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Guida Del Pellegrino

di Yacoub Roty

Traduzione a cura di 'Aisha Farina

Il pellegrinaggio del bambino

Ibn ‘Abbas (r) riferì che una donna alzò un bambino verso il Messaggero di Allah (pace e benedizioni su di lui) e gli chiese: «Vi è hajj per questo?». Il Messaggero di Allah (s) rispose: «Sì, e per te una retribuzione» (Muslim).

Il bambino, anche neonato, può effettuare un pellegrinaggio supererogatorio o una ‘umra. Ma un pellegrinaggio supererogatorio non dispensa mai dall’hajj obbligatorio (fard), che si impone a partire dalla pubertà (vedere capitolo 1).

 Una delle prime uscite del neonato meccano è per effettuare un tawâf nelle braccia di suo padre. Quando il Messaggero di Allah (s) nacque,  suo nonno, ‘Abdul-Muttalib, lo portò all’interno della Ka’aba, ringraziò Allah (SWT) e invocò a favore del neonato; poi lo riportò da sua madre.

 Il bambino sarà guidato e aiutato da un tutore, cioè uno dei suoi genitori, o una persona responsabile e degna di fiducia designata a questo scopo. Il bambino dotato di discernimento assume da solo l’ihrâm. Il tutore formulerà l’intenzione (niyya) d’ihrâm a nome del neonato e, se è un maschietto, lo vestirà dell’abito dell’ihrâm appena prima della sacralizzazione, a meno che questo vestito non presenti un inconveniente per il bene del piccolo. Il bambino farà ciò che può degli atti rituali della ‘umra o dell’hajj. Il suo tutore agirà al suo posto per gli atti che il piccolo non può effettuare, nella misura in cui ciò è ammesso. Così, il tutore può portare in braccio il suo protetto durante il tawâf e il sa’y. Se porta un maschietto, accelererà il passo nei momenti richiesti. Può sostituirlo durante le lapidazioni. Se la folla è da temere per il bambino, lapiderà a suo nome, ma senza di lui. Gli farà compiere il wuqûf ‘Arafât, la sosta a Muzdalifa, anche solo per la prima metà della notte, e, nella misura del possibile, le notti a Minâ. Al contrario, non è autorizzato a sostituirlo per le due raka’ât relative alla presa dell’ihrâm, né per quelle che seguono il tawâf, né per la talbiya. Se il bambino piccolo è incapace di compiere da solo questi tre atti, essi vengono tralasciati e non devono essere compensati da un sacrificio. Il bambino piccolo non dotato di discernimento non è assoggettato all’obbligo dell’abluzione rituale (wudû) per il tawâf.

 Il tutore che porta il suo pupillo nel corso del tawâf può compiere simultaneamente il suo proprio tawâf se il bambino è dotato di discernimento e dunque è capace di assumere da solo l’intenzione (niyya) di effettuare questo tawâf. Se il bambino non è in grado di assumere la niyya, il tutore la formula a nome suo; ma allora gli è proibito effettuare simultaneamente il tawâf a suo proprio nome. Se, tuttavia, lo facesse, il tawâf sarebbe nullo per il bambino e per lui stesso. Il tutore che abbia la responsabilità di un bambino non dotato di discernimento dovrà dunque imperativamente effettuare due volte il tawâf: una volta per se stesso e una volta a nome del bambino (l’ordine è indifferente). La regola vale anche per chi ha la responsabilità di un adulto incosciente o di un folle.

Per il sa’y, in linea di principio la regola è identica, tuttavia è tollerato che questo atto rituale sia effettuato allo stesso tempo per il o i bambini portati, e non dotati di intelletto, e per conto di chi li porta.

 Il tutore avrà a carico le spese per la compensazione (jazâ) della selvaggina che il bambino dovesse eventualmente uccidere, e delle espiazioni (fidya) per le derogazioni ai divieti dell’ihrâm, che siano state necessarie per il bene del bambino o che siano dovute a negligenza. Le regole concernenti i sacrifici (hadî) per mancanze rituali sono le stesse per il bambino e per l’adulto. Non vi è cumulo possibile tra le espiazioni o i sacrifici dovuti dal bambino con quelli eventualmente dovuti dal tutore per il suo proprio rito. Allo stesso modo, l’offerta sacrificale supererogatoria non può essere fatta a nome di due persone. Il tutore non dovrà dimenticare di fornire un sacrificio a nome del bambino che ha compiuto un tamattu’ o un qirân.

 L’ihrâm del bambino, anche di quello non ancora dotato di discernimento, è assolutamente effettivo e la sua desacralizzazione (tahallul) non dovrà comportare alcuna irregolarità ed essere totalmente compiuta attraverso il taglio dei capelli nei riti della ‘umra, e attraverso le lapidazioni del Giorno del Sacrificio, il taglio dei capelli e il tawâf al-ifâda nei riti dell’hajj.

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