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Guida Del Pellegrino

di Yacoub Roty

Traduzione a cura di 'Aisha Farina

La desacralizzazione

Mentre per la ‘umra la desacralizzazione (tahallul) si effettua soltanto attraverso la rasatura dei capelli, e dopo tale rasatura tutti i divieti relativi allo stato di ihrâm sono rimossi, per ciò che riguarda l’hajj non avviene lo stesso, poiché la desacralizzazione comporta diversi atti e si effettua in due tempi.

 Gli atti della desacralizzazione

 Tra gli atti rituali da compiere nel corso dei giorni di Minâ (dal 10 al 13 Dhû-l-hijja), tre atti fanno parte del processo di desacralizzazione. Questi atti, nell’ordine normale, sono:

 = Le lapidazioni del Giorno del Sacrificio (vedere capitolo 25)

 = La rasatura dei capelli (vedere capitolo 27)

 = Il tawâf al-ifâda (vedere capitolo 28)

 La desacralizzazione parziale

 Quando il pellegrino ha effettuato le lapidazioni del Giorno del Sacrificio e tagliato i capelli, ha compiuto la prima parte del processo di desacralizzazione. I divieti dell’ihrâm, allora, non lo concernono più, a parte il divieto di compiere l’atto coniugale e di cacciare la selvaggina. La scuola Malikita, tuttavia, dichiara biasimevole anche l’uso di profumo a questo stadio della desacralizzazione.

 La desacralizzazione completa

 Dopo aver compiuto la desacralizzazione parziale, il pellegrino deve completare tale desacralizzazione effettuando il tawâf al-ifâda. Quando questo tawâf sarà stato effettuato, lo stato di ihrâm cesserà totalmente e l’atto coniugale ridiventerà permesso, così come la caccia, a condizione che i due atti seguenti siano stati effettuati:

 = Le due raka’ât che seguono necessariamente il tawâf al-ifâda o il sacrificio dovuto per riparare l’omissione di queste due raka’ât. Se l’atto sessuale intervenisse prima di queste due raka’ât, o prima del sacrificio di riparazione per la loro omissione (che è lo stesso), ciò non annullerebbe l’hajj, poiché l’ihrâm non è più viziabile a questo stadio, ma imporrebbe da una parte un sacrificio per l’infrazione del divieto di compiere l’atto coniugale durante l’ihrâm, e d’altra parte il compimento di una ‘umra dopo i giorni del tashrîq, al fine di poter eseguire un tawâf obbligatorio seguito da due raka’ât, riparando così la discontinuità provocata dall’atto sessuale nel concatenamento di questi atti nel corso del pellegrinaggio.

 = Il sa’y, per chi ancora lo deve compiere (vedere capitolo 29). Se l’atto sessuale intevenisse prima del compimento del sa’y ciò imporrebbe, come indicato sopra, un sacrificio espiatorio e il compimento di una ‘umra, dopo i giorni del tashrîq, per poter compiere un tawâf obbligatorio, seguito da un sa’y, e riparare così la discontinuità provocata dall’atto sessuale nel concatenamento di questi atti nel corso del pellegrinaggio.

 Colui che ha compiuto le lapidazioni e il tawâf al-ifâda, seguito dalle due raka’ât ed eventualmente dal sa’y se lo deve ancora fare, ma che non ha ancora tagliato i capelli, resta sottoposto all’interdizione dell’atto sessuale finché questo taglio non sarà stato effettuato. Se l’atto coniugale venisse compiuto a questo stadio del processo di desacralizzazione, un sacrificio (hadî) riparatore sarebbe dovuto.

 Al contrario, se l’atto sessuale intervenisse prima delle lapidazioni (o prima del sacrificio compensante l’omissione o l’invalidazione di queste lapidazioni del Giorno del Sacrificio), l’ihrâm sarebbe irrimediabilmente viziato e il pellegrinaggio distrutto (vedere capitolo 33). Lo stesso avverrebbe se l’atto sessuale fosse compiuto prima del tawâf al-ifâda.

 Osservazione riguardante gli sposi

 Capita frequentemente che gli sposi non possano compiere entrambi allo stesso tempo i riti di desacralizzazione. Il marito, per esempio, può aver completamente lasciato lo stato di ihrâm fin dal Giorno del Sacrificio, avendo lapidato, essendosi rasato e avendo compiuto il tawâf al-ifâda in questo giorno. La moglie, invece, potrebbe avere le mestruazioni, e dover quindi attendere ancora diversi giorni per potersi purificare e compiere il tawâf al-ifâda. Durante questo lasso di tempo, in cui lo stato di ihrâm continua per lei, suo marito, anche se si è desacralizzato, non ha evidentemente il diritto di avvicinarla, neanche per abbracciarla.

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