completare il rito quanto per lasciare lo stato di ihrâm. Colui che invalidasse tale tawâf, senza rifarlo, si metterebbe in modo durevole in una grave situazione.

 Il tawâf al-ifâda è necessariamente (wâjib) seguito da una preghiera di due raka’ât. Coloro che ancora devono compiere il sa’y lo fanno subito dopo queste due raka’ât del tawâf al-ifâda. I casi in cui il sa’y è dovuto dopo il tawâf al-ifâda sono menzionati nel capitolo seguente.

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