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Vita del Profeta Muhammad

Su di lui Pace e benedizione

di Hamza Piccardo

L'Egira

A piccoli gruppi i credenti cominciarono ad emigrare verso Yathrib. Il viaggio era lungo e pericoloso, ma con l’aiuto di Allah tutto si svolgeva senza incidenti di rilievo.

Partirono Hamza e Zaid, Uthman e Omar con le loro mogli e i figli; in poco tempo la maggior parte dei compagni del Profeta emigrò. Anche Abu Bakr chiese il permesso di partire, ma Muhammad (pbsl) lo invitò ad aspettare. "Chissà che Allah non ti dia un compagno, gli disse. Arguendo che era destinato ad emigrare con il Profeta, Abu Bakr rimase in fiduciosa attesa.

Intanto i politeisti guardavano con sempre maggior apprensione a quanto stava accadendo. A Yathrib stava affluendo la maggior parte dei loro nemici e con il concorso dei loro nuovi alleati avrebbero potuto costituire una grave minaccia per la città. "Quella gente, pensavano i politeisti, non tiene in nessun conto i legami tribali quando essi entrano in conflitto con la loro religione. Bisogna rompere gli indugi e adottare una soluzione definitiva".

Anche questa volta fu la mente malefica e feconda di Abu Jahl a concepire il piano criminale. Avrebbero ucciso Muhammad (pbsl) e lo avrebbero fatto in modo tale da evitare la vendetta tribale sull’omicida.

Una banda di sicari, uno per ognuno dei clan, sarebbe penetrata nella sua casa e lo avrebbe ucciso. I Bani Hashim non avrebbero potuto far la guerra a tutta la città e in tal modo i congiurati avrebbero ottenuto l’impunità.

In quelle stesse ore il Profeta (pbsl) ricevette la visita di Gabriele, che gli portò l’ordine di lasciare la città. Subito si recò da Abu Bakr e lo informò di quello che l’Angelo gli aveva detto. Quando il Profeta gli confermò che sarebbero partiti insieme, Abu Bakr pianse di gioia.

Sapendo che i suoi movimenti erano spiati da quelli che si stavano preparando ad ucciderlo Muhammad (pbsl) ideò uno stratagemma. Diede ad Ali il suo mantello e gli disse: "Avvolgiti in questo o mantello e dormi sul mio letto. Non ti faranno alcun male. Poi iniziò la recitazione della sura Ya-Sin e quando giunse al versetto che dice: "poi li avvilupperemo affinché non vedano niente" (Corano XXXVI,9), uscì di casa senza che nessuno lo potesse vedere.

Quando i congiurati si accorsero della sua sparizione il Profeta (pbsl) era già lontano. Aveva raggiunto Abu Bakr ed erano partiti verso sud per ingannare gli inseguitori. Si rifugiarono in una grotta sulle pendici del monte Thawr, sulla strada per lo Yemen. I loro nemici avevano promesso cento cammelli a chi li avesse riportati indietro e molti armati stavano percorrendo tutte le possibili piste che si dirigevano verso l’oasi. Nel piano del Profeta la permanenza nella grotta aveva lo scopo di far calmare le acque perché poi potessero dirigersi con maggior sicurezza verso la meta. Al terzo giorno un gruppo di uomini giunse ai piedi del monte e cominciò ad inerpicarsi sulle sue pendici. Giunti davanti all’apertura della grotta rimasero a discutere tra loro, poi si convinsero che all’interno non poteva esserci nessuno e se ne andarono. Appena si furono allontanati, Muhammad e Abu Bakr si avvicinarono all’imboccatura e videro con emozione i segni del favore del loro Signore: una acacia era cresciuta coprendo con le sue foglie l’entrata della grotta, un ragno aveva tessuto una spessa ragnatela tra l’albero e la roccia e, nel punto dove un uomo avrebbe dovuto posare il piede per poter entrare nella cavità naturale, una colomba aveva fatto il suo nido e stava covando. Poco prima, quando i nemici stavano avvicinandosi, il Profeta (pbsl) aveva tranquillizzato il suo compagno dicendogli: "Cosa pensi di due persone quando Allah è il terzo di loro?.

Giunsero infine a Yathrib, accolti in un tripudio generale. Il Profeta (pbsl) declinò con gentilezza tutti gli inviti a fermarsi che la gente gli rivolgeva speranzosa di potersi concedere un onore di quel genere e lasciò che la sua cammella vagasse per l’oasi senza guida apparente. Quando qualcuno cercava di fermarla afferrando le sue briglie, diceva amabilmente: "Lasciatela andare, è guidata. Si fermò infine in un cortile di proprietà di due orfani. Muhammad chiese loro se volevano vendergli quel terreno. "Te lo regaliamo, o Inviato di Allah risposero gli orfani. Il Profeta (pbsl) insistette per comprarlo e infine la transazione fu conclusa.

In quel cortile sarebbe sorta la sua casa, la sua moschea e vi sarebbe stato sepolto alla sua morte

    

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