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Vita del Profeta Muhammad

Su di lui Pace e benedizione

di Hamza Piccardo

La rivelazione del Corano

Avvicinandosi ai quarant’anni, la vita di Muhammad (pbsl) era marcata da strane inquietudini; il sonno gli portava visioni di luci accecanti e sopportava con sempre maggior disagio la gretta società meccana. Aveva preso ad amare la solitudine e si ritirava spesso nel deserto, in una stretta grotta sul monte Hera, a poca distanza dalla citta. Vi rimaneva periodi sempre più lunghi e, come già aveva fatto suo nonno Abd al-Muttalib, vi trascorreva tutto il mese di Ramadan.

Durante una notte, nella terza decade del mese di Ramadan dell’anno 610, mentre Muhammad (pbsl) stava vegliando nella grotta vide comparire davanti a sé una creatura che aveva forma umana ma era fatta di luce.

"L’Angelo mi disse: "Leggi!"- raccontò Muhammad stesso- Io gli risposi che non sapevo leggere. Allora mi cinse tra le sue braccia, mi strinse da levarmi il fiato e ripeté: "Leggi!" Io dissi ancora: "Non so leggere. Di nuovo mi prese e mi strinse tanto che mi parve di morire. Quando mi lasciò mi ordinò ancora "Leggi!" e io ancora una volta risposi che non sapevo leggere. Mi strinse nuovamente tra le sue braccia con una forza ancora maggiore delle due volte precedenti e disse:

"Leggi! In nome del tuo Signore che ha creato, ha creato l’uomo da un’aderenza. Leggi, ché il tuo Signore è il Generosissimo, Colui che ha insegnato mediante il càlamo, che ha insegnato all’uomo quello che non sapeva" (Corano XCVI,1-5).

Muhammad ripeté quelle parole e sentì che esse si erano come scolpite nel suo cuore. Poi lo prese un senso vivissimo di angoscia, si issò fuori dalla grotta e cominciò a scendere il pendio. Udì una voce sopra di lui: "O Muhammad, tu sei il Messaggero di Allah e io sono Gabriele. Guardò il cielo e vide l’Angelo: la sua immagine occupava tutto l’orizzonte in qualsiasi direzione volgesse lo sguardo. Con il cuore in tumulto corse giù e non si fermò finché non giunse a casa.

Tremava, batteva i denti ed era coperto di sudore. "Coprimi, coprimi! disse a sua moglie che non lo aveva mai visto in quelle condizioni. Khadija lo coprì e cercò di calmare la sua agitazione. Poi, quando le narrò quello che gli era accaduto, lei si recò da suo cugino Waraqah, un vecchio cieco che conosceva le Scrit-ture ed era diventato cristiano.

Egli ascoltò con attenzione quel che la donna gli riferiva e non ebbe dubbi: "Quello che Muhammad ha visto è l’Angelo della rivelazione, lo stesso che si è rivelato a Mosè. Egli sarà il Profeta di questo popolo.

"Danne l’annuncio ai tuoi parenti più stretti"

Dopo quel primo episodio nella grotta Muhammad (pbsl) viveva nell’attesa e al contempo nel timore di una nuova rivelazione. Secondo alcuni essa riprese con i primi versetti della sura che sarà chiamata "Il Calamo": "Nun . Per il calamo e ciò che scrivono ! Per Grazia di Allah tu non sei un folle, e in verità ci sarà per te infinita ricompensa, e in verità di un’immensa grandezza è il tuo carattere".(Corano LXVIII,1-5).

Poi forse venne la sura "Il Mattino": "Per la luce del mattino, per la notte quando si addensa: il tuo Signore non ti ha abbandonato e non ti disprezza e per te l’altra vita sarà migliore della precedente. Il tuo Signore ti darà [in abbondanza] e ne sarai soddisfatto. Non ti ha trovato orfano e ti ha dato rifugio? Non ti ha trovato smarrito e ti ha dato la guida? (Corano XCIII,1-8)

Queste rivelazioni tendevano a tranquillizzare Muhammad (pbsl) e nello stesso tempo lo invitavano iniziare la predicazione della verità che gli era stata rivelata.

La prima a convertirsi fu Khadija,poi suo cugino Waraqah, quindi Ali figlio di Abu Talib lo zio del Profeta, Zayd il liberto di Muhammad, Abu Bakr uno degli uomini più influenti della città (che Allah sia soddisfatto di loro).

Da questo gruppo di familiari e intimi si irradiava la luce e la forza della dawa (l’appello) e in poco tempo un gruppo di meccani, tra i quali alcuni notabili, aderì all’Islàm. Tra i primi Sad Abu Waqqas, Zubayr, Abdurahman Ibn Auf, Talhah, Uth-man ibn Affan.

Il primo estraneo alla città fu Abu Dharr al Ghifari. Apparteneva ad una tribù di briganti di strada che non rispettavano nessuna regola e non si facevano scrupoli ad aggredire i pellegrini diretti alla Mecca.

Certamente Abu Dharr aveva condiviso la vita del resto della tribù, ma ne era disgustato ed era un hanif. Qualcuno gli aveva parlato di un coreiscita che predicava il culto dell’Uni-co e aveva dichiarato decaduti tutti i riti pagani.

Senza conoscere neppure il nome del nuovo Profeta, si recò alla Mecca e si confuse con i pellegrini che venivano alla Ka’ba. Rimase in quei pressi ad aspettare di incontrare l’uomo che era venuto a cercare e quando infine lo incontrò lo riconobbe subito come Profeta. Era alla Mecca da oltre un mese, e quando Mu-hammad (pbsl) gli chiese come fosse sopravvissuto per tutto quel tempo, rispose che non aveva avuto altro cibo che l’acqua di Zamzam e che era persino aumentato di peso.

    

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